La parola d’ordine del nuovo millennio pare essere ibridazione. I vari mezzi espressivi si rifanno in continuazione l’uno all’altro anche per riciclare idee valide che spesso, purtroppo, latitano in maniera clamorosa. Il cinema pesca dai videogiochi e dalla letteratura, i videogiochi attingono dal cinema, ormai anche gli scrittori cominciano a guardare altrove ed a confondere ancora di più le cose, la rete incombe su tutto e rimescola le carte. Mai, però, nessun libro si era proposto apertamente e platealmente di travalicare i confini della parola scritta e continuare l’esperienza narrativa al di fuori della carta, nel cinema, sui social media ed addirittura nella vita reale. Nessuno prima di questo Endgame – The Calling (Editrice Nord), del quale è autore, non a caso, l’ex sceneggiatore cinematografico statunitense James Frey (no, non c’entrano le Piogge di Castamere) insieme a Nils Johnson-Shelton. Nel nuovo progetto, infatti, Frey ha deciso di non limitarsi a scrivere un romanzo, ma ha voluto che la storia continuasse al di là della pagina scritta.
Endgame – The Calling, infatti – che è stato pubblicato in contemporanea mondiale il 7 ottobre (in Italia il 9) –, utilizza Internet e i social network per creare un’esperienza interattiva e multimediale globale. Sono coinvolti YouTube, Google Plus, Twitter (i personaggi del libro hanno dei veri profili coi quali chattare coi lettori e dai quali disseminare indizi), c’è la possibilità di scaricare un’app basata sulla realtà aumentata (progettata dalla software house di Google, Niantic Labs, già autrice del gioco di ruolo di massa a realtà aumentata “Ingress”); non mancano anche siti da visitare, mappe satellitari da consultare per scoprire elementi e quant’altro (chi legge il romanzo in ebook avrà link direttamente cliccabili).
Il tutto ad uno scopo ben preciso: un team di crittografi ha disseminato tra le pagine del libro, sul web, e addirittura nel mondo reale, degli enigmi che saranno risolvibili esclusivamente da chi avrà letto il libro. Questi (di natura per lo più matematica e letteraria, ma anche rompicapo logici e investigativi) porteranno infine alla conquista di una Chiave che rappresenterà una vera e propria risoluzione del mistero. Il fortunato cervellone che dovesse riuscire a risolvere per primo questa caccia al tesoro planetaria si aggiudicherà il primo premio del ricco montepremi di 500.000 dollari (veri, fruscianti e sonanti, cacciati dagli editori e fisicamente residenti in una cassaforte antiproiettile del casinò Wynn di Las Vegas). Il regolamento completo del concorso è scaricabile qui.
Se a questo aggiungete che, a quanto pare, presto arriverà anche un film ad alto budget di 20th Century Fox, al quale stanno già lavorando Wyck Godfrey e Marty Bowen (i produttori della saga di “Twilight” e di “Colpa delle stelle”, nientedimeno), nonché che sono previsti altri due seguiti dallo stesso meccanismo (ma dal montepremi diverso, rispettivamente una milionata e una milionata e mezzo di dollari), ecco che la puzza di bruciato si fa fortissima. Ma mettiamo da parte i pregiudizi e andiamo a vedere se si tratta solo di una furbata di marketing di proporzioni planetarie con nessuna sostanza alle spalle, o se davvero siamo davanti alla nascita di un concetto di editoria del tutto rivoluzionato: perché al di là del puro valore letterario, di questo si potrebbe trattare.
SINOSSI
Una serie di catastrofi naturali si è abbattuta su alcune città sparse per il mondo. Tutti sono convinti che si tratti di una tragica coincidenza. Solo in dodici conoscono la verità: il genere umano è stato creato ere fa da un’avanzatissima razza aliena, che generò dodici stirpi che avrebbero dovuto affrontarsi tra loro alla fine dei tempi: Il Gioco Finale. I dodici prescelti hanno atteso questo giorno per diecimila anni. Mentre l’umanità era ignara della minaccia che gravava sulla Terra, loro si preparavano alla sfida. Generazione dopo generazione, hanno affinato le proprie capacità fisiche e intellettive, diventando raffinati strateghi e assassini infallibili, maestri dell’inganno e acuti osservatori. E, adesso, devono mettere in pratica ciò che hanno imparato: quelle catastrofi, infatti, sono il segnale che dà inizio alla caccia. Per ognuno di loro è arrivato il momento di partire alla ricerca della Chiave, l’unico oggetto in grado di fermare l’apocalisse. Chi la troverà per primo, avrà salva la vita. Gli altri saranno condannati. Perché questo è Endgame. Un gioco letale in cui non ci sono regole. Un gioco in cui sopravvive solo il più abile. Un gioco da cui dipende il destino di tutti noi.
E QUINDI?
Chi ha detto Hunger Games (che oltretutto suona pure simile)? Brafi, iduinato! L’idea di fondo è sempre quella: dodici ragazzotti e ragazzotte tra i tredici e i vent’anni che se le danno di santa ragione in giro per il mondo in stile “Highlander, ne rimarrà solo uno”. Certo, è tutto un po’ più spostato verso il cerebrale più che il rissoso puro, ma il nucleo del romanzo quello rimane. Superata quindi qualche imbarazzante similitudine con saghe precedenti, cosa resta ad un romanzo così, se non puntare sul carisma dei personaggi e sulla varietà dell’intreccio? I primi, va detto, non sono tutti da buttare: accanto ai soliti stomachevoli cliché adolescenziali, qualche personaggio spicca per buona caratterizzazione, per varietà e particolarità delle motivazioni, oltreché per originalità. C’è, ad esempio, Jago, o anche una delle protagoniste femminili che non nomino per non rovinare la sorpresa, davvero “cazzuta”, ma per fortuna non nel senso convenzionale e dozzinale che siamo abituati di solito a dare alle “Eroine Cazzute™”. Altri sono semplicemente insopportabili nella loro pochezza letteraria. Un’altra cosa che mi ha infastidito non poco è stata la presentazione iniziale di tutti e dodici i protagonisti stile casellario giudiziario/archivio segnaletico: ma ce n’era proprio bisogno, considerato che questo primo capitolo focalizza l’attenzione solo su alcuni di essi?
La storia in sé, pur senza pretese, scorre abbastanza bene e testimonia il sicuro mestiere di sceneggiatore di Frey: è veloce, discretamente verosimile, con molta azione e anche qualche colpo di scena inaspettato, una specie di urban-fantasy-sci fi intrecciato con una spy story. Ma nulla di originale, nulla che non si sia già visto in cento altri libri e, personalmente, questo tipo di romanzo inizia a stancarmi. Gli enigmi sono ben disseminati, ben orchestrati e con un livello medio che oscilla intorno al molto difficile (ed è anche capibile dal punto di vista editoriale), ma sinceramente su questo non mi sento di propormi come paragone credibile dato che la mia esperienza come enigmista si è sempre ridotta a “Unite i puntini dalla A alla Z” sulla Settimana Enigmistica e all’occasionale indovinello del drago di turno durante qualche sessione GdR. E allora qual è il verdetto?
– Luca Tersigni –
Endgame The Calling – Recensione
Luca Tersigni
-Progetto di un'ambizione senza precedenti
-Tutto sommato divertente, a piccole dosi
-500.000 $!!
-Pianificato e costruito a tavolino
-Nessuna idea originale