Salve, cari amici di Isola Illyon! Spero voi abbiate passato una buona settimana…qui da noi c’è stato un po’ di confusione a causa del mio ultimo articolo: i Nani presenti in redazione (non ne farò i nomi…) non hanno preso bene il ritardo di una settimana impostomi dalla redazione. Vi dico solo che sono volati quadrelli e insulti in nanico stretto. Ora infatti sto scrivendo in mezzo al caos, spostando qua e là scudi, boccali di legno appiccicaticci ed enormi asce. Senza indugiare oltre andiamo dunque a parlare dei bellissimi, fantastici, carismatici, oltremodo gentili Nani!
Il Nano: formazione geologica
Il Nano nasce originariamente nella mitologia norrena, come il suo collega venuto male, l’elfo. Qualche nano afferma che gli dei li abbiano creati proprio per sopperire alla mancanza di mascolinità degli elfi (a buona ragione, s’intende). I Nani, secondo la il mito, germogliano dal sangue di Ymir (o Brimir o Blaìnn), un gigante. Nell’Edda (il poema che narra della loro origine, scritto intorno al Tredicesimo Secolo) si narra che i nani fossero molto simili alle larve che infestavano la carne del gigante, pregna di energia divina. Queste larve si andarono poi a rifugiare sotto terra (come fanno tutte le larve) e lì cominciarono a crescere. Tra queste si distinguono quattro nani dai nomi particolari : Norori, Suori, Austri e Vestri, rispettivamente i punti cardinali Nord, Sud, Est e Ovest.
Dopo questa introduzione alla loro nascita, l’Edda lascia perdere i nani, che ritornano solo a distanza di tempo mostrando una decisa evoluzione. Essi sono abili artigiani del metallo, creatori dell’Idromele della Poesia (tradotto direttamente da Mead of Poetry), e a volte vengono descritti come bestie selvagge super-sesso dipendenti e malvagie.
La cosa per cui sono famosi, come noi tutti sappiamo, è il saccente utilizzo dell’arte della lavorazione dei metalli. Già nella mitologia vengono affibbiati loro – o dati per “creati” da loro – oggetti di importanza epica: l‘Heimskringla, la porta che divide i due mondi, viene difatti costruita proprio da un nano. Alcuni nani vanno anche incontro ad una triste fine, come Alviss, pretendente della figlia di Thor e tramutatosi in pietra durante il matrimonio perché toccato dalla luce del sole.
È solo con la cristianizzazione che si va a stabilire “cos’è un nano”: un essere piccolo, tozzo e bravo coi minerali. Il nano perde tutte le sue funzioni legate alla magia (nella mitologia sono in grado di guarire e di manipolare la terra). Le nane vanno estinguendosi con la venuta della Chiesa e perfino le barbe si fanno meno grosse e più disordinate. È proprio a causa di questo nerf pesante alla vita dei nani che sono perennemente incazzati e ce l’hanno col mondo. Capirli, d’altronde, non è difficile.
Il Nano di Oggi
Il Nano di oggi è lo stesso del Quattordicesimo Secolo, almeno nell’aspetto. Tolkien, sempre Lui, riporta questi esseri alla luce con ‘Il Signore degli Anelli’, purtroppo assoggettandoli a pesanti nerf (ndr: de-potenziamenti) e buffandoli (ndr: colpendoli in maniera permanente) con alcuni malus, perlopiù insignificanti. Le Nane rimangono cose rare da vedere quanto una vergine ai giorni d’oggi o un unicorno tempo fa. Le barbe si fanno ordinate, la magia ancora non esiste (-1), sono ancora minatori, ma gli elfi sono più bravi (-2); vivono sotto terra ma spesso risvegliano cose e sono perlopiù lazzaroni che se ne vanno in giro (-3), ma in compenso non si pietrificano alla luce del sole (meh…).
Andiamo a vedere come hanno rappresentato i nani altri autori: tutti i vari de-potenziamenti verranno identificati con la parola NERF, in vero dialetto videoludico.
Il Nano di Tolkien: Nerf pesanti su tutta la linea. Cattivo, cattivo Tolkien.
Il Nano dei Fratelli Grimm: In Biancaneve i nani sono minatori saggi, bonaccioni e – direi – poco avvezzi al combattimento. Non sanno costruire un’armatura, ma in compenso ricavano dalla miniera diamanti grandi quanto biscotti che ovviamente vendono per un pacco di noccioline e una mezza bottiglia d’acqua (inflazione quanto mi costi). Anche qui, quindi, NERF.
Il Nano di Paolini: Nemmeno li cita. In Alagaesia hanno un nome diverso e hanno un ruolo secondario. Il Re, poi [SPOILER] muore tranciato da un incantesimo di livello 3. Meh.
Il Nano di Terry Brooks: Il buon Terry, nella sua infinita saga ambientate nelle lande di Shannara, non ci mette il nano, ma lo gnomo: giallo, brutto e codardo. Del Nano non c’è traccia, quindi un altro meh sulla tabella.
Il Nano del GDR : Ecco, qui andiamo finalmente sul positivo. In quasi tutti i giochi di ruolo essere un nano comporta due cose: la prima cosa è il dover borbottare (non andrai mai a casa senza voce), la seconda è dover bere come un dannato (e tutti noi sappiamo quanto renda più ruolistico bere al tavolo per davvero, giusto?). Tanti pregi, poi, seguono la classe del nano. Spesso è un guerriero eccezionale, altre volte è un minatore eccelso ed un saggio contemplatore. Un buon ruolo. Andiamo avanti.
Il Nano degli MMO: se prima avevamo il Bikini Chainmail, qui abbiamo il problema opposto. I nani del panorama videoludico soffrono di una patologia, ancora non documentata nella lettura scientifica, che li porta ad essere sempre coperti come se avessero una qualche malattia trasmissibile a contatto. Chili su chili di metallo attaccato ad altro metallo con viti di titanio e armi così grosse e pesanti che per sollevarle servono due anni di palestra solo bicipiti. Anche qui delle nane non si vede nemmeno l’ombra.
Il Nano della Rowlng: ho spulciato i libri della Rowling da cima a fondo per trovare un riferimento, una citazione, un’errore che riconduca a questa razza. Nulla. Zero. Il Vuoto. MEH.
Il Nano della Wizard – non D&D : anche qui, pesanti nerf. Piccoli, brutti, legati al mana rosso (sempre o quasi legato ad un mazzo veloce o ciccione) e con una storia frammentata e piena di sconfitte e massacri. Divisi in clan, sono così sparpagliati nel mondo e diversi l’uno dall’altro che parlare di “razza” sfiora l’utopia.
Okay, adesso l’analisi è completa. In sostanza ai nani non è andata bene quanto agli elfi. Forse perché il loro fascino è più del tipo irsuto che depilato, a loro è toccato Smaug, ai loro colleghi un po’ effeminati Evangeline Lilly e Liv Tyler. Insomma, chi c’ha i denti non ha il pane e chi ha il pane non ha i denti.
E voi, cosa ne pensate? Vorreste firmare una petizione per aiutare questi poveri nani? Fatecelo sapere nei commenti qui sotto!
– Yari Montorsi –