Ci fu un tempo in cui venne creato il gioco di ruolo, e Gary Gygax vide che era cosa buona e giusta. Poi arrivò il morbo del Powerplayer e neanche il creatore potè nulla.
Ogni giorno milioni di giocatori di ruolo pregano il creatore, pregano e sperano che nel loro party non arrivi un Powerplayer. Alcuni vengono esauditi, perché il creatore è saggio. Altri, probabilmente quelli che un giorno troveranno la strada del “livello epico” devono subire una delle piaghe sociali che affligge questo bel mondo: i Powerplayers.
Cos’è quindi un Powerplayer? Il termine, indica quei giocatori degenerati che mirano soltanto alla vittoria; fregandosene totalmente dell’interpretazione e dello spirito del gioco. La maggior parte di questi esseri immondi, spende utili energie nello studiare le regole dei Gdr per sfruttarne i “cavilli”, rovinando il gioco al master e agli altri giocatori. Ma cosa spinge questi esseri a comportarsi in questo modo? Hanno forse avuto traumi infantili? Master particolarmente malvagi? Compagni di gioco inetti? Ma soprattutto siamo sicuri di volerci addentrare nelle loro turbe psichiche? La risposta è no. Non sappiamo quale essere può partorire questi “mostri”, odiosi protagonisti di catastrofiche avventure e nemici giurati di qualsiasi buon Master. E ricordate, la distruzione del party (fisica si intende) può non essere la miglior soluzione.
Ora, non voglio assolutamente affermare che giocare un personaggio ottimizzandone i talenti sia una prerogativa da “Powerplayer”. Voglio però affermare che creare un personaggio solo per poter massimizzare i dadi da tirare è triste. Soprattutto: perché giocare un personaggio senza dargli una personalità? Senza dargli un’anima? Il cui solo scopo è per forza diventare il giocatore più potente?.
L’interpretazione deve essere parte integrante del gioco, cosa che in alcuni sistemi è troppo stereotipata, ce ne faremo una ragione, ma ciò non deve togliere importanza alla caratterizzazione del personaggio. A quanto pare ci sono giocatori che non riescono a divertirsi senza essere la “potenza assoluta”. Come fare per rompergli le uova nel paniere? E soprattutto come evitare di perdere la voglia di giocare di ruolo per paura di trovarsi di fronte questi elementi?
Per risolvere questi quesiti mi sono rivolto ad un mio caro amico, che incarna molte doti: Giocatore esperto, e soprattutto perfido Master, uomo che può vantare il titolo di “Master dito ar culis“, conferitogli dall’Università del Drago Infuocato, situata alle porte di Waterdeep nel Faerûn.
Il dialogo si è tenuto in draconico, lingua che non padroneggio molto bene per cui scusate gli errori di traduzione.
“Caro Faust. (il nome non è totalmente fittizzio) Quale è il gioco di ruolo prediletto dai Powerplayers?”
“Il Powerplayer è sicuramente una prerogativa di D&D, bisogna aspettarsi di giocare con questi elementi. Teneteli a bada, soprattutto nelle situazioni fuori dal combattimento, costringerli ad avere un’interpretazione coerente e fermarli quando vogliono fare qualche cacata incoerente, sono le chiavi per la loro dominazione.“
“Quali sono i tuoi metodi preferiti per combattere questa piaga sociale?”
“La regola “aurea” è uno dei miei modus operandi preferiti: armi, oggetti, monete e armature possedute dai giocatori sono un ricchissimo bottino per le gilde dei ladri. Inoltre nelle mie avventure esistono sempre altri eroi che sono più forti del gruppo. Non lasciare mai il tempo per prepararsi allo scontro, queste mette in crisi ogni powerplayer. Impedire la resurrezione può essere cruciale, l’importanza della morte è un arma da tenere molto in considerazione. I nemici non sono tutti stupidi e non sono ciechi, possono riconoscere i ruoli dei giocatori, e cercheranno di concentrare gli attacchi sul punto debole o su chi è la maggiore minaccia.”
“Il tuo motto?”
“Punirne uno per educarne cento.”
Per quanto mi riguarda penso che D&D sia probabilmente molto “infettato” da questo tipo di giocatore, ma anche altri sistemi non sono totalmente immuni. Quali sono i vostri metodi per contrastare i Powerplayers? Siete d’accordo con le teorie del cattivissimo Faust? Fateci sapere cosa ne pensate!
–Mattia Sala–