Non molto tempo addietro, per la precisione nel 1979, un giovane cineasta, dilettante, partecipa ad un concorso con un progetto, fatto quasi per gioco, una sorta di casualità. Fatto sta che il giovane, ventiseienne australiano, vince il concorso e inizia la realizzazione di quello che sarà uno dei film più seminali dell’epoca, oltre che culto assoluto nella terra dei canguri.
All’anagrafe George Miller, per il resto il creatore della saga di Mad Max.
Il primo film della serie venne realizzato con soli 300.000 $ australiani, una cifra bassissima considerando che parliamo di un film d’azione. Nonostante le poche monete a disposizione, Miller e collaboratori fecero record d’incassi, ben oltre 100 milioni di dollari. E chi se l’aspettava? Neanche il regista stesso…
I motivi del successo di questo film e del suo sequel “Mad Max 2: the road warrior” sono innumerevoli. La potenza visiva espressa al loro interno è rivoluzionaria, introduce elementi nuovi, come il cambiamento di alcune parti della società in completa barbarie, in seguito alla distruzione post-nucleare. Questo in particolare è un elemento che sconvolge quello che si era visto e letto fino a quel momento nell’orbita del post-apocalittico. Innumerevoli i mondi da cui verrà tratta ispirazione, per citarne alcuni: Terminator, Waterworld, Ken il Guerriero… tutte ambientazioni che ricordano la violenza e la cruenta barbarie medievale propugnata da Miller. Conclusa l’esperienza Mad Max nel 1985 con il capitolo che chiude la trilogia “Mad Max: beyond thunderzone”, Miller dichiara concluso il progetto. Almeno fino a qualche anno fa.
Dopo trent’anni dall’ultimo film, ecco arrivare Mad Max: Fury Road, reboot della trilogia originale (qui potete guardare nuove immagini rilasciate a inizio anno). In un’intervista dell’aprile 2014 Miller ha dichiarato che il motivo del riavvio era il troppo tempo passato dall’ultimo film, e che realizzare un sequel lo avrebbe portato incontro a problemi con la continuità e molte restrizioni creative dovute per l’appunto ad una certa fedeltà da mantenere. Proprio per questo si è puntato su un totale riavvio, per dare un nuovo Max Rockatansky a una nuova generazione. Costante sicura sul personaggio, che verrà interpretato da Tom Hardy (Eames in “Inception”, e Bane in “Il cavaliere oscuro – Il ritorno”): è la caratura del duro che non ha niente da perdere, ha già perso la sua famiglia quando la società è crollata, e ora è un viaggiatore solitario nel deserto post-apocalittico.
Oltre al volto del neo-Gibson, nel film recitano molti attori noti: Charlize Theron, Nicholas Hoult (la Bestia in “X-Men – L’inizio”), le belle Zoe Kravitz e Riley Keough, quest’ultima nipote del re Elvis Presley. E ancora: il prorompente Nathan Jones, oltre che l’indimenticata Megan Gale (maledette pubblicità dell’Omnitel, vi odio).
La visione del trailer da un lato ci lascia speranzosi e pieni di voglia di rimirare il sangue scendere copioso sulla sabbia, tra esplosioni sistematiche e rombi di motori, il tutto confezionato in un’exploitation di prim’ordine, ma dall’altro lato bisognerà necessariamente passare al vaglio e confronto della vecchia trilogia e degli affezionati di vecchia data. Se non altro, un punto a favore è dato dal fatto che in oltre l’ottanta per cento delle scene sono usati effetti dal vero, acrobazie e make-up. La computer grafica è stata usata con parsimonia, per valorizzare il paesaggio della Namibia, rimuovere degli errori e per la protesi alla mano sinistra di Charlize Theron. Se nel ’79 cento milioni fu il risultato finale al botteghino, questa volta sarà la cifra usata per realizzare il film, un notevole passo in avanti.
La prima trilogia è stata però seminale e ha dato inizio e ispirazione a molte pellicole, il tempo è passato e molto è stato creato, esplorato e vissuto. Riuscirà quindi Fury Road a sopperire una delle più difficili avversità, il passare del tempo? Ci sono aspettative da colmare, pregiudizi da abbattere e, come richiesto da ogni film – non dimentichiamo –, il saperci intrattenere. Qui si aspetta il 15 maggio, per vedere se il pollice verterà verso il cielo o guarderà la sabbia a testa in giù.
– Vittorio De Girolamo –