Immaginatevi di essere un Titano, mitologica creatura dalla potenza inimmaginabile, che vive in un mondo fatto di deserti, pianure, foreste, paludi e ghiacciai e popolato da tantissime creature fantastiche, tra cui Ciclopi, Behemot, Gorgoni e Minotauri, ognuna delle quali si è insediata in un habitat differente. Siete in viaggio, a capo di alcune legioni di creature con una missione: sconfiggere una volta per tutte i vostri fratelli, gli altri Titani, corrotti dall’odio e dall’ira, nel tentativo di riportare pace e prosperità sulla vostra terra.
E’ questo lo scenario che si para di fronte ai giocatori di “Titan”, classico del Wargame per 2-6 giocatori ideato da Jason B. McAllister nel lontano 1980 ed in seguito migliorato e ripubblicato nel 2008 da Valley Games; premetto che, purtroppo, non sono riuscito ad entrare in possesso della prima edizione del gioco, targata Avalon Hill, e quindi tutta la recensione si baserà sulla più recente versione della Valley Games, ancora reperibile se siete fortunati.
Aperta la scatola di Titan, al suo interno troverete un gigantesco tabellone composto da due parti separate (chiamato Masterboard), rappresentante la “mappa del mondo” di Titan, 6 campi di battaglia Doubleface (chiamate Battlelands), ognuno rappresentante un habitat differente (palude, giungla, pianura…), un quantitativo considerevole di fustelle, contenenti le unità, i segnalini ferita ed i segnalini Legione. Sotto alle fustelle troverete quindi il regolamento, due fogli riassuntivi ed infine, un bellissimo porta pedine in cui tenere in ordine le varie pedine presenti all’interno delle fustelle (uno dei tanti miglioramenti della Valley Games), oltre ad un set di 20 dadi a 6 facce.
Dal punto di vista del regolamento, Titan si configura come un gioco estremamente semplice ed intuitivo: ogni giocatore verrà rappresentato da una pedina Titano, la quale verrà posizionata segretamente all’inizio di una Legione ad inzio gioco, che svolge una funzione simile a quella del Re negli scacchi, ovvero il perdere il Titano decreterà la fine del gioco per quel giocatore; quando tutti i Titani, tranne uno, verranno eliminati in combattimento, allora il rimanente verrà dichiarato vincitore. Non sarà però necessario terminare una partita solo in seguito ad un eliminazione diretta, ma sarà possibile anche determinare una vittoria “ai punti”, secondo un sistema di punteggio che assegna al giocatore vincente in combattimento un numero di punti determinato dalle unità perse dallo sconfitto in combattimento.
I giocatori svolgeranno, a turno, una serie di azioni con le proprie Legioni presenti sulla Masterbord (sulla quale sono rappresentati i vari tipi di terreno sui quali si svolge il movimento: pianure, acquitrini, montagne, boschi, foreste, giungle, paludi, tundre etc..), ovvero dividere una Legione in 2 ( azione utile sia per reclurtare più unità che per depistare un esercito inseguitore), muovere un qualsiasi numero di Legioni di un numero di caselle pari al risultato di un dado da 6 (rispettando le rigide regole al movimento, riassunte, tra l’altro, sulla Masterboard stessa), e reclutare unità.
Sulla Masterboard si svolge quindi la prima parte del gioco, ovvero quella legata al reclutamento delle creature per le proprie Legioni: a seconda della casella (habitat) in cui la Legione terminerà il proprio movimento, ad essa verrà data la possibilità di reclutare una creatura del tipo indicato nella tabella di riferimento (ogni territorio avrà, infatti, il suo “set” di creature specifiche da reclutare), in funzione del tipo e numero delle altre creature presenti nell’esercito; le creature utilizzate per reclutare dovranno essere mostrate a tutti i giocatori, in modo tale da evitare reclutamenti errati. Fatto ciò il contenuto della Legione rimarrà segreto fino ad un successivo reclutamento o all’inizio di un combattimento (cosa che analizzeremo tra poco). Il meccanismo di reclutamento ed il numero finito di creature reclutabili (dato che le unità eliminate in combattimento vengono rimosse dal gioco!) spingeranno i giocatori ad elaborare strategie sempre differenti nel corso della fase di preparazione dell’esercito, portando alla formazione di Legioni sempre diverse tra loro.
Se in una qualsiasi fase di movimento due Legioni avversarie verranno a trovarsi nella stessa casella, allora avrà luogo il combattimento: gli eserciti verranno posizionati dai giocatori sulla Battleland specifica di quel territorio (ognuna differente dalle altre per insidie ed ostacoli presenti, oltre a regole speciali della mappa) e lì si scontreranno per un massimo di 7 turni, finiti i quali il difensore verrà dichiarato vincitore e l’esercito avversario verrà distrutto. E’ proprio la fase combattimento il cuore di Titan, dove i giocatori si scontreranno come in un qualsiasi wargame, muovendo le proprie creature e facendole combattere. Ogni creatura in campo presenterà due caratteristiche, ovvero”Robustezza”, che indicherà il numero di punti ferita dell’unità ed il numero di dadi che ella lancerà in un’ azione di attacco in mischia, ed “Abilità”, che determinerà il numero massimo di spazi in cui la creatura potrà muoversi e verrà confrontata con quella dell’avversario per determinare il risultato del dado necessario ad infliggere almeno una ferita e, in alcuni casi, abilità speciali (quali la possibilità di volare o di attaccare a distanza).
Vediamo dunque di tirare le somme su questo gioco: gioco dalla lunga durata (stimati 240 minuti, ma probabilmente andrete ben oltre) semplice ed intuitivo da imparare, ma difficile da dominare, Titan non si presesenta molto bene dal punto di vista grafico (le illustrazioni non sono tutto questo splendore, anzi..) nè dal punto di vista della solidità dei materiali (il peso delle fustelle ha letteralmente spezzato due lati della scatola, ed inoltre molti segnalini si sono aperti in due subito dopo essere stati defustellati!). Il gioco ha però dalla sua il pregio di essere estremamente coinvolgente ed interessante, una vera e propria sfida tra menti, sia nel corso dei combattimenti che nell’organizzazione delle Legioni sulla Masterboard.
Purtroppo, però, l’estrema randomicità del movimento, gestita quasi completamente dalla Masterboard e dal tiro del dado, può facilmente portare in svantaggio un giocatore rispetto agli altri, impedendogli di reclutare le creature da lui desiderate e portando alcuni giocatori a stancarsi rapidamente del gioco o sentirsi frustrati. Anche la completa dipendenza dal dado in fase combattimento si fa’ sentire, anche se il confronto tra i “Battleranks” delle creature riesce quasi sempre a pareggiare eventuali sbilanciamenti. Ciononostante Titan è un gioco che mi ha lasciato davvero senza fiato con la sua semplicità e mi ha appassionato non poco, tanto da entrare nella mia personale top 10 di giochi da tavolo!
Voi che cosa ne pensate di Titan? Ci avete mai giocato? Vorreste provarlo? Fateci sapere la vostra!