Riuscirà il leggendario drow a farsi spazio a colpi di scimitarra anche tra le pagine di una novella grafica? Alla presente review l’ardua sentenza!
Nel continente noto come Faerun, ove regni e domini di ogni razza nascono, prosperano per poi sparire e alimentare le leggende raccontate attorno a un fuoco sui “Reami Dimenticati”, esiste un mondo che non vede mai la luce del sole. Un mondo popolato da ogni sorta di aberrazione e di progenie del male che lottano ogni giorno per la sopravvivenza. Questo è l’ Underdark, il Sottosuolo. Un mondo nato dalla penna di R.A. Salvatore e che ha dato vita ai drow, gli Elfi Scuri. Nasce così una delle razze e delle civiltà più odiate e temute dalla gente di superficie e nasce anche la leggenda di Drizzt Do`Urden, il ribelle sfuggito alla tela di Lolth. Con l`arrivo della Quarta Edizione di D&D e della nuova edizione dei Reami i drow stanno per essere messi al centro di nuovi eventi, e per Drizzt sta per iniziare una nuova avventura.
“Il Dilemma di Drizzt” è la prima puntata del romanzo a fumetti del ciclo basato sui libri di R. A. Salvatore, ambientato nel mondo di Forgotten Realms, la principale ambientazione per Dungeons & Dragons. Viene presentato per la seconda volta nella sua versione a fumetti, svelando gli oscuri misteri di Menzoberranzan, la città dei drow. Si tratta della seconda edizione dopo quella del 2007, edita dalla 25 edition su licenza DDP e Wizards of the Coast. È un prodotto ufficiale che vede alle matite Tim Seely e ai colori Blond, autori già di altre pubblicazioni a fumetti come il ciclo di Elminster il Mago.
La trama ricalca in maniera molto fedele quella del romanzo letterario, ivi compresa la scansione temporale e la suddivisione del ciclo: il fumetto termina esattamente nel punto in cui termina il corrispondente libro. Giovane principe di un casato nobile, Drizzt Do’Urden raggiunge la maturità all’interno degli intrighi del suo malvagio regno, una città-stato matriarcale dominata dalle crudeli sacerdotesse di Lolth, la terribile Dea-ragno patrona dei drow.
Possedendo un onore che va al di là degli spietati principi della sua società, Drizzt si trova ad affrontare un enorme dilemma: può vivere in questo mondo che lo rinnega? Giostrandosi tra tradimenti, intrighi, violenza e i pochissimi veri affetti posseduti, Drizzt maturerà poco alla volta l’amara e inevitabile decisione che segnerà la sua vita per sempre.
Sono pochi i giocatori di D&D che non conoscono a grandi linee la storia del drow più famoso di tutti i Reami, sia per aver letto le novelle sia per sentito dire e raccontato da chi le ha lette. Il personaggio di Drizzt è così popolare che nei giochi e videogiochi di stampo fantasy si incontrano continue storpiature del suo nome (soprattutto nei MMO fantasy come Everquest o WoW).
La trasposizione da romanzo a graphic novel permette di dare forma e immagine alla complesse strutture e caverne nella quale vivono e prosperano gli elfi scuri.
I disegni sono incredibilmente curati e dettagliati, in stile “Marvel”, i colori (l’intero fumetto è a colori) sono resi in maniera straordinaria, in special modo le scie e gli aloni di luce delle torce, delle fonti di illuminazione magica o dell’energia arcana; talmente definite e nitide da aver l’impressione di trovarsi davanti a un “3D” stampato sulla carta, come solo le opere americane sono capaci di fare. Tuttavia il fumetto non è esente da alcune piccole imperfezioni che gli impediscono di essere considerato un capolavoro. L’errore più macroscopico risiede nella saturazione eccessiva delle immagini: il mondo descritto da R.A. Salvatore è un mondo scuro, privo di luce e di colori, cupo, dove solo alcune rare e pericolose zone avevano una forma di illuminazione (suvvia non venitemi a dire che Melèe-Magthere o Arachtinilith sono scintillanti). Forse disegnando in maniera più ombrosa i disegni avrebbero perso di qualità, eppure non si può fare a meno di pensare che siano troppo luminosi.
Un’ altra imperfezione che potrebbe far storcere il naso è rappresentata dalla bassa caratterizzazione dei volti dei personaggi (in particolar modo quelli femminili), eccezion fatta per Drizzt e pochissimi altri protagonisti principali (d’accordo, gli elfi sono belli, snelli e sottili, ma che bisogno c’era di disegnare tutte le sacerdotesse di Lolth come modelle di Playboy dalle misure 90-60-90?).
Per esempio Briza, Vierna e Maya, le figlie di Matrona Malice, descritte che più diverse non si può nel libro, in questo caso si distinguono tra loro esclusivamente in base all’acconciatura. Accettabile all’interno di un manga, mentre da una produzione occidentale ci si sarebbe potuti aspettare qualcosa di più sotto questo punto di vista.
In definitiva “Il Dilemma di Drizzt” rimane un signor fumetto, decisamente consigliato per far conoscere il drow più famoso dei Reami a coloro che si sono appena avvicinati a D&D e che sono attratti dall`ambientazione dei Reami Dimenticati, o per coloro a cui piace il fumetto americano e lo vogliono unire alla loro passione per il Fantasy. Gli amanti delle trilogie di R.A. Salvatore invece lo possono considerare un bel riassunto di tutte le vicende narrate nel libro, un’opera da leggere velocemente quando si vogliono ricordare gli inizi di Drizzt Do`Urden senza andare a spolverare il libro dalla propria libreria, mentre i puristi del genere potrebbero rimanere un po’ delusi. A me non è dispiaciuto come lavoro, e voi, avete avuto modo di leggerlo? Come vi è sembrato? Attendo vostri pareri, un saluto dalla dea Lolth!
-Luca Tersigni-