Dalla pelle ai Manuali di Pathfinder il passo è breve! Una chiacchierata con Emiliano Petrozzi: pittore, illustratore e tatuatore!
Oggi ai microfoni di Isola Illyon Emiliano Petrozzi, disegnatore e tatuatore romano. Ci ha raccontato in questa intervista qual è la sua esperienza da illustratore di manuali di giochi di ruolo e quanto fantasy c’è nella sua vita di artista.
Buona lettura!
Ciao Emiliano e benvenuto su Isola Illyon! Parlami di te e della tua passione per il disegno! Come è nata?
Salve a tutti! Ho sempre disegnato fin da quando ero piccolo, mi piaceva disegnare qualsiasi cosa. Ricordo che disegnavo più che altro scorci di paesi o porte che mi facevano fantasticare su cose misteriose come fate e folletti. Verso i nove anni ho conosciuto il mio primo Gioco di Ruolo, Katacumbas, non molto conosciuto. Tramite questo GdR ho sviluppato un interesse verso il fantasy e l’illustrazione. Mi piaceva il fatto che si potessero giocare avventure particolari in un mondo strano, e soprattutto il fatto di poter disegnare i mostri e i personaggi delle storie che giocavo con i miei amici. Dopo pochi anni conobbi Dungeons & Dragons, il GdR che mi spinse a fare l’illustratore proprio come lavoro. Quindi mi misi seriamente a studiare il disegno, ma non potendomi permettere né scuole, né corsi, dovetti arrangiarmi osservando tutto quello che mi serviva dal mondo reale. Sono autodidatta.
Adesso voglio sapere se tette e culi sono i tuoi soggetti preferiti, oppure ti piace disegnare anche altro!
Beh tette e culi ovviamente ispirano l’interesse di molti, questo nessuno può negarlo, a meno che non si abbiano altri interessi (ride n.d.r.)! Comunque, disegnare pin up mi piace, ma non è il mio vero interesse. Disegno tutto quello che mi viene chiesto ma nasco come disegnatore Horror, ritenendolo più divertente. Raffigurare “il male” , a parer mio, non ha limite ne regole. Trovo interessante poter intrecciare corpi, deformare esseri umani o inventare mostri inquietanti, più che altro per la reazione delle persone alla vista di qualcosa, che se esistesse, indubbiamente li terrorizzerebbe. Tutto questo non perché sono un folle sadico, ma semplicemente perché mi piace poter realizzare un disegno che dia una sensazione reale. Insomma qualsiasi disegno deve poter trasmettere sensazioni o è inutile farlo.
Un parere personale: come mai nell’iconografia fantasy, le donne sono sempre un po’ maiale, provocanti e delle forme esagerate, e non si vede mai una racchia?
Il mio parere personale su questo argomento è semplice: soldi e merchandise per quanto riguarda case editrici. Una bella gnocca, con la nuova generazione, attira più di un disegno con un criterio realistico medievale. Le generazioni di ragazzi cambiano e stravolgono le regole di cose vecchie, prima la maga era vista tutta incappucciata stracoperta e magari sexy perché aveva solo uno spacco che lasciasse intravedere una gamba, oppure le streghe erano viste come vecchiacce orrende da temere, ora se non sono mezze nude e fighe, comprese le streghe, i ragazzi di oggi nemmeno guardano il disegno. I media ci hanno visto bene, quindi via con il nudo. Non mi sorprenderebbe che tra qualche anno i personaggi femminili siano completamente nudi. Questo secondo me è anche un po’ colpa dei mangaka, dove le persone sono tutte fighe, anche il vecchio di passaggio è un uomo impostato fighissimo. Si è perso un po’ il senso della realtà delle cose.
Il soggetto che hai realizzato e che per te è stato stato più impegnativo o difficile in assoluto?
Non ce n’è uno in particolare, ma un insieme di personaggi che come ho detto prima, derivano da Katacumbas e D&D, non gli elfi però, che mi stanno un po’ sulle balle, tutti belli e puliti! Diciamo che quello che mi ha attirato di più sono stati gli orchi per intenderci. Un bel guerriero del Chaos di Warhammer con attaccate teste di esseri umani sullo scudo e ossa legate al cinturone attirerebbe di più la mia attenzione.
Ogni soggetto ha il suo impegno. Uno in particolare, ma più che il personaggio è stato lo sfondo, era un lavoro per Sine Requie dell’Asterion Press, sul manuale “Sanctum Imperium”. Dovevo disegnare due tizi su di una balconata distrutta con ambientazione anni ’40. Essendomi negli anni concentrato più sull’anatomia che sull’architettura, è stata dura. Avevo ancora molta inesperienza in quel periodo e quell’illustrazione mi ha dato del filo da torcere. Alla fine sono riuscito a farla ed è venuta decente, diciamo che adesso farei di meglio!
Parlami un po’ dei tuoi disegni per i manuali di Pathfinder, invece.
Pathfinder è un po’ una catena di montaggio. Ti mandano una descrizione riassunta di quello che devi disegnare, reference utili da seguire e a volte solo rifare un personaggio già disegnato da un altro in un’altra situazione o posa. Come lavoro è un po’ freddo perché non sempre sei libero di esprimere quello che faresti realmente. Per quante testate fa uscire la Paizo Publishing non ha tempo di mettersi a valutare idee dei disegnatori, quindi hanno il loro scrittore che dice come devono essere fatte le cose e noi le facciamo. Come risposta alla domanda, immagino che ci siete rimasti un po’ male, ma quando si tratta di realizzare disegni a catena c’è poco da dire, spesso capitano disegni che nemmeno ti interessa fare. Questo comunque è un lavoro, e soprattutto il lavoro che ho scelto di fare, quindi la soddisfazione non deriva dal fatto che mi hanno fatto fare una cosa figa o brutta, ma dal fatto che finalmente i miei disegni sono su un manuale con una certa fama e questo mi gratifica molto e posso passare sopra al fatto che è una catena di montaggio. Posso dirvi che ultimamente ho svolto un lavoro che mi ha soddisfatto di cui non posso parlarvi perché ancora devono essere pubblicati e da contratto non posso dire o far vedere nulla, ma a breve saranno nella mia pagina in bella vista, non appena mi daranno l’ok per postarli. Ogni disegno che pubblichiamo di Pathfinder è sempre vecchio di almeno quattro o cinque mesi.
Sappiamo che sei anche un tatuatore. Il tatuaggio fantasy più imbarazzante che hai disegnato?
Posso dirti, che per quanto potrebbe essere imbarazzante i clienti non chiedono tatuaggi fantasy. Alle volte capita che qualcuno voglia una fata o un folletto, e grazie a Dio li disegno io direttamente. Capitano persone che ti portano disegni che sembrano fatti da bambini di 6 anni, ma la bravura in questo contesto è riuscire a far capire al cliente che le cose possono venire molto meglio. Spesso capitano persone che si fidano e alla fine rimangono contenti del disegno finale, ma a volte, capitano le persone ferme nelle loro convinzioni e in quel caso, la nostra politica è, fatti tatuare da un altro perché noi non facciamo uscire da questo studio tatuaggi che non siano di un certo livello. Insomma i soldi ok, ma la reputazione è un po’ più importante.
Tre parole per descrivere la sensazione a poche ore di distanza dalla consegna e tu sei ancora in alto mare con il lavoro!
Ansia, angoscia e morte! Stare sotto stress per una consegna imminente è l’incubo di ogni disegnatore e puntualmente ti ci ritrovi. Chi per un motivo, chi per un altro, ogni disegnatore non sarà mai tranquillo, c’è sempre un imprevisto. Chi lavora per la Paizo Publishing lo sa bene, calcolando che ogni volta che mandi una bozza ti rispondono dopo tre giorni o non ti rispondono affatto perché ci sono troppi lavori e troppi disegnatori da gestire e, come noi, anche i nostri Art Director non se la vivono leggera. Per me poi i ritardi sono all’ordine del giorno, ho due lavori e uno dei due mi rallenta inevitabilmente. Diciamo che ansia – angoscia – morte li vivo quasi ogni mese e non solo per Pathfinder!
Ringrazio quindi il talentuoso Emiliano per essere venuto qui sull’Isola a farci visita ed averci raccontato parte della sua esperienza da disegnatore!Per seguire i suoi lavori, potete visitare la sua pagina Facebook cliccando qui.
Se le parole di quest’uomo sommerso dal lavoro non vi hanno scoraggiato, potete continuare a fare i vostri disegnini slavazzati all’acquerello, che pubblicheremo tutti insieme nel prossimo e primo GdR by Isola Illyon!
– Antonio Sansone –