La saga de Il Pianeta delle Scimmie, rilanciata nel 2011 da una Fox men che mai demoralizzata a voler dare nuova vita alla serie, sta vivendo un periodo d’oro e, che lo si voglia o meno, i numeri sono dalla parte dei produttori: oltre 400 milioni di dollari per il primo, e oltre 700 milioni per il secondo film hanno fatto sì che una terza pellicola non potesse di certo mancare. Sicuramente arriverà, di questi ne siamo certissimi, ma ciò che più ci ha incuriosito sono le dichiarazioni recenti di Andy Serkis (Cesare) e del regista (confermato per tutta la saga, fin ad ora) Matt Reeves, che hanno lasciato intendere una possibile “over trilogy” arrivando addirittura ad una pentalogia (parleremo più in là di questo aspetto).
Reeves si è spinto fino ad anticipare qualcosina riguardo al terzo capitolo, che pare sarà impostato come capitolo finale. Sembra che tutto il nuovo ciclo abbia compiuto un grande focus sull’intera crescita e personalizzazione di Cesare, essendo passato da un semplice “individuo” a ribelle senza fine per giungere infine a leader di un popolo. Cosa potrà mai mancare? L’apoteosi, la quasi divinizzazione di una guida senza pari. Un Mosè.
Proprio queste, infatti, sono le parole del regista: “Cesare attraverserà un processo simile a quello di Mosè con gli ebrei, una sorta di stato mitico”. Con questo, Reeves esprime la volontà di ricalcare tutte le avventure e gli espedienti che l’uomo ha vissuto, ma con delle scimmie. Una sorta di metafora per tutta l’esistenza umana, e si era abbastanza capito. La terza pellicola quindi è annunciata per il 26 luglio 2016, ma da qui a questa data ce n’è di strada da fare ancora per eventuali chiarimenti.
Poi è toccato ad Andy Serkis parlare, e le sue dichiarazioni sono state piuttosto “originali”. L’attore ha parlato prima del suo rapporto con la figura di Cesare, e di ciò che il suo alter ego dovrà affrontare nel nuovo seguito: non solo la figura quasi osannata (come già accennato), ma anche il “dualismo” che è costretto a vivere dal giorno in cui è nato. Da una parte, infatti, avremo il Cesare scimmia ormai diventato leader e parte integrante della società animale a cui ha dato vita, e dall’altra il Cesare ancora legato al mondo umano, del quale egli stesso si sentiva parte fin quando la verità non è sbucata pian piano con il crescere della sua consapevolezza (e anche con gli aiuti di James Franco e Freida Pinto). Un Cesare sempre più acclamato ma che sente sempre più difficile trovare un giusto equilibro essendo una figura “tra due mondi”.
Quest’ultima tematica ci piace molto e speriamo sia approfondita a dovere nel corso della trama.
Infine, sempre il nostro Gollum peloso si lascia a qualche conclusione sensazionalistica (forse eccessiva) avvertendo tutti, spettatori e giornalisti, che non è affatto detto che il ciclo debba avere fine con una trilogia: le scimmie avranno alla fine di questa una strada e un intero percorso da affrontare e nulla vieta progetti futuri, come successivi film.
Al fatto che vi saranno altri film ci crediamo poco, o almeno lo speriamo fortemente (allungare il brodo non è mai piacevole), ma che invece vi possano essere futuri progetti su questo non ci piove. Già da qui sentiamo odore di serie tv, e non di certo è un’esagerazione pensare che entro un paio di anni salterà fuori qualcosa, per la gioia o per la disperazione degli spettatori. Voi che ne pensate? Cosa saranno mai i “futuri progetti” a cui il buon Serkis fa riferimento?
Per adesso è tutto, in guardia dalle scimmie, che sul Pianeta sono sempre di più e sempre più intelligenti!
– Giulio Marciello –