Hai una vita poco avventurosa? Vieni a vedere quanto è facile scaricare la colpa sul tuo essere soltanto un umano, costa meno di un consulto psichiatrico.
Sebbene l’animale isolano non sia un individuo particolarmente inviso all’homo sapiens generico, si lavi i denti anche tre volte al giorno e goda genericamente di buona salute, sia fisica che mentale… va beh, rifacciamo. Sebbene l’animale isolano non sia poi così malato e neanche risulti una presenza così sgradevole per un individuo qualsiasi, capita che si senta in qualche modo inadeguato e fuori posto nella realtà che lo circonda. Tremendi tarli lancinano l’animo tormentato dello sventurato che soffre di questo particolare complesso, assai diffuso tra i membri della sua specie. Egli – il coso, insomma – si pone con cuore affranto le solite domande.
Forse è proprio per quello. Pensateci. Vostra madre voleva un figlio medico, non uno che si vanta di essere un paladino con una spada parlante nell’inventario (siete medici e siete anche paladini? Come avete fatto?).
O forse semplicemente ci sono delle tragiche incoerenze tra la vita vera e gli idilliaci momenti di gioia, gaudio e tripudio che ci offrono gli stupidi giochi di ruolo/videogiochi/wargames/sexychat-travestite-da-city-online con cui ci balocchiamo ancora! A trent’anni. Dov’è una corda per impiccarmi? Ah, già, è sotto la mia mazza +2.
Ma no, suvvia, non pensate al suicidio. Non si guadagna esperienza, non ne vale la pena. Ci sono qua io per voi, pronto a deresponsabilizzarvi e a farvi affrontare la giornata col sorriso e l’ottimismo degno di una pubblicità dei biscotti Mulino Bianco. E non sollevando banali obiezioni come “non possiamo essere ammazzadraghi perché non ci sono i draghi” o “non possiamo essere maghi perché non esiste la magia”. Conosco gente che crede agli uni e all’altra, e che si offenderebbe se pronunciassi simili frasi. Lo so che suona strano, ma d’altro canto conosco anche gente che si veste da pony. Fate voi. A proposito, volete essere miei amici?
No, la verità è un’altra, ed è ben più amara. Non è vero che questi giochetti vi permetteranno di costruirvi una vita virtuale e quant’altro. Non è vero che avrete tutto il realismo che vi serve. Non importa quanto siano ben realizzate tutte quelle dannate ambientazioni, non è vero che simili luoghi potrebbero esistere. Vi hanno ingannato, e io ve lo proverò. E soprattutto vi proverò che la colpa non è dei draghi. Né dei pony.
Adopererò il metodo deduttivo-induttivo-riduttivo-costrittivo-astringente. Ovvero vi farò dei begli esempi. Da una parte la vostra vita di eroi in un mondo fatato, dall’altra quella di eroi in un mondo di… verso. Partiamo dall’inizio. Chi è che siete, voi?
Ovviamente un’allegra combriccola di avventurieri. C’è Kalen lo Svelto, nobile elfo ed erede del millenario casato degli Almaar: per sete d’avventura, pur essendo straricco, fa il ladro. Con classe.
Anche noi siamo una banda di avventurieri, e tosti pure. Noi abbiamo Gino il fiorentino. Non è nobile, ma ha rubato la bicicletta al vicino di casa (cieco, sordo e costretto su una sedia). La moglie del vicino, che ha il terrore dei ladri, chiama i carabinieri una notte su due e quella volta per puro caso hanno trovato Gino con questa bicicletta, che il padrone teneva abbandonata in una vigna da venticinque anni. L’hanno beccato e ha dovuto riportargliela, con molte scuse.
C’è poi Dentedacciaio, il guerriero nano, feroce e spietato, che ha ucciso il suo re ed è stato bandito dalla sua città natale. Da allora offre i suoi servizi di mercenario al miglior offerente.
Noi abbiamo Ivano il pisano. Non è nano, è solo molto basso. E non chiamatelo così, che ci resta male.
La nostra maga è Shayra. Viene dal Sud, originaria di un popolo nomade che vive tra le rovine di una civiltà così antica che se ne è perso anche il nome. Siccome proviene da terre calde, anche qui, con diciotto sottozero, si veste a malapena.
Qui c’è Agnese la lucchese, che però è originaria della periferia di Massa, città così rinomata che alcuni pensano che Massa e Carrara siano un posto solo, quindi in un certo senso si è perso il nome anche di quella. È la nostra maga del fritto: glielo diciamo per farle piacere, perché in verità cucina come una bestia. Grazie al cielo è inverno, perché quando è estate e si veste leggera ci vuole tutta la nostra forza di volontà per guardarla.
Io sono insertyournamehere. Dando un’occhiata alle varie classi, ho notato che la più figa in assoluto non poteva che essere quella del ranger: cacciatore, spia, guerriero e capace di sopravvivere in qualsiasi ambiente. Ora sono il più inadatto a vivere del gruppo ma, eccezion fatta per il mio compagno animale (un tapiro), sono comunque considerato (almeno al primo livello) un individuo di una certa importanza.
Eh, io, eh, io faccio, eh, sì, scrivo… Sì, sono una sorta di giornalista. Eeeeh, no, pagare non mi pagano però… Sì, sì, sì, son soddisfazioni, ci mancherebbe. Eh, va beh, ho capito. Nononono, non mi offendo, ci mancherebbe, mica c’è da vergognarsi. No, no, scriva pure disoccupato, sì. Mi scusi, eh.
È giunta voce che una compagnia di avventurieri si è formata nella nostra città e già piovono altri aspiranti! Stamani è arrivata Linda, che abbiamo scoperto essere una chierica. Il suo tempio è stato distrutto e ora chiede vendetta. Faremo in modo che la ottenga!
Abbiamo organizzato una cena e già spuntano scrocconi. A tradimento, senza che nessuno di noi lo conoscesse, ci siamo trovati al tavolo un certo Nedo di Livorno. Ci ha chiesto dei soldi per il treno e, sia pur riluttanti – perché nessuno di noi ha una lira o un lavoro – abbiamo fatto una colletta. Da un rapido controllo in stazione ci siamo accorti che non c’erano treni all’ora che diceva lui e che il biglietto costava molto meno. Tra l’altro Nedo non fa rima con Livorno né con livornese… Ma trovami te qualcosa che faccia rima con Nedo.
A proposito, a questo punto immagino vi sarete accorti che i membri del mio gruppo sono tutti toscani. Questo già ci fa capire come non sia poi così facile mettere assieme un gruppo con nani, elfi e gente proveniente da terre esotiche e lontane. Tra l’altro leggendo il seguito potrete immaginare con facilità come la situazione possa diventare ancora più critica se con me ci fossero un milanese, un napoletano e un romano de Roma. Ma torniamo a noi.
Il luogo in cui inizia la nostra avventura è ovviamente la taverna del Cervo Dorato. Siamo lì che chiacchieriamo e beviamo, quando all’improvviso un individuo trafelato/un tizio con la barba lunga e il bastone/un soldato ferito/un mercante in difficoltà/un nobile derubato/un tipo losco/un orco educato/un alieno/vostra madre/Giancarlo Magalli entra e ci affida una missione. Così, ai primi quattro ubriaconi dall’aspetto insolito che trova in una taverna. Ci armiamo e partiamo, pieni di entusiasmo. L’oste non ci presenta manco il conto perché abbiamo appena iniziato.
Il nostro ritrovo è il bar “da Enzo Pacini”, sposato Pacina Enzi, proprietario anche del ristorante “da zia Pacenza – Specialità velenose”. Ce l’ha raccomandato Agnese la lucchese, dicendo che si spende poco e si mangia bene. Gino il fiorentino chiede subito un non-si-sa-bene-cosa da bere: i gestori ci guardano male. Senza preoccuparsi di essere visti e uditi, ci indicano anzi ripetutamente a tutti i clienti e ci etichettano come “gente strana che vien da fuori“. Ivano il pisano viene fatto oggetto di battute davvero poco gentili. Ci alziamo infastiditi. Il conto si rivela salatissimo e, dal momento che ci mancano dieci centesimi, tocca appellarsi alla generosità del padrone e impegnare il mio dollaro d’argento fortunato, che vale circa una ventina di euro.
Essere un gruppo coatto non è facile, per cui è necessario innanzitutto superare le nostre differenze. Nonostante il guerriero Dentedacciaio sia caotico malvagio, infatti, riesce ad andare d’accordo con la chierica Linda che è legale neutrale ed il ladro Kalen che è caotico buono. Shayra è neutrale ninfomane, quindi non dà noia a nessuno.
Non si fa in tempo a salire in macchina che cominciano i soliti discorsi. Nedo accusa Gino di essere troppo borghese, Gino accusa Nedo di essere un comunista. Nedo smentisce, proclamandosi fieramente anarchico e rivendicando due o tre attentati avvenuti negli anni di piombo, quindi assai prima della sua nascita. Agnese non vuol sentir parlare di politica e sbrana Ivano, perché lei dice di esser vegana mentre suo padre nell’ottantasei andava a caccia. Nedo, vedendo Ivano in difficoltà, rincalza la dose perché, a prescindere dal suo orientamento politico, Ivano è di Pisa. Io, perché non prendo le difese di nessuno, vengo definito qualunquista e ignavo. Ignavo! Bisogna conoscere la Divina Commedia per sapere cosa voglia dire! Ma ci rendiamo conto? Questo scatena la mia ira, così fermo la macchina per prendermi il tempo di mandare tutti a fanculo. Poi ripartiamo, mentre tutti si tengono il broncio a vicenda.
Vittoria! Abbiamo sconfitto una pattuglia di mostri! Procediamo a razziare i cadaveri come dei tombaroli senza rispetto neppure per i morti. Nelle loro tasche troviamo oro, pozioni e un anello magico. Dentedacciaio prende la corazza ad uno dei nemici e la indossa. Non importa se era un Orco altro tre metri e se l’abbiamo ucciso a forza di colpi d’ascia, di spada, frecce, palle di fuoco, palle di cannone e sciogliendo acido sopra i suoi resti: la corazza gli calza a pennello ed è come nuova.
A noi è andata peggio: siamo finiti all’Upim perché Agnese vuole comprare dei leggings che modellano le natiche. Trattandosi per forza di stregoneria – visto che Agnese ha delle cosce che paiono prosciutti di Parma – andiamo tutti assieme. Tempo due minuti e Ivano è fuori che fuma, gli altri si sono persi e io rimango solo con Agnese. Lei trova un accidenti di niente che le vada bene: quel poco che riesce a infilarsi ha filetti ovunque e le prude. Oltretutto mi chiede insistentemente come le stiano tutte le schifezze che riesce a mettersi, ma io ho deciso di puntare sulla forza e non sul carisma, per cui non dà il minimo peso a quel che dico. Io vedo una bella camicia addosso a un commesso e gli chiedo se la vendono, ma quello mi risponde con un sorrisino sotto i baffi. Medito se ucciderlo e depredarlo, ma poi rifletto sul fatto che lui ha dieci anni meno di me e penso a come starei con quella roba addosso, dopotutto. Ce ne torniamo a casa senza aver comprato niente, con Gino che ha pure perso il portafogli.
Urrà! Sono passato di livello!
Porco di un cane, sono passato col rosso! E m’ha fatto pure la fotografia!
Nel mio mondo una spada come la mia è sempre utile e il mio operato è apprezzato: è bello saperlo.
Al paese mio se ti trovano con una spada ti arrestano. Se poi quelli della polizia hanno la pistola magari ti sparano pure. Farai meglio a saperlo.
Linda è in qualche modo intrigata da Shayra. Potrei sbagliarmi, ma mi pare che abbiano fatto allusioni a sfondo erotico. Inoltre Linda, seguendo l’esempio della nostra maga, ha sostituito la sua armatura arrugginita e pesantissima con un duepezzi metallico (con tanga) a contatto diretto con la pelle. Fondamentali gli spallacci e le ginocchiere, a difesa dei punti vitali. Adesso il suo valore di armatura è quasi il doppio di quello di prima.
Agnese ci scassa i maroni perché sfogliamo il calendario di Max (trovato in un cassonetto). Ci dice che le modelle sono rifatte e pure male. Quando poi le facciamo notare che nei porno si vedono cose peggiori, afferma di non sapere cosa sia un porno. La guardiamo stralunati e ci accorgiamo che riusciamo a farlo solo perché si è messa addosso un piumino che va dalle orecchie alle caviglie. Nonostante questo è tutto il giorno che si lamenta perché ha freddo, anche se fuori ci sono quarantotto gradi all’ombra. Inoltre si gratta e si lamenta perché il braccialetto che le ha regalato quell’individuo avvolto nel mistero del suo ex (nessuno l’ha mai visto né sa come si chiami) le causa una fastidiosa irritazione alla pelle. Forse è allergica al metallo. O forse è solo una rompic////////
Non sempre le cose vanno come vogliamo. L’ultima battaglia con i minotauri mannari è stata cruenta e sono ferito. Poco male, dormirò otto ore.
L’altroieri mi è caduto un sasso su un piede mentre camminavo in pieno centro. Mi si è gonfiato tutto e non riesco ancora a infilarmi le scarpe.
Ti capisco, a Kalen è andata peggio. L’hanno ridotto a un solo Punto Ferita con un colpo di spada a due mani.
Ah, beh, dici niente! Ivano invece si è chiuso le dita nella porta!
Dormirà sedici ore anziché solo otto.
Scusa?
Dormirà sedici ore.
Ah, dorme così, a comando? E dopo sedici ore sta bene? Ma lo sai quante sono sedici ore? Neanche una giornata di riposo e questo si lancia di nuovo in giro ad ammazzare mostri.
Beh, magari non recupera proprio tutti i Punti Ferita… Mh, già, gliene manca ancora uno.
Ivano invece è andato a farsi le radiografie alla mano, pensa te! Microfratture, hanno detto. Forse gli ingessano le dita per un paio di settimane. Oh, ma dopo prende la spada anche lui, eh, e già che c’è si mette a scalare la torre dello stregone. Ma un braccio non ve lo rompete mai, voi?
Ah, sssssì. Cioè, dipende molto dal gioco. In base a qual’è, hai una penalità alla forza e alla destrezza…
Una penalità? Ma hai mai provato a romperti un braccio e a sollevare uno spadone a due mani? Prova un po’.
Comunque il re della città di Nyggurfhurdhur (tre case, una locanda, un castello e un tesoro immenso che nessuno pensa mai di prendere per sé; ovviamente ci sono anche duecento guardie di livello superiore al nostro, perché il master è un cane) ci ha affidato un compito degno di avventurieri del nostro calibro: salvare suo figlio, rapito dal tremendo Gugurjahurial, che non si sa cosa sia né da dove venga, ma è così malvagio che a confronto il nostro nano è un santo. Ci offre ricchezze, uno scudo e una spada appartenuta alla sua famiglia per secoli e secoli. Non ci passa nemmeno per l’anticamera del cervello che uno scudo alla fine è un pezzo di legno e che la spada sia ormai un inutile ferrovecchio: se è lì da secoli, è necessariamente più potente della mia.
In comune assumono un vigile urbano. Assieme danno l’uniforme che aveva quello che è appena andato in pensione, ancora sudaticcia, ma la detraggono dallo stipendio. Ci candidiamo e scopriamo che ci sono due milioni di domande di lavoro per quel posto, alcune provenienti anche dall’estero, ma non c’è scritto niente sui requisiti richiesti. Chiedendo a un’impiegata questa ci risponde scocciata che ci devono essere scritti, altrimenti è chiaro che non siamo qualificati a prescindere. Strano, perché il vigile di prima era un ubriacone con l’Alzheimer, mentre noi perlomeno abbiamo un certificato medico decente. Decidiamo comunque di candidarci, perché le regole sono chiare: niente quest, niente exp. Ci scartano e assumono un altro ubriacone. Dopo due anni di avventure, siamo ancora a exp 0.
Oggi è un giorno triste. Shayra è morta.
Le mie più sentite condoglianze. Capisco il tuo dolore, amico, è come se fosse parte di me. Perdere qualcuno per sempre è terribile, ma bisogna essere forti. È la vita. Ricordo quando morirono i miei nonni, i miei zii, i miei cugini, il mio pesciolino rosso. È una perdita…Un dolore… Insomma, può capirlo solo chi lo prova. E poi era così in gamba. Ed era anche una gran gno-
Scusami, stavi parlando? Ero al tempio con gli altri. Ecco qua Shayra, come nuova.
……………
Ci è costata quattrocento monete, eh.
Sì, eh? Da me le lucciole vogliono almeno cinquanta euro. Quant’è il cambio monete d’oro/euro?
Shayra è tornata più forte che mai. Sentivamo tutti la sua mancanza. E devo dire che da quando è tornata sembra volermi stare più vicina. E anche Linda. A volte sembrano sul punto di litigare tra loro per attirare la mia attenzione. Sono sorpreso: non pensavo di essere questo granché, ma a quanto pare non sono affatto da buttare!
Ok, a questo punto ho se non altro la prova che vieni da un videogioco. Tipo Dragon Age, The Witcher e così via, sennò proprio non si spiega, neanche nel tuo bel mondo fatato. Comunque anche Nedo è tornato. Se n’era andato per cercare una compagnia meno stupida della nostra e più impegnata politicamente, per usare le sue parole. Il fatto che sia di nuovo qua la dice lunga su quanto lo apprezzino anche altrove. Stranamente, Agnese sembra particolarmente contenta per il suo ritorno. Io lo dicevo che era orba come una talpa, visto che Nedo è brutto come la fame. Che se lo tenga, comunque! Per carità! Piuttosto mia nonna! No, aspetta, un momento, un momento, non volevo dire quello, ma no, nononono, non sei così brutta, noooo, ma scherzi, ma che dici, no sei quasi… Era un complimento! Ma l’hai mai vista mia nonna in fondo? È bellina, eh. Si conserva ancora bene, per avere centosei anni. Cioè, sei abbastanza… Sì, insomma, su, non farmi dire queste cose, lo sai che sono timido… Cos’è? Sono simpatico? Oh, uh, beh, grazie… Ma simpatico in che senso? Ah, in QUEL senso. Grande, allora son proprio da buttare… Ma giù da un precipizio.
Senti…
Eh? Che c’è? Non ho tempo da perdere, sto cercando un precipizio. E sto pure in pianura.
Noi avremmo appena ammazzato un drago.
Un drago? Un DRAGO? Ecco perché qui non ce ne sono! Li avete ammazzati tutti voialtri! E ora noi come facciamo a fare gli avventurieri, eh?Eh? EH?! Come facciamo, se non ci sono i draghi?!
Prossimamente: perché il metodo deduttivo-induttivo ecc. non funziona.
– Luca Sigali –