“La mia gente, i Twi’lek, ha un’antica e ricca storia di non violenza. Noi preferiamo l’intelletto e l’abilità alla brutalità totale.”
Così Tott Doneeta, Cavaliere Jedi al tempo di Exar Kun, parlava della propria razza. Una descrizione adeguata per i tempi antichi della Lontana Galassia, ma che è diventata sempre più approssimativa, visti i notevoli cambiamenti che la hanno caratterizzata durante lo svolgersi dei principali eventi che hanno investito l’universo di Star Wars.
Abbiamo visto i Twi’lek sin dalla vecchia trilogia di Star Wars. Il nome non viene mai pronunciato, ma l’immagine delle ballerine con lunghe code celebrali, aggraziate nei loro abiti di veli e nei loro passi di danza, è certamente rimasta impressa a molti. Poi, i Twi’lek ricompaiono anche nella nuova trilogia, e durante la Grande Purga Jedi. Ma è nell’Universo Espanso che, come sempre, questo popolo ha il suo momento di gloria e supera il ruolo di “comparsa occasionale”, confermandosi come una fra le razze più amate.
Un po’ di storia
La storia dei Twi’lek è semplice, poco interessata dal versante guerresco, ma varia e profonda per i cambiamenti culturali.
Ryloth, il pianeta dei Twi’lek, viene scoperto dalla Repubblica Galattica in epoca molto antica, quando questa popolazione era ancora allo stato primitivo. Cosa fai quando gli esploratori della Repubblica prendono contatti con te e si dimostrano tecnologicamente più avanzati e con un tipo di società apparentemente più figo? Ti unisci a loro, ed è esattamente quello che anche i Twi’lek hanno fatto, entrando a far parte della Repubblica e delle sue trame, rivestendo di volta in volta i ruoli più diversi: da Jedi al servizio del consiglio, a mercenari, a Jedi Oscuri.
Dopo l’unione alla Repubblica, i guai iniziarono immediatamente perché, a fronte di un aumento di esportazioni della particolare spezia ryll di Ryloth, gli Hutt ben presto presero il controllo delle attività del pianeta, riducendo i Twi’lek in schiavitù. A quel punto, molti furono costretti al lavoro forzato, e molti altri vennero venduti in tutta la Lontana Galassia, apprezzati innanzitutto per l’aspetto aggraziato e la capacità, da non sottovalutare, di mediare per trovare sempre la soluzione più conveniente.
In un secondo momento i Twi’leki riuscirono a riprendere il controllo di Ryloth, strappandolo dalle mani degli Hutt… ma per garantirsi questo dominio, continuarono a permettere la vendita e la schiavitù delle proprie donne, di cui Jabba “the Hutt” Desilijic è uno dei più grandi estimatori, come ci hanno insegnato sia la trilogia classica che quella moderna.
Caratteristiche
Con i Twi’lek se ne sono viste un po’ di tutti i colori. Letteralmente, considerato che la loro pelle può essere praticamente di tutte le tinte: azzurra, rossa e viola, ma anche blu, verde, grigia, marrone, rosa, gialla, arancione. La diversa pigmentazione dipende dalla sottorazza, ma le differenze fra l’una e l’altra sono trascurabili. A parte, sembra, per i Letham, dalla pelle rossa, che abbiamo visto più che altro dalla parte dei Sith… probabilmente perché graficamente si prestano molto al Lato Oscuro (caratterizzato dal rosso e dal nero), e non per reali motivi genetici.
Abbiamo già detto che le donne Twi’lek sono molto apprezzate per grazia e aspetto fisico (come dare torto a Jabba?), ma ancora non abbiamo chiarito cosa siano quelle due protuberanze che escono dalla testa di ogni Twi’lek. Si chiamano lekku e sono “code” che contengono porzioni delicate del cervello. Qualcuno li utilizza anche come sciarpe, ma la loro funzione fondamentale è aiutare il linguaggio con movimenti particolari e aumentare le capacità cognitive. Chiaro che, in situazioni particolari, la comunicazione fra due Twi’lek può avvenire in modo completamente non verbale proprio grazie ai lekku.
Bib (S)Fortuna
Legati al clan, rispettosi delle tradizioni, ma capaci di rinnovarsi, i Twi’lek compaiono un po’ come il prezzemolo in Star Wars, ma c’è un personaggio in particolare che mi ha sempre colpito più degli altri: Bib Fortuna, un emerito sconosciuto per chi non sa molto destreggiarsi nell’Universo Espanso. E anche per chi vi si destreggia, bisogna dire che Bib non è di certo fra i personaggi secondari con maggior spessore. La sua storia, però, è interessante… e sfortunata, ma forse in America il nome “Fortuna” gli è stato dato restando all’oscuro del significato italiano della parola.
Bib Fortuna è un Twi’lek di Ryloth, espulso dal proprio clan e dal proprio pianeta dopo esser stato scoperto a smerciare illegalmente la spezia ryll agli Hutt. Avendo già avuto a che fare con Jabba, per cui aveva addestrato alcune danzatrici, decide di rifugiarsi da lui e mettersi al suo servizio. Lo vediamo infatti comparire fin da Star Wars I: La Minaccia Fantasma proprio nell’entourage di Jabba (oppure, se consideriamo l’ordine di uscita dei film, in Star Wars VI: Il ritorno dello Jedi).
Ne Il ritorno dello Jedi, Bib Fortuna si trova insieme a Jabba, Boba Fett, Luke Skywalker, Han Solo, Chewbecca e Leila Organa al Grande Picco di Carkoon, dove era prevista l’esecuzione degli eroi per bocca del sarlacc (che vi informo essere un mostro onnivoro, non carnivoro come credevo fino all’altro ieri). L’unica esecuzione fu quella dei cattivi, come sempre, ma Bib Fortuna, con un vero colpo di fortuna (ah-ha, come sono simpatica), riuscì ad allontanarsi prima della definitiva disfatta. Tornato al palazzo di Jabba per dirigere le operazioni, si imbatte nei Monaci B’omarr (già ospitati nel palazzo), un misterioso ordine religioso di Tatooine dedito all’annullamento delle sensazioni fisiche. Raggiunta l’illuminazione, un Monaco B’omarr fa asportare il proprio cervello perché venga riposto in una giara dove giacerà molto più a lungo di quanto avrebbe potuto vivere attaccato al resto del corpo… e spostarsi venendo temporaneamente impiantato in un droide perimetrale di tipo BT-16. Questo genere di droidi è usato per lo più per la sicurezza, ha forma di ragno e, nella versione per i B’omarr, è dotato di un supporto che permette di portare a spasso una giara contenente un cervello. Un BT-16 si intravede anche in Star Wars VI: Il ritorno dello Jedi, ma è uno di quegli “easter egg” che si notano solo se si sa cosa cercare, visto che, come tutto quello che compare nei film, i dettagli sono arrivati solo con l’Universo Espanso.
Comunque, eravamo arrivati a Bib Fortuna che torna al palazzo di Jabba e incontra i Monaci B’omarr. Questi gli rimuovono il cervello e lo piazzano dentro un BT-16. Successivamente, Bib riesce a rimettere il proprio cervello nel corpo di un altro Twi’lek, quello di Firith Olan, interessato a prendere il posto di Jabba nell’economia criminale di Tatooine. I piani di Firith non vanno però come da lui previsto, poiché Bib lo trascina dai Monaci B’omarr e riesce a scambiare i loro cervelli, entrando a tutti gli effetti in possesso del suo corpo e potendo, in questo modo, avviare la ricostruzione dell’impero criminale di Jabba.
– Lucrezia S. Franzon –