Il primo impatto con l’idea di andare a vedere Insurgent è stato brontolante: “che ci vado a fare a vedere un film young adult, che di sicuro non mi piacerà?”. Sono partita molto prevenuta, come buona parte delle persone con cui ho parlato. Divergent, per certi versi meglio di Hunger Games, non ha riscosso un grandissimo successo, merito di una sceneggiatura scarna e di dialoghi banali.
Ovvio che, alla prima, la sala era gremita dal nugolo di fan della prim’ora, anche se l’affluenza attesa era minore. Bisognerà ancora aspettare per valutare quanto Insurgent piacerà al pubblico e alla critica, e quanto incasserà infine al botteghino, per ora la critica estera ha dato valutazioni piuttosto basse, spesso sotto media.
Eppure, Insurgent è un film per tanti versi straordinariamente valido.
Ha una buona sceneggiatura, una buona rapidità, una scenografia semplice, ma ricca di particolari interessanti, una musica che sa farsi sentire, ma che non disturba né disorienta.
Il comparto attori è interessante, con l’eccellenza, a mio parere, di Kate Winslet (nel film Jeanine Matthews) e Jai Courtney (Eric, il capo degli Intrepidi agli ordini degli Eruditi). Se si possono avere dubbi sulla parte, magistrale l’interpretazione di Shailene Woodley nei panni della protagonista Tris Prior, che più carismatica di così davvero non poteva essere.
La trama acquista velocità, grazie forse all’arrivo alla regia di Robert Schwentke, più avvezzo di Neil Burger ai film rapidi e scorrevoli.
Se si può dire che non ci sia niente di davvero nuovo nel film, bisogna però sottolineare che alcune sequenze sono davvero meritevoli – mi riferisco in particolare agli incubi di Tris, la protagonista, distrutta dagli accadimenti visti in Divergent, ma più decisa che mai a dipanare la situazione; e alle simulazioni necessarie ad aprire la “Scatola”. Soprattutto, siamo finalmente arrivati ad avere un prodotto dinamico e godibile, cosa che il primo episodio della serie non è stato.
Magistrale, anche se notata da pochi, la citazione finale al Ciclo del Mondo del Fiume, serie letteraria di cinque romanzi e racconti dello statunitense Philip José Farmer.
La preoccupazione per The Divergent Series ora è tutta per Alegiant, il terzo libro, che sembra sarà spezzato in due film. Ma saranno in grado di tenere il passo di Insurgent e non risultare dilatati quanto Divergent?
Un piccolo riassunto della trama di Insurgent.
In Divergent, Tris si rivela una Divergente e, potendo scegliere a quale fazione destinarsi, pur essendo una Abnegante decide di associarsi agli Intrepidi. Alla fine del film, Jeanine Matthews (a capo degli Eruditi), immergendo gli Intrepidi in una simulazione, comanda loro di sterminare gli Abneganti. Sappiamo che è alla ricerca di qualcosa, ma non ci viene svelato cosa, e il film si chiude con Tris che, dopo aver salvato Quattro (prima istruttore, e poi amante) e liberato gli Intrepidi dalla simulazione, scappa insieme a Quattro, suo fratello Caleb e l’Intrepido Peter.
Li ritroviamo dai Pacifici e poi braccati dagli Intrepidi, costretti a scappare di nuovo e a rifugiarsi dagli Esclusi, la non-fazione in cui confluiscono tutti coloro che non sono risultati idonei ad un’altra gilda. A capo degli esclusi, vi è la madre di Quattro, che propone un’alleanza per rovesciare la tirannide di Jeanine. Alleanza che, alla fine, Quattro sarà costretto ad accettare nonostante gli attriti con la madre, che in quel momento risulta però il male minore.
Nel frattempo, perché altre vite non vengano sacrificate, Tris si consegna agli Eruditi e accetta di aprire la Scatola, trovata nascosta in casa degli ormai defunti genitori di Tris. Jeanine è convinta che questo artefatto lasciato dagli Antichi contenga un messaggio che riporterà la pace, ma quello che invece viene trasmesso quando Tris riesce infine ad aprirla è qualcosa di molto diverso: una speranza di salvezza, di contatto con altri esseri umani sopravvissuti alla catastrofe, là oltre la recinzione che confina la distopica Chicago del film entro i suoi confini. Con la speranza, arriva però anche al consapevolezza di essere un esperimento sociale, datto dagli Antichi, ma le conseguenze di questo si vedranno in Alegiant.
Nel mezzo di tutto questo, due personaggi intrecceranno una serie di tradimenti che, però, non posso rivelare per non scadere nel genere di spoiler che toglierebbe davvero gusto alla storia.
That’s all, folks!
Complessivamente, Insurgent è in molti punti migliore di Divergent, un film molto godibile e piacevole. Condito, inoltre, da scene e contesti che di “young” hanno ben poco.
Promosso!
– Lucrezia S. Franzon –
The Divergent Series: Insurgent – la recensione!
Isola Illyon
- Film molto scorrevole, rapido e coinvolgente
- Buoni capovolgimenti di situazione
- Interessante protagonista che, nonostante le evidenti difficoltà psicologiche, fa tutto quello che deve
- Buonissima colonna sonora
- Sceneggiatura e scenografia molto semplici, forse troppo
- L'ambientazione emerge troppo poco, pur essendo un requisito fondamentale per la fantascienza distopica