Elen sila lumenn omentielvo, avventurieri! I grandi classici si sa, non passano mai di moda e noi di Isola Illyon ne sappiamo a pacchi. Proprio per questo, quando c’è da parlare di storia, la storia con la S maiuscola, siamo sempre in prima fila! E indovinate chi sta per tornare al cinema? Un caposaldo della cinematografia fantascientifica, il capolavoro di Fritz Lang Metropolis! Dopo anni di rielaborazioni e restauri, l’ultimo ritrovamento di una versione di questo film ha permesso di poter ricostruire la pellicola con un’accuratezza millimetrica: oggi finalmente gli appassionati potranno godersi l’opera originale, come è stata concepita. Ma perché questo film è così importante? Procediamo per gradi, compagni avventurieri, e seguiteci!
FRITZ LANG: CHI È, COM’È, PERCHÉ
Onestamente, la prima volta che sentii di Fritz Lang pensavo fosse il nome di uno spritz. Figure di merda a parte, colui che risponde a questo nome (pseudonimo) è Friedrich Christian Anton Lang (Vienna, 5 dicembre 1890 – Beverly Hills, 2 agosto 1976). La poliedrica figura di questo regista è tutt’ora avvolta da fitti misteri: i dettagli sulla sua vita, infatti, non sono spesso concordi e molta nebbia c’è ancora sulla sua infanzia. Altrettanto emblematiche sono le rivelazioni che lo stesso Lang fa di sé. Una delle sue espressioni più famose è: “Devo dire che ero una persona visiva. Ho esperienza con i miei occhi e mai, o raramente, con le mie orecchie… con mio costante rammarico“. I primi impatti col cinema li ha durante una breve permanenza a Parigi, durante la quale si dedica anche ad una sua grande passione, la pittura. Le tipologie di film che l’autore ha saputo trattare sono le più disparate: si contano 30 pellicole mute e 50 in sonoro, che spaziano dal poliziesco al fantascientifico.
Il primo film in sonoro che realizza è “M – Il mostro di Düsseldorf“, in cui si ispira ai macabri delitti commessi da Fritz Haarmann e Peter Kürten negli anni ’20. Grazie al suo modo di fare cinema si è altresì impegnato alla lotta contro il partito nazista, con la pellicola “Il Testamento del Dottor Mabuse“. La poetica del regista non è soltanto carica di impegno sociale: le sue tematiche più amate le possiamo ritrovare nel destino, nelle varie dicotomie tesi/antitesi, a partire dal classico bene/male sino ad evolversi in un crescendo emotivo dove ogni cosa rivela il suo contrario.
METROPOLIS: CRITICA E NASCITA DEL GENERE FANTASCIENZA
Il 10 gennaio del 1927, proiettato all’Ufa-Palast am Zoo di Berlino, Metropolis vede finalmente la luce, strabiliando gli spettatori grazie alle tensioni incredibili della trama e alla sua tagliente critica alla società del tempo. In anticipo su George Orwell e il suo 1984, Lang evoca un ipotetico 2026 in cui le disparità sociali sono non soltanto marcate, ma ineluttabili. Sotto la sfavillante armatura d’acciaio, con i suoi grattacieli che graffiano il cielo e le aeronavi, Metropolis è una città da vivere solo per i ricchi che la popolano.
E la classe povera dov’è? Ovviamente dove il ricco non può vederla. Lungo il sottosuolo della megalopoli, come topi bastardi, migliaia di operai formicolano frenetici tra le macchine per tenerle in funzione. Ritmi di lavoro disumani, stipendi da fame, dignità pari a zero. Fondi pensione? Solo una sciocca utopia. E per fortuna che non c’è un governo comunista, sennò sai che casini co ‘sti magna regazzini, cribbio. Il protagonista di questa storia è Freder, figlio del Dittatore di Metropolis. Vive una vita immersa nel lusso, in un giardino incantato popolato da meravigliose donzelle. Ma non sarà per sempre l’età delle rose: l’incontro con Maria, una profeta del sottosuolo, lo porterà a scoprire il destino di coloro che tengono in vita la città per il benessere delle persone come lui. Compreso l’estenuante lavoro che si cela dietro lo sfarzo di Metropolis, Freder si fa amico del popolo e comincia la sua lotta contro l’oppressione.
METROPOLIS AL CINEMA: NUMERI, CURIOSITÀ, GIGGIABUFFOLE!
Il lavoro dietro questo lungometraggio è stato qualcosa di incredibile: ben 600.000 metri di pellicola, un budget totale di oltre cinque milioni di Marchi tedeschi (cosa che ha mandato alla malora la UFA, la casa di distribuzione del film) e più di 37.000 comparse. Certo, agli inizi non è stato ben accolto da tutti, incluso Bunuel, che lo giudicò un’operetta da quattro spicci. Beh, non sempre si azzecca il modo “giusto” per vedere le cose: ne sa qualcosa Gary Cooper (rifiutò la parte principale nel film “Via col Vento” prevedendone il flop. E invece…), vero? Ad ogni modo, anche se nel vecchio continente non ha avuto una grande risalto, sono in 10.000 in America a presentarsi alla prima.
Ci sono, inoltre, diverse versioni di Metropolis: la prima fu rimaneggiata dallo stesso regista poco prima della sua uscita, accorciandone la durata di ben mezz’ora; in seguito ne furono distribuite delle altre, restaurando i vecchi lavori. Durante la Seconda Guerra Mondiale molto del materiale originale è andato perduto, ma grazie ad un collezionista privato è stata ritrovata una bobina contenente almeno il 95% del lavoro, permettendo così una versione “definitiva” dell’opera, completamente fedele all’originale.
Sono in molti, poi, ad averne riscritto la colonna sonora: indimenticato il contributo di Giorgio Moroder e dei Queen, con Radio Ga-Ga e Love Kill. In quest’ultimo sono perfino presenti alcuni spezzoni di Metropolis. L’influenza di Fritz Lang ha contaminato anche altri lavori come la saga di Matrix, Brazil di Terry Gilliam (altro trip da andare a recuperare assolutamente… e poi c’è De Niro, fate i bravi), Guerre Stellari e molto altro ancora.
Per questo articolo è tutto! Non mi resta altro che consigliarvi vivissimamente di gustarvi questo film, che di certo non può proprio mancare per i patiti di genere. Potete trovare l’elenco completo dei cinema qui e mi permetto di segnalare anche un altro piccolo evento, sempre dedicato a Lang: al Bifest, che si sta svolgendo a Bari (fino al 28 marzo), c’è una mostra dedicata, e vengono proiettati molti dei capolavori del regista viennese, incluso Metropolis (vedi qui per ulteriori informazioni). Città super tecnologiche e lotte di classe fanno al caso vostro? Lasciate un coro di protesta qui sotto con un commento! A presto, compagni!
–Michele Giuliani–