La Giornata della Terra è alle porte: Illyon augura alla nostra preziosa dimora vita prospera attraverso un breve editoriale.
Il nostro Pianeta festeggia milioni su milioni di candeline, a differenza dell’Earth Day giunto quest’anno alla sua 44° edizione. Cosa si festeggia? Le meraviglie del mondo naturale che abitiamo sin dalla nostra nascita, la necessità di mutamento che dobbiamo imporre al nostro sistema socio-economico per sperare in un futuro prospero per i nostri figli e per i nipoti che verranno, le donne e gli uomini che anno dopo anno si battono per vedere realizzata una visione sostenibile del domani.
Che ruolo ha il fantasy in tutto questo? Sin dalle prime forme di espressione artistica, l’uomo è portato a rappresentare le caratteristiche del tempo che vive nelle sue produzioni artigianali: tra queste, la letteratura svolge un ruolo culturale significativo che influenza il pensiero dominante e che può donare una coscienza più forte su temi c.d. astratti – come se l’astratto fosse il male da cui fuggire – e non. Le favole di Esopo, di Fedro, il legendarium di Tolkien, Lewis e Brooks sono soltanto alcuni degli esempi più lampanti nei quali possiamo leggere e godere di una prima forma di paleo-ambientalismo morale che attraverso il racconto narra della necessità di preservazione dell’universo circostante.
La fiaba classica non ha di per sé un contenuto che noi contemporanei definiremmo “green”; tuttavia Esopo sceglie come protagonisti gli animali – in alcune produzioni tardive anche uomini, dèi e piante – poiché era costume della tradizione popolare greca utilizzare la trasposizione mitopoietica in tal caso per sottolineare le passioni e vizi dell’essere umano.
Fedro propone invece “esopie” – cioè fiabe che seguono il genere di Esopo – che trattano però temi nuovi, propri della tradizione latina, a loro volta legati a figure animali pressoché unificate nel comportamento all’uomo.
Facendo un salto temporale non indifferente giungiamo quindi al fantasy contemporaneo, e in particolare ai racconti della Terra di Mezzo. Tolkien rivoluziona il concetto stesso di narrativa donandole uno spessore degno della grande epica antica: oltre al tema del viaggio, onnipresente nei racconti che vanno da Il Silmarillion a Il Signore degli Anelli, l’Anello del Potere è il vero antagonista contro cui tutti i popoli liberi – così definiti poiché non schiavi della sua volontà – si schierano per difendere l’autoidentificazione conquistata attraverso la consapevolezza della propria storia, la difesa delle proprie dimore, il raggiungimento di una propria identità. L’unica guerra che scelgono quindi di combattere è quella per la difesa della terra e della sua integrità contro la mano oscura di Sauron che corrompe le foreste e prosciuga i fiumi, capace unicamente di distruggere e non di creare.
Clive Staples Lewis, uno dei fondatori del circolo degli Inklings, eleva il mito a strumento di conoscenza del reale: ne Le Cronache di Narnia utilizza figure animali o semi-animali per descrivere i suoi personaggi – sulla falsa riga della fiaba classica – attraverso i quali esprimere, ancora una volta, i vizi e le virtù dell’uomo in tutta la sua magnificenza. Tornando al tema centrale, non possiamo certamente dimenticare il vivace incontro tra Lucy e il fauno Tumnus: quest’ultimo descrive come la Strega Bianca, attraverso un sortilegio, controlla l’andirivieni delle stagioni: Narnia stagna in un perenne e rigido inverno dal quale deve essere salvata. Ed ecco come ancora una volta i protagonisti-eroi devono ripristinare l’equilibrio naturale del “mondo secondario” e liberarla dalla morsa dell’artificio che mette a rischio la sopravvivenza degli abitanti del bosco. Non vi suona familiare?
Lo stesso universo dei videogame, molto spesso disprezzato da ambientalisti d’avanguardia e sociologi, tratta il tema della conservazione naturale attraverso una simbologia variopinta e straordinaria. Pensiamo per esempio alla trama dell’M.M.O.R.P.G. più famoso, World of Warcraft: nella terza espansione del gioco, Cataclysm, Neltharion the Earth-Warder viene corrotto dagli Dei Antichi e per questo tenta di combattere contro gli altri Aspetti Draconici per garantirsi la supremazia assoluta. Divenuto successivamente Deathwing (in italiano Alamorte), viene sconfitto a seguito dell’attacco sferratogli da Malycgos, Nozdormu e Ysera. Allo sciamano Thrall – Go’el per i puristi – e ai mortali viene affidato il compito di ricostruire Azeroth ferita dai colpi del corrotto Signore della Terra affinché le generazioni future possano godere della sua rinnovata prosperità.
Il fantasy si rivela un’arte altamente creativa che ci offre l’opportunità di lanciare un messaggio planetario, un’idea condivisa da trasmettere in particolare alle fascia della popolazione mondiale più giovane che costituisce la leva sulla quale fare pressione affinché le cupe prospettive degli scienziati non si realizzino mai. Non accontentiamoci di leggere un libro: facciamo del racconto uno strumento di emancipazione per noi e per coloro che ci circondano.
Raccomandandovi di non cadere mai nella cupa bruma del pessimismo, festeggiamo tutti insieme la nostra grande, straordinaria casa comune.
Happy Earth Day!
– Pasquale Palma –