“Giochi da Tavolo, Espansioni e Denaro”, ovvero di come il portafoglio si svuoti magicamente per qualcosa che, forse, dovremmo già possedere.
Vi è mai capitato di esservi sentiti dei polli per aver acquistato l’ennesimo gioco ad una cifra non troppo accessibile? Io, sinceramente, ho sperimentato questa situazione un sacco di volte.
Ma continuo imperterrito a farlo, perché, bene o male, nessun gioco diverte all’infinito e quindi, prima o poi, è necessario portare una fresca ventata di nuovo sul nostro tavolo. Ed eccomi, quindi, nuovamente a girovagare su vari siti di e-commerce nel tentativo di trovare qualcosa di interessante e accattivante da aggiungere alla mia collezione. A questo punto possono capitare, tendenzialmente, tre cose:
1) Non trovo nulla di interessante, nemmeno nell’angolo più recondito di Kickstarter, e allora faccio spallucce e abbandono la ricerca in attesa di tempi più propizi (cosa che accade raramente);
2) Trovo qualcosa di moooolto stuzzicante e interessante, magari legato ad un genere di gioco che non ho mai “approfondito”, e allora, dopo essermi informato diffusamente sul gioco e tutto ciò che lo riguarda (sono uno puntiglioso su queste cose), ricarico la prepagata e lo ordino.
3) Trovo un’espansione che mi possa assicurare di ribilanciare il “set base” e di aggiungere tantissime ore di gioco ad un qualcosa che altrimenti rischierebbe di finire nel dimenticatoio per tanti motivi. Neanche il tempo di leggere il titolo che l’ho già comprata.
Ebbene, mentre nel caso 1 il mio livello di pollosità riesca, fortunatamente, a rasentare lo zero, negli altri due casi, ed in particolare nel 3, il pollometro suona all’impazzata: possibile che, dopo anni di acquisti e partite a giochi da tavolo, non abbia ancora capito quali sono le strategie di marketing delle “grandi aziende” del settore? La risposta è no, credo di sapere benissimo come funziona la faccenda, ma ciononostante continuo, imperterrito, a cadere nelle trappole che mi vengono posizionate davanti, perché voglio che i giochi che compro siano “perfetti” sotto il punto di vista del regolamento, delle meccaniche e delle componentistiche.
Resta il fatto che, però, i giochi da tavolo dovrebbero essere commercializzati già “completi”, senza bisogno di far uscire, puntualmente e a distanza di pochi mesi, delle espansioni il cui unico scopo è quello di implementare qualcosa che, di fatto, manca al gioco base; vediamo se riesco a spiegarmi con un esempio pratico.
Prendiamo la Fantasy Flight Games (eh vabbe’, direte voi, sempre di FFG si parla… non è colpa mia se i loro giochi sono belli e conosciuti), nota casa americana dedita alla produzione di numerosi balocchi per adulti: come si comporta questo editore con i giochi appena uscirti? Beh, com’è ovvio, subito dopo la pubblicazione e dopo averne vendute numerose copie (perché FFG è, nella maggior parte dei casi, sinonimo di qualità) inizia a sfornare fior fior di espansioni non atte ad espandere il gioco in sé, aggiungendo nuove “ambientazioni” o “scenari” (cosa che in realtà fa, con il print on demand, come con gli scenari di “Mansions Of Madness” a.k.a. “Le Case della Follia”, ad esempio), ma necessarie a colmare le lacune lasciate, forse di proposito, nel gioco base.
Adesso alzerete quindi un polverone dicendo “No, non è vero che le espansioni espandono il gioco, non ne colmano le lacune” ed allora io vi rispondo “Non avete capito un cazzo! Si tratta di marketing di base, cari miei!” (e qui probabilmente inizierete a pensare che io sia scemo perché nessuno obietterebbe così, ma questi sono dettagli).
Ritorniamo sulla FFG e prendiamo qualcuno dei giochi che ha prodotto in passato, “Sid’s Meier Civilization”: molto carino come gioco, ma usando semplicemente il set base risultava assai difficoltoso vincere con le meraviglie e, inoltre, il gioco era supportato solo per 4 giocatori (numero abbastanza strano per un gioco di questo tipo – ogni strategico che si rispetti dovrebbe implementare i 6 giocatori, a mio parere). Quindi, poco tempo dopo l’uscita del gioco base, BAM: la casa editrice “si rende improvvisamente conto” delle limitazioni presenti nel gioco base e pubblica un’espansione chiamata “Fama e Fortuna” (chissà di chi…), in cui vengono aggiunte meraviglie che, di fatto, rendono possibile la vittoria utilizzando queste ultime e perfino le componentistiche per il quinto giocatore! Ed io dico ma dai, ci voleva un’espansione, davvero? Non potevate farlo direttamente con il gioco base?
Sempre FFG, situazione simile con Runewars: l’utilizzo degli Eroi nel gioco base era rasente al superfluo, in quanto un giocatore privo di Eroi poteva tranquillamente vincere senza problemi, come se l’eroe fosse un “in più” aggiunto lì quasi per tappare il buco dell’estate (i turni di gioco si dividono in stagioni, per chi non lo sapesse). Resasi conto dell’enorme bug lasciato nel gioco base, la casa madre pubblica, questa volta ad anni di distanza dall’uscita del gioco base, un’espansione che, tra le tante novità che migliorano notevolmente il gioco, dona agli Eroi nuova linfa, rendendoli utili, quasi indispensabili per potersi aggiudicare la vittoria. E farlo prima? No, eh? Playtestare meglio il core set era cosa troppo faticosa.
Non sono, però, solo le grandi case editrici a sfruttare questa modalità di vendita per moltiplicare i guadagni. Infatti un caso analogo a quello di “Sid Meier’s Civilization” è legato al gioco da tavolo di sopravvivenza post-apocalittica targato “GreenBrier Games”, ovvero “Zpocalypse”, titolo per 4 giocatori finanziato dagli ideatori tramite Kickstarter. Ebbene, proprio durante il crowdfunding, dai finanziatori è stata richiesta la possibilità di implementare un giocatore aggiuntivo, magari uno “Zombie Master”, per rendere il gioco più accattivante, e gli sviluppatori hanno reso possibile la cosa creando un espansione ad hoc SEPARATA dal gioco base; io dico, ma gli costava molto implementarla direttamente nella base ed alzare di poco il prezzo? No, perché io il gioco me lo sono preso (anche perché è molto bello, come quelli citati in precedenza), ma ho dovuto sborsare circa 100 euro in tutto per poter prendere pure l’espansione…
Insomma, questi erano solo alcuni esempi dei vari giochi che, per essere giocati senza lacune, necessitano l’acquisto delle espansioni spendendo ingenti (almeno per me, poi non so se per voi circa 100 euro siano bazzecole) somme di denaro, indice che è diventato normale vendere giochi incompleti e completarli a posteriori in modo da aumentare i profitti; non è forse ora di far capire a chi di dovere che una cosa del genere ci urta leggermente i nervi (e le tasche)? O preferite, per comodità, rimanere dei polli?
–Luca Mugnaini–