Continuiamo con la nostra guida su come sconfiggere il male insito nei vostri giocatori e sopravvivere degnamente come eccelsi Master di GdR!
Dopo aver introdotto un po’ di speranza nelle vostre teste impazzite da giocatori che se ne infischiano di allineamenti e che attaccano senza senso e motivo con la prima parte di questa guida, oggi continuiamo entrando più a fondo nella cosa e cercando di sottolineare altre dinamiche importanti da evitare o da seguire assolutamente.
Tecnologia e distrazioni.
Colpiscili tra i denti, caro Master, con ferri da stiro od oggetti contundenti. Cosa ci sarà di male, penserai, nel navigare sui social network col proprio smartphone o nel far sentire una canzone ad un amico mentre la guerra più pericolosa del mondo sta imperversando sul vostro tavolo? La sottile emozione e immaginazione in questo modo si infrange e quando quei pezzi di cacca ritornano in gioco non hanno capito un cazzo di cosa sia successo e ti riempiono di domande chiarificatrici che se non gli dai non riescono più ad integrarsi nell’ambientazione del gioco. Per cui, appena estraggono simili diavolerie tecnologiche colpiscili o fai schiattare un organo al proprio Pg, ne guadagnerai di attenzione.
Gli aiutanti del Master.
Gentilissimi giocatori ti si proporranno come gregari e aiutanti sfogliando il manuale per verificare quella regola o, cosa ancora più odiata, contare per te i punti ferita subiti dagli avversari, in modo da rendersi conto se non stai facendo un lavoro millimetrico, e per capire tutto quello che hai creato intorno ai nemici di turno. Bene, a questa gente dici di tornare a fare i giocatori, e se continuano a contare punti ferita, incantesimi rimasti e tutto il resto dona al piccolo gnoll morente che il party ha affrontato 6000 punti vita in più, così, tanto per demarcare la differenza tra un Master ed un semplice giocatore.
La complessità della semplicità.
Nel preparare la storia non far ruotare sempre e comunque la tua avventura sul combattimento, né tanto meno impazzisci per creare indovinelli astrusi e complessi: il gruppo non vuole combattere continuamente o sforzarsi a pensare tutta la sera, ma vuole divertirsi. Quindi talvolta, senza neanche pensarci troppo, si sviluppano delle ruolate infinite su delle banalità. Il trucco è lasciare molte porte aperte, molta interazione con gli ambienti, i vari png, e improvvisare alcune volte per divertirti anche tu, benedetto Master. Mettere dieci troll da uccidere potrebbe essere meno interessante di portare i tuoi giocatori dinanzi ad una porta chiusa a chiave che emana luce la cui maniglia sia macchiata da tre gocce di sangue.
Utilizza le miniature.
Per quanto tre sassolini possano fare da pg e una scatola di profilattici da colonna del tempio del piacere, l’utilizzo delle miniature è un elemento, a mio avviso, molto evocativo e caratterizzante. Parlando di giochi di ruolo più famosi si troveranno le miniature ad hoc, ma utilizzando le stesse anche per altri giochi, dopo qualche risata stranita quella miniatura di gnoll (che è lo stesso di prima con 6000 pf) passerà benissimo per il Comandante Jedi nel gioco di ruolo di Star Wars e tutti lo vedranno come tale, come se fosse una cosa normale. La caratterizzazione di colori e forme delle miniature permettono un passaggio immaginifico superiore, si collegano a quella storia immagini dei protagonisti vedendoli, e vivendoli attraverso le loro piccole statuine.
Disegna.
Sei sempre stato una pippa nel disegno? Non fa nulla. Le doti artistiche non ti sono richieste come quelle immaginarie e di fantasia che devi trasferire nella storia. Ti consiglio di armarti di una lavagnetta, più grande possibile sulla quale rappresentare mappe, sentieri, strutture di cui non hai le immagini e che, magari in piantina, riesci ad illustrare meglio che con la tua lingua. Muoversi in uno spazio, guardare dove ci si trova, aiuta l’immaginazione e l’immedesimazione. Nonostante l’utilizzo di apposite griglie per il combattimento potresti addirittura disegnare lo scacchiere degli scontri sulla lavagna, personalizzandolo, inserendovi ostacoli, e adattandoti all’ambiente di fondo che stavi illustrando. Un gioco nel gioco, nel disegno di una parte del gioco. Fantastico, no?
Caro Master, la vita di un creatore di mondi è sicuramente difficile, e lo so quanto ti senti vicino a Dio nei momenti di gioco. Per questo grazie a questi consigli diverrai sempre più simile a lui, fino a farmi uccidere con un lampo alla Zeus. Informaci su cosa ne pensi di questa seconda parte, se ti ha interessato e se ti senti un uomo migliore ora che l’hai letta. Presto la terza ed ultima parte, buona giocata a tutti!
-Luca Scelza-