Viandanti del fantastico, quest’oggi nuove lande a prova di immaginazione ci attendono. In questo viaggio la realtà supererà l’immaginazione!
Fantasiosi giovincelli e giovincelle che non siete altro, ben ritrovati! Vi era mancato il nostro salpare verso spiagge inesplorate? A me parecchio. Era da un po’ di tempo che non lanciavamo uno sguardo verso il mondo che ci circonda e ,a volte, ciò che si può trovare, può spiazzare veramente. Non starò qui a dilungarmi molto, saranno i posti e le immagini a parlare. Quest’oggi, mai come abbiamo fatto fin ora, vedremo posti che di “fantasy” non hanno tanto la storia, o una possibile leggenda sulle spalle, quanto più possiederanno un’immagine e una fattezza da fantastico. Per esser più chiari, oggi vedremo luoghi fantasy più nella forma che nel contenuto. Ma non vi faccia storcere il naso questa mia premessa: vi assicuro che lo stupore sarà grande, anche per chi già ha visto alcuni di questi posti. Badate bene, il meglio ve lo terrò per la fine!
-Zhangye Danxia
Ci troviamo in Cina, nella regione del Gansu. Stiamo parlando di un parco geologico montuoso che si estende per oltre 300 km quadrati. La sua particolarità sta però, come si può ben vedere, nei suoi sgargianti e surreali colori. Può sembrare un ritocco o una colorazione accentuata, ma dobbiamo ricrederci tutti e accettarne la veridicità, tant’è vero che è stato classificato come patrimonio dell’umanità dall’UNESCO. I colori cosi vari e sgargianti ci fan credere di essere davvero in una terra fantastica, una di quelle abitate da elfi o gnomi tanto simpaticoni e paciocconi. Le cause di tale colorazioni sono diverse, ma in primis vi è la sedimentazione di diversi tipi di minerali che nel corso dei secoli si è depositata a “fasce” ricordando molto gli effetti delle bottiglie di sabbia colorata che eravamo soliti creare alle scuole materne ed elementari. Grazie poi al clima molto arido non vi è presenza di vegetazione e le fantastiche colorazioni sono un paesaggio perenne, che dà il meglio di se con la luce del tramonto. Davvero un posto dove poter meditare non trovate?
-Salar de Uyuni
Cosa c’è di più fantastico di un luogo in cui l’orizzonte scompare, per lasciar spazio ad un’ infinita tavolozza di cielo e nuvole? Sembra incredibile, ma è proprio ciò che accade nel deserto di sale più grande del mondo, in Bolivia: il Salar de Uyuni.
Disteso per oltre 10 mila km quadrati ha la singolare caratteristica di essere un enorme saliera, ma che, una volta passati i giorni di pioggia, conserva una sottilissima quantità d’acqua sulla superficie non lasciandola filtrare nel terreno, che diventa un vero e proprio specchio del mondo. Sembra un paesaggio dell’anima, dove non vi è distinzione tra terra e cielo, eppure è cosi reale che non vi mancano escursioni con bus organizzati e nemmeno viaggi in sella di grandi indipendenti appassionati delle due ruote. Insomma è un posto molto affascinante, in cui la perdita totale di ogni punto di riferimento “spaura” e affascina al tempo stesso. Anche questo è un fantastico luogo dove poter ritrovare calma e serenità, e forse affrontare il viaggio così lungo e così difficoltoso per raggiungerlo è un prezzo equo da pagare per osservare una tale bellezza. Armatevi di un mezzo, tanta benzina e partite!
-Parco dei Mostri di Bomarzo
Non tutti i luoghi più strani e affascinanti si trovano sempre in posti sperduti. Molti li abbiamo proprio sotto gli occhi e non ce ne accorgiamo nemmeno. Per il gran finale appunto, ho conservato due luoghi davvero singolari prettamente nostrani che forse non tutti conosceranno. Il primo è proprio quello di cui avete già letto il titolo riportato poco sopra: il Parco dei Mostri.
Già il nome fa immaginare qualcosa di singolare e di fantastico e a veder bene è proprio così: Il parco è anche detto “Sacro Bosco” ed è situato nel comune di Bomarzo, nella provincia di Viterbo. Esso era di proprietà di un principe di nome Pier Francesco Orsini (detto “Vicino”) e la sua costruzione risale intorno al 1574. Ciò che colpisce di più sono la forte presenza del grottesco, dell’amorfo e dell’impossibile. Sembra quasi che il principe abbia voluto sfidare “la moda” del tempo creando una sorta di percorso non sulla bellezza ma sull’orrendo e sull’inquietudine. Ci son molte storie che riguardano il “perché” di tali scelte e una delle più interessanti ci narra che il principe, distrutto dal dolore provocato dalla perdita della cara moglie Giulia, si sia dato ad uno sfrenato studio di classici e antichi testi in modo da creare la sua opera d’arte, simbolo del suo dolore. Di certo ha creato un qualcosa di davvero suggestivo e fantastico, basti pensare alla sorprendente “Casa pendente” o alle sculture giganti di lupi, belve feroci e draghi, ricavate dalla pietra.
Vi sono anche altre strutture più enigmatiche che, secondo alcuni studiosi, sono riconducibili ad un percorso alchemico che Vicino Orsini volle inserire nel suo parco e che quindi, in qualche modo, vi sia una sorte di matrice esoterica a plasmare il tutto. Certo è che lo spaesamento, che si può provare anche grazie alle frasi bizzarre e sfrontate lasciate per il parco, è forte e forse proprio questo era l’intento finale di tale opera. Il parco è quasi sempre aperto e le visite guidate appagheranno ogni voglia di conoscenza e di intrigo. Davvero un bel posto, in cui giocare a fare i “detective del fantasy” può portare a fantastiche congetture.
Ma tenetevi forte per il gran finale: un qualcosa che molti non conosceranno, un qualcosa rimasto nascosto agli occhi di tutti per tantissimo tempo, e che una volta svelato al mondo ha destato lo stupore di un’intera nazione, e anche più. Voglio ricordare ancora una volta che tutto è avvenuto su suolo italiano. Stiamo parlando del Piemontese, a circa 50 km da Torino…
-Templi dell’Umanità di Damanhur
Già il nome fa percepire qualcosa di incredibile e di assurdo. Viene da chiedersi: esiste davvero un luogo con questo nome in Italia? Uno se lo aspetterebbe in chissà quale angolo egiziano e invece è proprio qui. Ma andiamo con ordine: cos’è Damanhur?
Damanhur è una Federazione, da molti definita più che altro come una setta molto rigida, indipendente che ha posto le sue basi a Vidracco, un comune molto piccolo di circa 500 abitanti. È una comunità etico-spirituale in cui vige una propria moneta, una propria etica e una propria credenza. Proprio quest’ultima ci può interessare in quanto si basa fortemente sulla introspezione dell’anima e sulla credenza che solo l’uomo sia portatore della scintilla divina. Questa scintilla può essere accresciuta e svelata attraverso la meditazione sull’universo e sulla connessione di ogni essere vivente con la natura, infatti i damanhuriani spesso assumono nomi di vegetali o animali una volta entrati nella comunità. Può essere definita come una sorta di panteismo naturalistico in cui il classico binomio “Dio=Natura” è sostituito dal trinomio “Dio=Uomo=Natura”. Un concetto affascinante a mio avviso e che meriterebbe un giusto approfondimento ma credo non sia questo il luogo. Assunto che i damanhuriani siano dei tipi davvero singolari occorre chiederci adesso: cosa sono i Templi dell’Umanità e qual’ era il loro scopo? Partiamo dal principio: sono una sorta di cattedrale naturale, un tempio sacro (come dice stesso il nome, d’altronde), costruito interamente nelle profondità della terra, raggiungendo anche i 72 metri al di sotto del livello del mare, ed interamente a mano!
Ovviamente vi hanno messo mano solo ed esclusivamente i membri della comunità ed è da lodare la loro incredibile bravura e meticolosità. I lavori partirono in gran segreto nel 1978 e rimasero nascosti fino al 1992. Una volta scoperta la “mini Moria” di Damanhur fu grandissimo lo stupore nel vedere una tale costruzione aver preso vita nella più totale segretezza. Ma il problema era che seppur così maestosa, rimaneva comunque qualcosa di abusivo; per fortuna gli ordini di smantellamento riuscirono ad essere ritardati in modo tale da poter permettere al sito di divenire regolare a tutti gli effetti. Ma cosa c’è di cosi stupendo in questi Templi? Come dice il loro nome stesso, sono una sorta di percorso interiore, del proprio io, della propria umanità: la costruzione è composta da 7 sale, ognuna con un nome elementale (Sala dell’Acqua, della Terra, degli Specchi, etc) molto affini alla religione damanhuriana. Le sale sono estremamente colorate e ricche di simboli, effigi,raffigurazioni panteiste e surreali; il loro scopo è quello di aiutare la meditazione interiore e dare una spinta all’immaginazione e alla linfa vitale.
Anche se molti di noi non saranno membri della Federazione di Damanhur, e dato per scontato che non sia tutto oro quel che luccica (le critiche negative a tale “setta” sono davvero tante), è indubbio il fatto che la bellezza dei Templi sia qualcosa di oggettivo e che si creda o meno alle loro convinzioni, essi rimangono un luogo in cui il fantastico e lo stupore colpiscono facilmente. Vi consiglio di fare la visita guidata virtuale sul sito web ufficiale così da farvi un’dea ancor più concreta. Io sono rimasto particolarmente colpito da questo “Museo” così singolare e non a caso, stavo quasi dimenticando di dirvelo, è detentore di un “Guinness dei Primati” come Museo sotterraneo più grande del mondo. Sorprendente no? Quanti di voi conoscevano già questo posto? Quanti di voi l’hanno visto dal vivo?
Per oggi è tutto miei cari compagni di viaggio, ci rivediamo alla prossima con altre succulenti destinazioni da esplorare!
A presto!
– Giulio Marciello –