Quest’oggi, cari isolani, ci occuperemo di Diego Romeo, approfondendo la nostra conoscenza di questo autore in una piccola intervista. Bando alle ciance e passiamo subito alle domande!
Qual è stato il tuo primo approccio con il fantasy e cosa ti ha affascinato fin dall’inizio questo mondo?
Diciamo che penso di essere geneticamente predisposto per il fantasy, mi piace tutto senza distinzioni. Io vivo sognando di poter vivere in un mondo fantasy, ma andiamo con ordine. Il mio primo approccio al fantasy fu all’età di 12 anni con il gioco da tavola Hero Quest (grandissimo gioco, non so se ve lo ricordate, io ho comprato anche tutte le sue successive espansioni). A quel punto passare al GdR è stato una conseguenza naturale. Così iniziai a giocare con il sistema di regole di D&D (che rimane, almeno a mio avvisio, sempre il migliore, non tanto per le regole quanto per l’ambientazione) e poi con tanti altri. Contemporaneamente, per poter interpretare al meglio i miei personaggi e per gestire le sessioni di gioco quando facevo il Master, iniziai a leggere anche molti romanzi fantasy partendo dall’intramontabile Signore degli Anelli (a cui mi sono ispirato parecchio per la forma del mio romanzo).
Cosa ti ha spinto a scrivere questo racconto fantasy/cavalleresco?
Diciamo che io ho sempre scritto piccole storie fantasy, soprattutto quando dovevo fare il Master nelle sessioni di gioco. Queste “storie” al principio erano molto semplici, ma piano piano sono diventate sempre più complesse e realistiche (avevo un gruppo di giocatori molto esigente), quindi alla fine mi ritrovavo fra le mani dei proto-libri, lontani dall’essere dei veri e proprio libri ma comunque abbastanza complessi per non essere solo delle storie. Quando poi alla fine per le vicissitudini della vita ho smesso di giocare (lavoro, famiglia ecc.) ho sentito il bisogno di non lasciare questo mondo fantastico. Così ho ripreso in mano le mie vecchie storie e ho iniziato a scrivere un grande racconto quasi per gioco, non tanto con l’idea di farne un libro, ma più come sfogo. Alla fine però il risultato è andato molto più in là di ogni mia più rosea aspettativa.
Usare diversi font di scrittura nel libro mi è parsa una scelta ardua, come mai hai preso questa decisione?
La scelta è nata dalla necessità di non far perdere il lettore fra i vari piani narrativi. Forse è stata una scelta ardua come dici tu, ma sicuramente ha permesso una maggiore comprensione del testo, in quanto il lettore vedendo i vari caratteri di scrittura differenti individuava subito il piano narrativo che stava leggendo, ricollegandolo al precedente. Alla fine questa scelta, a giudicare dai commenti dei lettori, è stata una scelta positiva, che anzi ha aggiunto anche maggiore particolarità al testo.
Utilizzi un linguaggio molto ricercato nel tuo libro, qual è stato il tuo punto di riferimento e la tua ispirazione mentre lavoravi alla stesura dell’opera?
Prima di tutto va detto che io sono un amante dei poemi epici (come l’Orlando Furioso per esempio). A questa mia passione va aggiunta anche la mia reverenza verso Tolkien che considero il padre del fantasy moderno. Questi due elementi, uniti al fatto che io sono laureato in Lettere e Filosofia, mi hanno portato a scrivere un romanzo dai tratti epici che, almeno a mio avviso, potevano essere messi maggiormente in risalto grazie all’utilizzo di un linguaggio molto ricercato e per alcuni versi anche arcaico.
Le vicende narrate nel tuo romanzo avranno un seguito in una trilogia, i lettori cosa devono aspettarsi da questi sequel? I personaggi già presenti subiranno delle evoluzioni?
Sicuramente ci saranno delle evoluzioni, sia dal punto di vista storico geografico per quanto riguarda la trama, che dal punto di vista dei singoli personaggi. In cosa esattamente consistano poi queste evoluzioni, mi dispiace ma non posso rivelarvelo senza rischiare di fare spoiler, per questo vi posso dire solo di aspettare l’uscita del secondo libro, che se tutta va bene sarà per dicembre prossimo.
Come vedi il futuro di questa saga?
Per parafrasare un mio caro amico, il futuro della mia saga la vedo “alla grande!!!”. Scherzi a parte, questo mio primo libro sta riscontrando un successo del tutto inaspettato, che mi fa ben sperare per il futuro.
Facendoti un grande “in bocca al lupo” ti saluto, e ricordo ai nostri lettori che il 15 Giugno Diego terrà una nuova presentazione del suo libro a Roma. Tutte le info le trovate QUI.
Buona lettura a tutti!
–Myriam Pierri–