Come dite? “Un altro gioco di Dragon Ball?“, “Non si saranno stancati?“. È un po’ come chiedersi come mai esca un nuovo FIFA sulle nostre console ogni anno: evidentemente c’è sempre qualcuno disposto ad acquistarlo. Ma mentre il titolo calcistico di EA – almeno a detta dei fan, eh, non guardate me –, non ha mai tradito le aspettative, bisogna invece ammettere che più volte gli appassionati del manga di Akira Toriyama si sono dovuti accontentare di prodotti decisamente non all’altezza di ciò che questa pietra miliare del mondo dei manga meritava. Sarà riuscito il team Dimps, già autore di Dragon Ball Z: Burst Limit e dei primi 3 Budokai, a portare alla luce un gioco capace di spodestare Tenkaichi 3 dai cuori di tutti coloro che si sedevano davanti la tv, ad ora di pranzo, ad ascoltare Goku parlare con la voce del mai troppo compianto Paolo Torrisi (e continuano a farlo quando viene riproposto)?
Le premesse ci sono tutte: non ho ancora premuto “Start”, ed è già partita la sigla originale della serie tv del 1989, accompagnata da immagini anime in alta definizione. Dopo questa, vengo subito lanciato nel pieno dell’azione, e mi ritrovo nei panni di Goku a dover lottare contro Frieza. Roba di poco conto, lo butto giù facilmente, nonostante il sistema di controllo richieda qualche momento per essere assimilato (la versione Steam del titolo è giocabile con la combinazione mouse + tastiera o, più comodamente, con il controller dell’Xbox 360). Strano, comunque, pare che non sia morto, eppure ricordavo che in quel punto della trama di Dragon Ball Frieza fosse cibo per i vermi. Non capisco, ma non c’è tempo, perché subito dopo tocca vedersela con Cell. Anche lui, una volta sconfitto, sempre essere preda di uno strano potere; nel terzo scontro mi viene messo di fronte Buu: stessa storia di prima. Cosa sta accadendo? È presto detto: piuttosto che farci rigiocare per l’ennesima volta la storia classica della serie Z, gli sviluppatori hanno pensato bene di proporre una continuazione alternativa della stessa, nella quale un oscuro potere ha ribaltato le sorti delle battaglie impedendo a Goku di sconfiggere i suoi nemici, ora decisamente troppo forti per il Saiyan. A monitorare questa situazione c’è Trunks, che non è rimasto con le mani in mano: collezionate le sfere del drago, ha evocato Shenron per chiedergli di far apparire davanti a sé un guerriero fortissimo che potesse viaggiare nel tempo a sistemare questo inconveniente: è così che inizia Dragon Ball Xenoverse.
Il primo compito del giocatore, quindi, è quello di creare questo fantomatico guerriero, tramite un apposito editor. In realtà le possibilità di personalizzazione non sono molte e, a parte la razza del combattente (che può essere un saiyan, un namecciano, un majin o un “friezano”, ognuno con delle proprie caratteristiche), visivamente si possono soltanto impostare degli elementi predefiniti e scegliere i colori per gli abiti. Devo comunque ammettere che ho apprezzato questa componente da GdR, che tra l’altro non si limita affatto all’editor: il nostro alter ego è, infatti, personalizzabile anche nello stile di combattimento, a patto che si ottengano nuove mosse. Per farlo potrete acquistarle nell’hub centrale del gioco, Tokitoki City, oppure ottenerle nel corso della modalità Storia. Una bella notizia riguarda proprio quest’ultima: non si sa chi dobbiamo ringraziare, ma finalmente gli sviluppatori sono riusciti a tirare fuori una campagna che riesca a tenere incollati per tutta la sua durata – supererete abbondantemente le 10-12 ore. Le missioni principali toccano sì gli eventi della saga di Dragon Ball Z (con l’inserimento, come già detto, di nuovi cattivi, e persino dei personaggi tratti dal film Battle of Gods), ma non mancano una vagonata di missioni extra, con le quali sfido davvero ad annoiarvi. Al massimo può capitare che, per ottenere alcuni oggetti o specifiche mosse (e sono veramente tante!), vi tocchi riprovare più e più volte delle missioni secondarie, e ammetto che in alcuni casi può risultare decisamente frustrante, considerando che il “drop rate” dell’elemento che stiamo cercando di collezionare spesso può essere molto basso, ma sono anche sicuro che gli appassionati della saga siano ben felici di spolpare per bene tutto ciò che il titolo ha da offrire. Simpatica è anche la possibilità di diventare “apprendisti” di alcuni dei personaggi celebri della saga, che ci insegneranno così le loro mosse personali.
Accedendo alle funzioni multiplayer, poi, si scopre un’anima da MMO: ad affiancare i soliti scontri player versus player (fino a 3 contro 3), ci sono, infatti, alcune missioni studiate appositamente per essere giocate anche in cooperativa. Anzi, dovrei dire “solo” in cooperativa, visto che la CPU è terribile nel gestire i suoi personaggi, e vi porterà ad imprecare in dothraki diverse volte se non avrete a disposizione degli amici con cui completarle. Per i test che ho fatto sulla versione Steam, devo dire che il gioco in rete funziona discretamente bene, e specialmente in questo primo periodo è facilissimo beccare altri utenti. Una nota negativa: non riesco a capire come agli sviluppatori sia sfuggito il fatto che alcuni personaggi, se equipaggiati con determinate mosse, siano obiettivamente più forti di altri. Giocare online in queste condizioni è spesso frustrante, speriamo si diano da fare per bilanciare la situazione quanto prima.
Sul sistema di combattimento c’è poco da dire: come in passato, possiamo muoverci su tre assi, sferrando attacchi deboli, forti, e mosse speciali basate sull’aura, selezionabili da un comodo menù a comparsa. Se ben padroneggiato, il combat system può dare sicuramente qualche soddisfazione, ma non vi aspettate nessun tipo di tatticismo. Vi segnalo, però, che non c’è più traccia di Quick Time Events, quindi chi di voi non li sopportava potrà gioire. Una cosa che mi ha dato un po’ fastidio è il fatto che manchino diversi personaggi noti al roster di quelli utilizzabili nelle battaglie, e purtroppo sono sicuro che saremo costretti a sborsare altri soldi per poterli avere (già sono stati annunciati 3 pack di DLC con nuovi personaggi, costumi e missioni).
Graficamente pare che la versione PC, tra tutte quelle disponibili (Xbox 360, Xbox One, PlayStation 3 e PlayStation 4), sia quella che alla fine dei conti se la cavi meglio, specialmente in termini di frame rate. Il gioco fa uso di una versione modificata dell’engine proprietario di Dimps già utilizzato anche per Street Fighter IV, ma essendo stato Xenoverse sviluppato in contemporanea sia per le piattaforme vecchie che quelle nuove, per forza di cose si è dovuto scendere a qualche compromesso tecnico. E pensare che la scorsa generazione, in termini di cel-shading, ci ha permesso di rifarci gli occhi con quel gioiello di Naruto Ultimate Ninja Storm, e purtroppo qualsiasi confronto grafico si voglia fare tra un videogame basato su un anime e il titolo di CyberConnect2, vede sempre quest’ultimo uscirne vincitore. Vabbe’, consoliamoci col fatto che gli utenti PC non hanno bisogno di macchine troppo performanti per poterlo giocare. Niente da segnalare per quanto riguarda il comparto sonoro, con un buon doppiaggio (da settare assolutamente in giapponese) e dei brani nella media.
Voi l’avete già comprato? Da appassionati di Dragon Ball, che ne pensate?
– Mario Ferrentino –
Dragon Ball Xenoverse – Recensione
Mario Ferrentino
- La modalità storia è finalmente coinvolgente;
- Una marea di missioni secondarie vi terranno impegnati per tantissime ore;
- Gli elementi da MMO e da RPG arricchiscono il gameplay;
- Dov'è la razza "androide"?
- Il farming eccessivo può annoiare presto;
- Il Player versus Player online è da ribilanciare;