Sono passati ormai mesi da quando, in occasione del Torino Comics, ho avuto la possibilità di visitare lo stand di Cronaca di Topolinia. L’Associazione Editoriale piemontese, presieduta da Salvatore Taormina, è famosa per riunire appassionati e studiosi di quella forma d’arte contemporanea che è il fumetto, e per essere un punto di riferimento per collezionisti e semplici appassionati. Sono stato accolto da Taormina stesso e da Christian Terranova, che mi ha illustrato l’attività editoriale dell’Associazione, improntata alla sperimentazione e ad individuare e far crescere una “new wave” di giovani autori e disegnatori liberi di dare spazio alle loro intuizioni artistiche che magari, passando per altri canali più “commerciali”, sarebbe stato difficile poter mettere su carta. Mi hanno fatto conoscere nell’occasione, proprio per permettermi di toccare con mano la realtà di questa politica editoriale, la giovane autrice anconetana Francesca “Kaisy” Vivaldi, che stava sviluppando con il loro supporto un soggetto geniale nella sua semplicità. Eh sì, perché in questo caso ad impostare il soggetto è proprio la disegnatrice: un’idea per una storia che riprendesse in salsa cyberpunk “Alice nel Paese delle Meraviglie”.
Poi l’incontro con l’autrice Daniela Zaccagnino, che ha intravisto le potenzialità di una serie che unisse le fiabe e la fantascienza, reinterpretando tutte le classiche eroine delle favole (Biancaneve, la Sirenetta, ecc.) in questa chiave, per proporre una vera e propria collana ad albi intitolata “Le Neurofiabe”.
Ma come! Fantasy e fantascienza unite in un solo fumetto? Se non è pane per i denti di Isola Illyon questo! Cominciai quindi a marcare Christian e Francesca come De Rossi su Rooney, ed ecco un paio di mesi dopo concretizzarsi il primo prodotto riguardante questo universo fantas(y)scientifico: su Cronaca Comics (rivista mensile supplemento di CdT) vede la luce la prima parte di Wonderland, scritta e disegnata da Francesca Vivaldi. Si tratta dell’idea “originale” che sta alla base della serie ad albi e al tempo stesso ne rappresenta uno “spin-off”. Una sorta di dichiarazione d’intenti della disegnatrice, messa in immagini, matite e chine.
Il mondo di Alice non ha gravità
Chi mi segue da un po’ sa che sono adepto del Dio del Rock anni ’70, eppure la prima cosa che mi è venuta in mente come flash, aprendo le tavole di “Wonderland” e vedendo questa bella ragazza bionda quasi fluttuare collegata ai fili di un apparato per realtà virtuale, è stata quella vecchia canzone dei pur validi Negrita. Eh già perché, deliri musicali a parte, qui si parla il linguaggio del cyberpunk. E quindi di realtà virtuale confusa e scambiata per esperienza reale, di dipendenze varie (delle quali quelle da sostanze stupefacenti paiono non essere nemmeno le più gravi), di crisi sociale, di mondo ipertecnologico apparentemente perfetto ma che rivela tutto il marcio scrostando appena la superficie delle cose: insomma, tutti i temi cari al cyber. Gustando le tavole di questa prima puntata, i rimandi e le ispirazioni si stagliano vivide, dalle distopie di Dick al “Neuromante” di Gibson, dall’immaginario post Blade Runner al controllo del flusso di informazioni di Orwell al mondo di Moebius e di “Metal Hurlant”.
Alice è una ragazza drogata di cyberspazio e di realtà virtuale, oltre che di droghe chimiche. Per sfuggire al suo squallido presente, dal quale è completamente alienata, trascorre gran parte della sua esistenza nello spazio digitale, fino quasi a non distinguere più il reale dal virtuale. Ed è in questo contesto, tutto sommato non nuovo a certo immaginario di fantascienza, che si innesta il colpo di scena: Alice precipita, senza avere dapprima memoria di esserne entrata e senza possibilità di uscita dal programma, nel Paese delle Meraviglie dell’eroina delle fiabe sua omonima. Ecco quindi il ribaltamento nel fantastico: il cyberspazio e la tecnologia come porte della fantasia e dell’Altrove, al posto delle porticine di Carroll e del viaggio propiziato dalla Magia.
Alice comincerà così il suo viaggio dentro Wonderland, incontrando man mano tutti i personaggi della fiaba (ovviamente rivisitati) e chissà quali altre meraviglie, cercando di risolvere il dilemma che lei stessa ha creato, unica via per tornare alla realtà.
Al di là del soggetto e dell’idea di fondo, sicuramente spiazzanti ed originali di per sé ( uno degli espedienti più futuristici che si possano immaginare, la realtà virtuale, come porta per tornare agli archetipi e all’essenza delle cose, la Fiaba), va detto da queste prime tavole che anche il modo di trasporre l’idea sulla carta da parte di F. Vivaldi è difficilmente inquadrabile in un canone stilistico determinato. Cosa molto positiva e che testimonia come il tratto dell’autrice sia per definizione originale. A cominciare da come sono modellati i personaggi (e uso modellati non a caso, date le proporzioni perfette del viso e le misure da infarto della protagonista, che trovate qui in giro), dalla pulizia del tratto e dagli echi “manga” da un lato; alla cura del dettaglio ed all’attenzione al particolare del vestiario e delle ambientazioni dall’altro; dagli atteggiamenti “orientali” della protagonista, all’espressività e complessità dei volti e delle espressioni fino alla definizione dei volumi con un efficace ma mai invasivo chiaroscuro, la cosa più non-manga che si possa immaginare. In ideale continuità con uno dei temi basilari del cyberpunk, l’ibridazione, Francesca Vivaldi sembra fondere nelle sue vignette caratteristiche del fumetto orientale ed occidentale. Insomma uno stile decisamente fuori dal comune, che pare riuscire a restituire l’idea del plumbeo immaginario fantascientifico di riferimento senza appiattirsi sul clichè, e che al contrario nel mondo fiabesco/virtuale esplode in una sinfonia onirica tale da far quasi immaginare i colori, anche se il disegno è in bianco e nero (o meglio, sfumature di grigio).
Una produzione davvero originale nel concetto e che ha tutte le potenzialità ed i mezzi per mantenere ciò che promette: evasione pura, fantastico e fantascientifico (che poi sono facce della stessa medaglia) fusi finalmente in equilibrio e anche un po’ di sana riflessione sui temi cari al cyberpunk (il problema delle dipendenze, il controllo sociale da parte del Potere) che mai come in questi tempi sono di stretta attualità.
Le Neurofiabe, serie di cui questo “Wonderland” rappresenta la genesi creativa e lo spin-off, esordiranno a cavallo di ottobre e novembre a Lucca Comics&Games con l’albo numero uno “Biancaneve Cyberpunk” che vedrà ai testi Daniela Zaccagnino ed alla parte grafica naturalmente Francesca Vivaldi. Ogni albo sarà dedicato ad un’eroina delle fiabe diversa sempre in continuità con questo “universo espanso” appena creato, e il n.2 vedrà l’ingresso nel team della disegnatrice Roberta Pierpaoli. Isola Illyon sarà sempre sul pezzo per seguire e recensire questo promettente progetto tutto al femminile! Ora vi salutiamo, dobbiamo sbrigarci anche noi prima di perdere di vista il Bianconiglio robotico….
– Luca Tersigni –