Un valoroso eroe senza paura, un simpatico amico che ne fa da controparte spiritosa, un talismano da recuperare ed un cattivo da sconfiggere. E così, caro Illyoners, hai finito un altro libro fantasy. Ma ti ha lasciato insoddisfatto, come se mancasse qualcosa. Come se non fosse abbastanza. Ne volevi di più, non di parole ma di sentimenti. Così finisci per accantonarlo insieme agli altri libri, sulla tua mensola del fantasy (perché tutti ne abbiamo una), e magari ti dimenticherai presto di lui.
Questo è quello che, più o meno, succede quando termini l’ennesimo libro di questo genere che tanto ami. E ripensando a quel volume ti scopri a pensare: come sarebbe andata se il cattivo fosse stato in realtà buono? O se il personaggio principale avesse scoperto di essere stato manovrato fin dall’inizio dal suo carissimo amico per i suoi scopi? Che non mi si fraintenda, non sono qui per buttare cenere sul fuoco del fantasy che arde in ognuno di noi, né mi considero un critico, ed anzi penso che ci siano centinaia di volumi validi. Ma bisogna ammetterlo, chi di voi non ha mai pensato, o si è mai ritrovato nella situazione da me descritta? Chi di voi non si è mai ritrovato a leggere un fantasy mediocre, pieno di stereotipi e di cose già sentite?
Da qualche anno a questa parte è scoppiata questa nuova moda della scrittura fantasy, per cui chiunque crede di poter scrivere un libro valido, perché magari si pensa che tanto bisogna inventare tutto, essendo appunto un mondo inventato, o perché forse si crede che basti prendere spunto da qualche vecchio libro per realizzare un opera fantasy. Ma non è così. Dobbiamo prima di tutto ricordarci che il fantasy è letteratura a tutti gli effetti (se cercate tra i generi letterari lo trovate, assicurato), e come tale va affrontato. Si vedono in giro storie sempre più simili tra loro, che variano di poco ma che si dimostrano banali, magari piene di particolari, descrizioni, scenografie incredibili e dettagliate (peraltro altrettanto importanti) ma che restano tali. Questo tipo di narrativa, d’altro canto, ha avuto uno sviluppo enorme e multidirezionale, ed è colma di avventure incredibili che hanno fatto la storia – so che state pensando a Tolkien – e che sono punto di riferimento per i novelli scrittori appassionati di questo genere. Per questo, oltre ad essere un percorso bellissimo, il fantasy è anche intricato, perché è semplice cadere nella ragnatela della ripetitività. Si leggono ovunque racconti di personaggi invincibili, capaci di tagliarti a metà con lo spostamento d’aria causato dal movimento di un dito, o di bellissime amazzoni guerriere che puntualmente sono la parte figa e introversa del libro.
C’è bisogno di distaccarsi dal fantasy classico, ma non inventando un nuovo genere e affibbiandogli l’appellativo di “fantasy”. Quello che intendo dire è che questo genere, per non cadere nella monotonia, ha bisogno di una completa rivisitazione del modello classico, ribaltandone le regole, o distruggendole del tutto. Il mondo è un posto enorme ed ovunque sono presenti spunti per apportare queste modifiche. E qui ritorniamo a quello di cui parlavo prima, cioè al fatto che tutti pensano di poter scrivere una storia fantasy inventando le cose. Certo bisogna inventarle, ma per renderle credibili c’è da fare un completo lavoro di ricerca, prima di poggiare la penna sulla carta (o le dita sulla tastiera).
Quello che a mio parere bisogna fare è esplorare questo mondo classico sotto una nuova luce, portando il lettore nelle caverne più profonde e per i viottoli più intricati, creando racconti in grado di stupire, storie che sanno farti appassionare, piangere anche, analizzando il tutto sotto una nuova aria di freschezza. Ecco cosa serve ai racconti fantasy: freschezza. E soprattutto originalità. Perché fantasy significa fantasia, e un racconto fantasy senza la sua chiave principale, semplicemente non è tale.
E voi cosa ne pensate? Credete che il fantasy stia gradualmente procedendo verso una sua fine? O credete che stia soltanto passando un brutto periodo? O nessuna delle due? Rendeteci partecipi delle vostre opinioni.
– Gaetano Sgariglia –