Quale è il rapporto che tende la corda tra l’immaginario del fantasy e la realtà di tutti i giorni? Riflessioni sociologiche, fughe dal mondo vero, o passioni sconfinate per un mondo inesistente?
Non spaventatevi, non vi condurrò nei tortuosi sentieri della filosofia più criptica o in una banale riflessione sull’utilità della letteratura come evasione. Non so dove vi condurrò, e se vi condurrò.
Volevo riflettere, sul fantasy. Questo genere letterario, cinematografico, videoludico, che così bene si sposa a contaminazioni, scenari inimmaginabili e modifiche totali dei pilastri base su cui è fondato.
Riflettere sulla relazione che può esserci tra fantasy e reale è interessante: quanto sono ricollegabili Aragorn e la Fornero? Difficile dirlo, ma ragionabili i paragoni. La dimensione sociologica ci porta di certo a considerare, specie nella letteratura, un rimando, da parte dell’autore nella scrittura, a immagini che lo riguardano da vicino, prese dal suo contemporaneo. Quindi possiamo dire che il fantasy sprigiona il suo potenziale partendo proprio dalla noiosa e comune realtà, da personaggi esistenti che portano nei loro modi di vivere e di essere piccole spiragli che conducono in un mondo immaginario.
In ogni singola pagina di un libro, fotogramma di film, plot narrativo di un videogame fantasy c’è qualcosa preso dal reale: se ci pensate, dalla formazione della società, all’impronta medieval, all’urban e gotico modern fantasy, il reale è più vivo di draghi e incantesimi, spesso rari e sconosciuti anche nei più famosi racconti di genere. Anche chi vive come noi totalmente immerso in questa dimensione, si rende facilmente conto che non si sfugge totalmente dal reale concreto che ci circonda. Ma è questo il materiale fondamentale per creare scenari e palinsesti immaginari.
Per concludere, anche la Fornero ha il suo alter ego fantasy. Un ministro di qualche reame sperduto forse, sorridente a ricchi mercanti e spietata con giovani avventurieri, a tempo determinato.
E voi, assalitori di libri fantasy e giocatori incalliti dei più bei titoli di genere, quanto reale percepite nel vostro immaginario preferito? Raccontatecelo.
Kal, Viandante dell’Ovest
–Luca Scelza–