In una delle feste più importanti dell’anno, per cattolici e non, quanto spazio c’è per il fantasy, la mitologia e il mistero? Scopriamolo insieme!
Prima di tutto buone feste cari amici dell’Isola! Avete mangiato bene? Avete aperto regalini e regalucci? Immagino di sì, e visto che ora l’unica cosa da fare è prendersi un lungo periodo di riposo per digerire, vi consiglio di mettervi comodi e di gustarvi questo articolo in santa pace. Oggi parleremo proprio della festa appena celebrata e la domanda principale è: sappiamo veramente cosa abbiamo appena festeggiato? Certo, per i cattolici è facile rispondere a questo quesito, ma forse non tutti sanno che la festa del Natale è molto più antica di quanto si pensi. Inoltre, le sue icone sono molto più eterogenee di quanto possiate credere, e non vi è solo Babbo Natale a farvi da capostipite (del ciccione in rosso se ne è già parlato ampiamente in questo interessante articolo).
Prima di tutto dobbiamo ricordare che il Natale non è nato di certo da un giorno all’altro, e decretare che sia un festa pagana o meno non sta a noi in quanto la teologia non è una materia in cui siamo ferrati e potremmo apparire ridicoli. Si può riconoscere, però, che non va di certo al cristianesimo il merito di aver “inventato” il 25 dicembre come festività. Già i Celti erano soliti festeggiare in questo periodo l’ottavo Sabbat “Yule”, sinonimo del solstizio d’inverno nel quale si pregava per la rinascita del Sole: essendoci la notte più lunga dell’anno, i fedeli erano soliti vegliare fino all’alba per riveder “vincere il Sole”. Non a caso le figure moderne come l’agrifoglio e l’albero di Natale provengono proprio da questa antica festività: simboli della vita eterna (essendo piante sempreverdi), rappresentavano il fatto che anche con l’inverno e il freddo la vita continuava.
Una sorta di leggenda vuole che proprio in questo periodo i 2 Re folkloristici delle tradizioni neo pagane, il “Re Quercia” e il “Re Agrifoglio“, si combattano e che il primo uccida il secondo simboleggiando la vittoria dell’anno nuovo e del sole nascente. Se li guardate bene, non notate una vaga somiglianza con il Babbo Natale di oggi? O forse son più parenti a Barbalbero?
Un’altra storia ancora più curiosa è quella che lega il nostro Natale alla festività Babilonese (del lontanissimo 3000 a.C) di “Ishtar e Tammuz“. Non dilungandomi troppo sulle loro parentele e generalità, vi basti sapere che sono madre e figlio (e poi amanti, vabbe’). Tammuz era il dio della Vegetazione, e successivamente della reincarnazione del Sole. Spesso e volentieri la madre Ishtar era raffigurata con il suo pargolo tra le braccia e una corona sul capo composta da 12 stelle. Vi ricorda niente? È la stessa corona che porta la Madonna con Gesù bambino in grembo. Altra cosa più curiosa è che anche nella mitologia Babilonese questo Tammuz, dopo esser morto, risorgerà dopo 3 giorni (!). Forse non è proprio un caso.
Avendo dato per assodato che le origini del Natale siano di certo più mitiche e fantastiche di quel che si pensi, è giunto il momento di chiederci se anche il Natale moderno continui ad essere “fantastico”.
Le nostre ricerche ci hanno permesso di rispondere con certezza, e in modo affermativo, a questa domanda. Se Babbo Natale con la sua slitta di Renne volanti e magiche per voi non è una prova sufficiente, allora basterebbe dare uno sguardo alle altre usanze del mondo. La prima cosa che possiamo notare è che in ogni tradizione natalizia vi è sempre qualche piccolo “aiutante” pronto a fare la sua comparsa, e solitamente sono tra le creature più fantasy che ci siano: dai semplici folletti, agli gnomi e ai figli di Troll (non pensate male!). Non sempre, però, sono dalla parte del bene: in alcune leggende, come in quella greca, vi sono alcune creature note con il nome di “Kallikantzaroi” che hanno l’unico compito di infastidire gli abitanti di paesi e città fino al giorno del 6 gennaio, quando saranno costretti a ritornare nel loro habitat, l’inferno.
Può sembrare quasi una storia oscura e tenebrosa, ma non è proprio cosi: il loro aspetto da metà gnomi pelosi e metà animali può spaventare, ma il loro unico compito è infastidire le persone rompendo mobili, facendo andare a male le provviste e altro. Sono i semplici antagonisti dei bravi folletti aiutanti di Babbo Natale. Fanno tutto questo perché mossi da un gran desiderio di vendetta: il loro intento è distruggere l’Albero della Vita, ma proprio il giorno di Natale esso si rigenera completamente rendendo vani i loro sforzi, così sbucano dal terreno infestando il mondo.
Se cercate una storia veramente oscura, che vi faccia ricordare che non sempre a Natale si è tutto più buoni, allo ascoltate quella dei “Krampus“. Una credenza molto sentita in Austria, a Sud della Germania, e anche nel Nord Italia: i Krampus sono dei demoni inferociti e violenti che hanno lo scopo di catturare i bambini “cattivi”, e sono descritti come uomini-caproni che coprono il loro volto con maschere demoniache. Durante questa ricorrenza è molto sentito travestirsi da Krampus e attenersi rigorosamente alle regole, come non potersi mai togliere la maschera in pubblico e donare regali solo ai bambini buoni. La leggenda vuole che in tempi remoti, durante le carestie, alcuni ragazzi fossero soliti travestirsi con pellicce e maschere al fine di spaventare gli abitanti e i fattori dei villaggi, in modo da rubar loro provviste. Sembrava un piano perfetto fin quando non si scoprì che tra le file di questi ragazzacci si nascondeva un’altra creatura: il Demonio in persona, che aveva visto nella cosa un buon affare per fare i suoi comodi sulla Terra.
Solo dopo aver esorcizzato il pericolo i ragazzi capirono che dovevano continuare con il loro travestimento, ma questa volta donando e non più derubando. Sembra che sia una festività legata più a San Nicolò, ma essendo questa molto simile a San Nicola, con il passare delle generazioni, è stata resa un tutt’uno.
Tirando le somme possiamo veramente definire il Natale come una festa adatta sia ai più credenti, che ai più avventurosi e sognatori. C’è pane per i nostri denti in questa festività e le storie da raccontare al riguardo sono davvero tante! Per adesso abbiamo concluso le nostre piccole curiosità ma magari ci rivedremo presto, quando sarà il momento di parlare un po’ di streghe e Befane!
A presto e auguri!
– Giulio Marciello –