Chi è il drago? E perché proprio nella caverna di un drago si concludono moltissime narrazioni, o avventure, in stile fantasy?
Nulla accade per caso e nulla viene costruito per caso. È da questo presupposto che tenteremo di dare un senso alla scelta del drago come elemento chiave – sia esso negativo o positivo – per tantissime vicende che ruotano attorno agli universi immaginari che tanto apprezziamo.
Non sappiamo quando il drago fa la sua comparsa, per la prima volta, nelle mitologie antiche. Possiamo soltanto affermare che diventa fin da subito elemento portante nelle tradizioni cinese, greca e norrena. Tuttavia soltanto in età paleo-cristiana assistiamo a un netto mutamento circa la simbologia di cui il drago si fa carico, che vira verso una direzione sempre più negativa fino a coincidere con l’animale satanico per eccellenza. Tolkien utilizza nel suo Legendarium la figura di Smaug per opporre all’avidità dei nani una terribile e mastodontica creazione dai poteri pressoché illimitati; ancora una volta, quindi, il drago incarna l’elemento mostruoso che si oppone al benessere e alla prosperità delle civiltà.
Con la pubblicazione del primo manuale di Dungeons & Dragons gli appassionati del settore hanno potuto finalmente godere di una rivisitazione etico-fisionomica dell’animale in questione: al dragone d’oro, buono e generoso, viene opposto il dragone rosso come incarnazione della distruzione e della supremazia del più forte sul più debole. Sfuma quindi l’accezione del tutto negativa a cui il drago viene da sempre associato per donare a quest’ultimo un maggiore spessore simbolico proprio delle creature naturali tipicamente fantasy.
Una delle produzioni videoludiche più recenti che vede il drago come protagonista è l’ultimo capitolo della saga degli Elder Scrolls, Skyrim: il giocatore interpreta un eroe dovahkiin che deve svelare il mistero circa la ricomparsa degli antichi draghi per tentare di sconfiggere il divoratore di mondi Alduin e fermare la devastazione delle terre del nord. In Skyrim il rapporto drago-eroe si rivela duale ed è impossibile stabilire con assoluta certezza quale sia il suo ruolo morale.
La tradizione vuole inoltre che al drago sia affidato il ruolo di dominatore dei quattro elementi, in particolare quello del fuoco. Questo probabilmente perché colui che riesce a controllare le forze naturali è paragonabile a una divinità – in tal caso maligna – capace di sottomettere al suo volere la realtà circostante; analizzando, però, la visione giapponese del drago – definito Ryū – possiamo rintracciare una simbologia del tutto opposta, poiché al Ryū è affidato il dominio dell’acqua. Come nel folklore cinese, egli è inoltre portatore di fortuna e prosperità, guardiano del ciclo vitale e della saggezza. Il drago è presente anche in moltissime araldiche storiche e in numerose opere monumentali antiche quale guardiano delle ricchezze familiari e simbolo di forza e longevità.
Qual è invece la vostra visione? Come immaginate il vostro drago dei sogni? Commentate e scriveteci, magari anche allegando al vostro contatto un racconto a tema draconico.
Buona immaginazione, e luminosi sentieri fantastici!
– Pasquale Palma –