Epiche melodie, poesie antiche e storie dimenticate cantate dai bardi del gruppo musicale Arcadia hanno emozionato tutti noi, così li abbiamo intervistati.
Michele Chiego, creatore del gruppo Arcadia, mi ha raccontato le origini della sua musica, le sue ispirazioni e quale è l’apporto che il suo lavoro da al concetto di “musica fantasy“. Scopriamo insieme il gruppo musicale “Arcadia”.
Ciao Michele e benvenuto su Illyon. Raccontami, com’è iniziata la tua avventura con Arcadia?
Arcadia è una parte di me, il mio alter ego se vogliamo, ma anche il mio secondo mondo, quello fatto di sogni e sensazioni dove mi rifugio ormai da 25 anni. Infatti ebbe tutto inizio nel 1988 quando mi fu regalata una classica tastiera Bontempi per bambini e da allora ho iniziato a registrare quello che la mia mente autodidatta tirava fuori. Non ho mai preso lezioni di pianoforte o di musica, cosa che avrei voluto fare, e per questo passeranno tanti anni fino a quando non riuscirò a comporre qualcosa di “ascoltabile” (ride).
Intanto però custodisco gelosamente ancora i nastri con quelle registrazioni e oggi sono arrivato al punto di poter condividere con altri musicisti i miei sogni e vederli realizzati in musica, grazie all’esperienza maturata in tutti questi anni anche in altri ambiti musicali. Per quanto riguarda il moniker, o per meglio dire il mio pseudonimo, ogni ragionamento fatto a livello culturale è inutile: Arcadia è semplicemente l’astronave di Capitan Harlock, uno dei cartoni animati preferiti della mia infanzia, personaggio in cui mi rispecchiavo. Mi piaceva il suono di questa parola, mi piaceva l’astronave “pirata”, solo dopo ho scoperto che dietro a questo nome si nascondeva qualcosa di più colto e che mi avrebbe collegato ad una terra piena di miti come è l’antica Grecia.
Quanti sono i membri che fanno parte del tuo gruppo e come si sono avvicinati alla tua realtà?
Attualmente siamo in 5 e, oltre a me alle chitarre, ci sono mia sorella Chiara Chiego alla voce, Annarosa Amodio al violino, Marcello Lombardi alle tastiere e Agostino Aprile alle percussioni. Come si sono avvicinati non lo so nemmeno io, un po’ per interesse personale come ha fatto Annarosa, un po’ per costrizione come hanno fatto mia sorella e Marcello (ridacchia sorseggiando il nostro cocktail migliore) . La verità è che la ricerca di una formazione stabile è andata avanti per tanti mesi, con molti problemi e continui cambiamenti. Infatti nella nostra prima esibizione avevamo un’altra cantante, una altro percussionista, un altro violinista, io che mi dividevo tra tastiere, chitarre e addirittura batteria!
Poi a causa di impegni e di incomprensioni ci siamo allontanati, ho chiamato in soccorso alle tastiere il mio amico Marcello e sono potuto passare definitivamente a curarmi solo delle chitarre, ho messo un annuncio per un violinista e quasi subito mi ha risposto molto interessata Annarosa, la quale devo dire è stata per me una gradevole conoscenza essendo lei molto preparata musicalmente e con un carattere molto tranquillo che si adatta perfettamente alla mia musica. Agostino era un mio collega, l’ho contattato per chiedergli se voleva tornare a battere un po’ i tamburi con me, e devo dire che il suo impegno e la sua dedizione mi hanno davvero sorpreso! Per la cantante potremmo farci un’intera intervista a parte, è stato davvero stressante e a volte drammatico. Quando credevo di aver trovato quella giusta ecco che saltava fuori qualcosa che non andava, insomma alla fine ce l’avevo in casa e mia sorella, che già aveva esperienza nel campo della musica folk, è stata una bella sorpresa!
Come definiresti la vostra musica?
La mia definizione personale è “dream music“, ovvero musica per sognare. Credo sia la definizione che più si avvicina alla realtà, non saprei infatti inquadrarla in un genere prestabilito come la world music o la new age, è un po’ l’insieme di tante situazioni e le mie ispirazioni vanno dalla musica classica all’heavy metal. All’interno del libretto di Ainulindalë potete infatti trovare alcuni brani con delle dediche specifiche verso altri artisti che mi hanno ispirato per la creazione di quel brano specifico, ma le mie basi si poggiano già sulla musica di Loreena McKennitt, Ritchie Blackmore, Hans Zimmer, Basil Poledouris e tanti altri…
Esiste un genere musicale prettamente fantasy o pensi che sia comunque un misto di vari elementi quali quelli celtici, medievali ed altro?
Se parliamo di fantasy come genere musicale, non esiste niente a riguardo che tale possa definirsi. Il fantasy è solo un campo in cui alcuni generi sfociano e questi generi possono essere di tutti i tipi, in primis il metal sinfonico. E stiamo parlando di fantasy puro, senza contaminazioni di elementi storici. Ci sono poi artisti che hanno unito il fantasy alla musica tradizionale o folk ed altri che invece riprendono antiche canzoni medievali ma in questo caso non li catalogherei come fantasy. La maggior parte di questi artisti pero’ ha una base celtica, la quale permette di poter suonare un numero pressoché infinito di canzoni, ballate, danze. Io personalmente non ho scelto questa strada, un po’ perché bisognerebbe prima fare uno studio approfondito sulla musica celtica, un po’ perché ci sono già tanti artisti che la propongono e io voglio che la mia musica sia qualcosa di nuovo, qualcosa che non sia già stato ascoltato prima.
Quale è il rapporto che hai e che avete con la poesia di Tolkien?
Tolkien per me è un Maestro. Un maestro di vita. I suoi libri non sono semplici libri, sono nuovi mondi da scoprire ed ogni luogo è un rifugio sicuro per fuggire via da questo mondo reale. L’ultima strofa della canzone “Arda” che ho scritto io descrive proprio questo “Arda terra dei sogni, dove possiamo fuggire da questa crudele realtà“. È la realtà dei fatti, questo mondo è troppo brutto per essere vero. Guerre, fame, persecuzioni, politica corrotta, tutto quello che di brutto possiamo avere noi lo abbiamo e vorrei tanto fuggire altrove, dove tutto questo non esista e dove, per citare una mia futura canzone, bisogna tornare all’età della pietra per ricominciare di nuovo a creare questa terra, stavolta per bene.
Tornando a Tolkien, sono felice di aver fatto conoscere meglio agli altri musicisti le sue poesie e il suo mondo: ovvio che tutti sapevano chi fosse, pero’ vivere le sue creazioni ha portato in tutti noi un senso di riguardo e di ringraziamento verso questo grande uomo!
Quali sono le ambientazioni che immagini mentre componi le tue canzoni?
Bella domanda! Di solito quando devo iniziare a comporre qualcosa uso il metodo concept, ovvero ogni disco ha un soggetto ben preciso sul quale poi i vari brani devono svolgersi. Il disco precedente “Stupor Mundi” parlava di Federico II di Svevia, e la grande ispirazione che mi dà questa figura storica del nostro passato mi ha fatto comporre l’intero disco in pochissimo tempo arrivando a creare addirittura una suite di 22 minuti!
In questo nuovo disco, invece, il lavoro è stato maggiore a livello letterario, in quanto ho dovuto spulciare per bene i libri di Tolkien per cercare quelle poesie e quelle canzoni che potessero essere cantate e musicate così come sono state scritte, senza cioè modificarne il testo, cosa che finora non sono riuscito ad ascoltare in nessun altro artista. Infatti è stato proprio questo il mio primo interesse, creare delle canzoni come se fossero proprio le canzoni che i personaggi cantano veramente. Quello è il testo, pensiamo solo a metterlo in musica! Devo dire che ho avuto una buona ispirazione anche questa volta e che si è dimostrato meno difficile di quanto avessi previsto: ne sono davvero soddisfatto. Oltre a due brani scritti da Ida Vinella, tutto il resto è preso parola per parola da Il Signore degli Anelli e dal Silmarillion, con l’eccezione di “Rosso è il fuoco” dove volutamente ho usato una strofa come ritornello della canzone da ripetere più volte. Per il prossimo disco diciamo che il materiale è già pronto, essendo un progetto che riuscirò a far uscire dopo anni e anni di lavoro e quindi le canzoni ormai sono già lì…
Parlami di Stupor Mundi.
Come detto prima, Stupor Mundi è un disco interamente dedicato a Federico II e, diversamente da Ainulindalë, è un concept strumentale in stile film music da kolossal hollywoodiano, per intenderci musica alla Hans Zimmer, Steve Jablonsky, Patrick Doyle e altri grandi compositori cinematografici. Contiene una sola canzone, “The lady and the falcon“, ed è l’unico brano da questo disco che proponiamo dal vivo, il resto sono 7 brani strumentali di cui uno come detto della durata di ben 22 minuti, ma che scorrono via come se fossero solo 2.
Ho cercato, nel comporlo, di prendere le cose più significative di questo personaggio storico, partendo dal suo appellativo più noto “Stupor Mundi” ovvero Meraviglia del Mondo, “Puer Apuliae” figlio della Puglia (e di questo ne sono molto orgoglioso), “Rex Romanorum” Re del sacro romano impero, “Hohenstaufen” la sua casata, “Reparator Orbis” guaritore del mondo e la suite “Friderici II”. In più nel disco è presente un altro brano particolare, “Infra Signum Aquilae” composto e dedicato a L’Aquila a seguito del terremoto del 2009, tra l’altro città fondata appunto da Federico II.
Prossimi progetti e tour per Arcadia?
Tanti! Per iniziare possiamo annunciare che finalmente Arcadia si esibirà dal vivo dopo 2 anni di silenzio e lo farà il prossimo 28 agosto a Taranto all’interno della manifestazione “L’isola che vogliamo” nella città vecchia, ma il grande giorno sarà il 2 settembre, quando presenteremo il nuovo disco al Saint Patrick Jazz Club di Barletta in occasione del 40° anniversario della morte di Tolkien. Poi torneremo ad esibirci da ottobre e presto conoscerete le varie location. L’intenzione è quella di andare in giro fino alla prossima primavera con la promozione di Ainulindalë, per poi esibirci in estate solo con la formazione a tre e tornare a settembre/ottobre 2014 con il nuovo disco “Gaia”, un lavoro che è in cantiere da quasi 10 anni e che prevede canzoni non più basate su un unico soggetto specifico ma su un insieme di cose che riguardano tutte la nostra Madre Terra. E questo ci terrà impegnati tutto l’inverno con le registrazioni in studio dei nuovi brani, nella speranza che anche questo nuovo lavoro sia apprezzato da tanti. E per chi ama Tolkien non si disperi! Ainulindalë è solo il primo capitolo dedicato al suo magico mondo e presto torneremo con la seconda parte e nuove canzoni dalla Terra di Mezzo!
Ringrazio Michele per la disponibilità e perché riesce a regalarci stupende melodie con il suo gruppo Arcadia. Visitate la loro Pagina Facebook Ufficiale, sulla quale troverete informazioni, link e appuntamenti. Che il fantasy sia con voi.
-Luca Scelza-