Molti di quelli che vivono meritano la morte, e molti di quelli che muoiono meritano la vita. Ma caro Tolkien era proprio così necessario far morire Boromir?
Qualche giorno fa ho letto l’articolo “L’importanza di essere Frodo Baggins” che potete trovare qui. In questo pezzo umoristico il caro Antonio afferma che Boromir è forse il personaggio più odiato della saga. Per me Boromir è invece una delle figure chiave della Compagnia dell’Anello, il bistrattatissimo Boromir, puntaspilli ufficiale del pellegrinaggio a Monte Fato.
Perché Boromir meritava di salvarsi? Iniziamo con un’analisi prettamente pratica, la compagnia deve viaggiare leggera, il peso può essere di ingombro e la velocità è la chiave dell’impresa. Notiamo quindi che la maggior parte della Compagnia, possiede un equipaggiamento base, razioni, armature leggere e poche armi. Gli Hobbit: Pipino e Merry possiedono una spada, Frodo possiede una lama di fabbricazione elfica (Pungolo) e una cotta di Mithril, Sam si scarrozza una spada, uno zaino con vettovaglie e attrezzi da cucina (da bravo ometto di casa quale è). L’elfo Legolas è armato in maniera leggera, possiede i suoi vestitini elfici, di pregevole fattura, un arco e uno o due pugnali. Gimli, il classico nano burbero ma col cuore d’oro porta con se una cotta di maglia d’acciaio, degli stivali nanici e un’ascia.
Gandalf possiede un bel bastone da mago, una spada elfica di nome Glamdring, la sua conoscenza magica e la sua saggezza, anche se ogni tanto si dimentica le cose (la vecchiaia avanza per tutti, a parte per gli elfi!). Aragorn, l’erede di Isildur, se ne va a zonzo solo con un arco e una normale spada (almeno nella trasposizione cinematografica di Peter Jackson), dovrà aspettare di arrivare dal suocero Elrond per farsi forgiare una spada figa; il solito raccomandato. Dulcis in fundo, l’unico responsabile è Boromir, infatti da esperto capitano di Gondor, per affrontare le sue avventure, trascina con se: un’armatura di maglia, un elmo, uno scudo, una bella spada, il famoso corno di guerra che suonerà gloriosamente prima della fine. Per quanto appesantiti i più avveduti sono Gimli e Boromir, che tra l’altro non vedono l’ora di menare le mani, al contrario del resto dell’allegra combriccola.
Boromir è il difensore per antonomasia di Gondor, sempre fedele, sempre in azione a contrastare il male, l’uomo che detiene il record per riconquiste lampo di Osgiliath , amato dai suoi soldati, odiato dal nemico. Una spina nel fianco per gli orchetti di Sauron, instancabile, combatte per mantenere la pace nel regno, figlio prediletto del Sovrintendente Denethor. Denethor, che con la sua enorme forza di volontà diede filo da torcere niente popò di meno che a Sauron in torre e occhio. Non nego che il duo Denethor-Boromir non abbia mai pensato alla carriera reale, effettivamente esercitavano un potere regale dal punto di vista giuridico, senza però essere re, ma solo sovrintendenti, lo stesso Denethor ricorda a Boromir bambino che non sarebbero bastati dodicimila anni per far diventare re un sovrintendente.
Ma mentre Boromir combatteva e Denethor usava il palantir per contrastare Sauron, dov’era Aragorn? Per tutta la sua vita, Aragorn, non fa altro che girovagare con i suo amici raminghi, copulare con la figlia di Elrond, fare da balia a Gandalf e o a Hobbit disastrati, mentre da tutt’altra parte uno stoico Boromir difende le terre di quel cazzaro di Granpasso, senza essere minimamente retribuito. Dov’è la meritocrazia? Gondor non ha bisogno di un re, soprattutto di un re che si fa solo i cazzi propri.
Voi cosa pensate del povero Boromir? Che sia solo una sfigatissima calamita per frecce, o che sia uno dei personaggi più accattivanti dell’opera di J. R. R. Tolkien? A voi l’ardua sentenza, per me Boromir rimarrà l’esempio della catarsi, e del sacrificio per il bene comune. Mi piace immaginare che in un universo parallelo abbia avuto questa idea.
–Mattia Sala–