Il fantasy spopola al cinema, ma quali sono i risultati della sua evoluzione e diffusione?
Continua il nostro viaggio nel fantasy su grande schermo, tra capolavori ed orrori. Abbiamo visto la grande e in ogni caso positiva evoluzione del fantasy nel mondo del cinema, dall’uscita della trilogia capolavoro di Peter Jackson al deludente Twilight. Ma cosa hanno combinato dopo quei burloni di Hollywood?
Il 2009 si presenta ricco in termini di quantità, ma alquanto deludente per la qualità. Immancabilmente arriva il secondo capitolo della “Twilight Saga”, ovvero “New Moon”. Se il primo capitolo riusciva (a stento) a salvarsi per quel pizzico di novità che magari riusciva a trasmettere, il sequel del più seguito e discusso film degli ultimi anni risulta estremamente scialbo e palesemente prodotto solo per fare soldi. La recitazione passa da appena passabile a completamente senza cuore e continuano a farsi notare gli effetti speciali orribili e la trama banale oltre ogni limite. Ma la strategia funziona: i fan del genere, dopo l’uscita di “Twilight” sono aumentati a dismisura e gli incassi fioccano come la neve. Ennesimo esempio di film ignobile premiato dal suo carattere commerciale.
Continua anche un’altra saga dedicata ai vampiri e ai licantropi, ma ben diversa dagli effeminati e sbrilluccicosi Cullen: “Underwold – La ribellione dei Lycan” si mostra se possibile ancora più violento e “gore” dei precedenti, ma non riesce a brillare più di tanto tra le stelle del cinema fantasy. I fan si dimostrano alquanto delusi e, in effetti, il film in sé, pur non essendo fatto male, risulta non essere all’altezza delle aspettative. Dello stesso anno sono anche “Moonacre” e “Nel paese delle creature selvagge”, due miseri tentativi di seguire il filone fantasy in voga al momento ma che risultano essere davvero poco attraenti. Il primo tenta di mescolare elementi fantasy in modo originale, ma ottiene l’effetto contrario portando la banalità a nuovi livelli ancora sconosciuti. Il secondo parte con buoni propositi, ma finisce per essere un normale e noioso racconto di formazione. Apprezziamo lo sforzo però.
Arriva così il 2010, con aspettative alquanto ridimensionate ma, si sa, la speranza è l’ultima a morire. Partiamo dal terzo capitolo della saga del leone, della strega e dell’armadio. Mi riferisco, ovviamente, a “Le Cronache di Narnia – Il viaggio del veliero”. Non una brutta pellicola, certo, anche se gli effetti speciali potevano essere rimodernati un tantino, e sopratutto il film risente del “peso del terzo capitolo”; è inevitabile fare confronti tra il film in questione e i suoi predecessori, ed è anche inevitabile che il confronto non lo veda vincitore. Un film comunque discreto, gliene diamo atto.
Arriva poi “Wolfman” di Johnston, dedicato (come deducibile dal nome) alla leggenda dei lupacchiotti troppo cresciuti. Ci si aspettava un po’ di più da questo film, che non riesce a rendere più originale ed appetibile il mondo dei licantropi. La trama è discreta ma non sorprende, ma il film si risolleva un po’ per la più che ottima recitazione di Anthony Hopkins e Benicio del Toro, che riescono a caratterizzare molto bene i loro rispettivi personaggi.
E arriva poi il peggio, quello che quando stai quasi per sentirti soddisfatto ti fa cadere le braccia: “Eclipse”. Inutile discuterne più di tanto, è sempre la solita solfa, trama brutta, recitazione pessima, carie a fiumi. Né più né meno. Eppure il seguito della più banale ed eccessivamente enfatizzata storia d’amore del cinema continua a proliferare.
Dopo qualche altro piccolo scorcio di fantasy si conclude il 2010 con un bilancio “così così”. Ma è il 2011 che davvero ti fa mettere le mani nei capelli. Nell’ambito del fantasy è un anno molto attivo, con un buon numero di film usciti uno dopo l’altro. Ma la qualità cala veramente parecchio. Arriva la prima parte di “Breaking Dawn”, e ho detto tutto.
D. Barnz sforna “Beastly”, un orrenda rivisitazione del racconto del “La bella e la bestia”, palesemente un tentativo di restare sulla scia dello tsunami “Twilight”. La trama è veramente scadente e la recitazione (soprattutto per quanto riguarda il fantomatico idolo delle ragazzine Vanessa Hudgens) è tra le peggiori mai immortalate. E c’è una scena in cui un vecchio gioca a freccette, non so se mi spiego.
Della stessa pasta è “Priest” di S. Stewart, un film ambientato in un mondo immaginario in cui i preti e gli adepti della Chiesa sono specializzati nella caccia ai vampiri. Sembrerebbe quasi figo, in realtà fa cagare. Sempre la solita trama, trita e ritrita, ed effetti speciali da quattro soldi.
Un bilancio che si fa, a quanto pare, sempre più scadente col passare del tempo, con nostro grande rammarico. Ma cosa ci attenderà nel futuro più prossimo? Presto la terza parte de “Il fantasy al cinema”!
-Giovanni Vietri-