Nelle sale cinematografiche è arrivata da pochi giorni la nuova pellicola fantasy Disney/Pixar, Ribelle: The Brave. L’ultima freccia scoccata dai creatori di Toy Story e Wall-E avrà centrato il bersaglio?
L’altro giorno ho notato che stavano riaprendo il nostro cinema sull’isola: doveva trattarsi sicuramente di un film fantasy, altrimenti non si sarebbero scomodati. E infatti avevo ragione: è arrivato l’ultimo lungometraggio animato di Pixar, Ribelle: The Brave. E quando mi ricapita di poter tornare al cinema?
Non vi farò spoiler, tranquilli, giusto due parole veloci sulla trama: la protagonista è Merida, la famosa principessa dai capelli cespugliosi che vedete ritratta anche sulla locandina. Figlia di un padre bonaccione e di una madre che vuole renderla quanto più disciplinata e regale possibile, la giovane preferisce cavalcare per i boschi, tirare con l’arco e scalare le montagne, piuttosto che adempiere i doveri di principessa. La storia è ambientata in un regno fantasy-scozzese, che basa la sua integrità su un accordo tra quattro capi. Per rafforzare questo legame, la regina promette in sposa Merida ad uno dei figli dei tre leader, che dovranno partecipare ad una gara di tiro con l’arco per vincerne la mano. Da qui la situazione si complicherà, in quanto la ragazza tenterà con la stregoneria di far cambiare idea alla madre, ovviamente combinando un casino.
Come diceva Lele Mora nello spot del libro di Alfonso Luigi Marra, “Non sono un critico“, quindi quella che sto per scrivere va considerata come semplice considerazione personale. Devo dire che il film mi ha un po’ deluso: la trama è il massimo della banalità, molto prevedibile e in diversi punti raccontata pure in maniera un po’ frettolosa. Alla fine ciò su cui puntano gli autori è questo rapporto tra madre e figlia, forse anche per ammonire un po’ il pubblico sul fatto che nelle famiglie ci sia poca comunicazione tra genitori e figli, però eravamo stati abituati a ben altri standard, e con Ribelle: The Brave mi è sembrato di tornare quasi a rivedere un vecchio classico Disney, più che uno Pixar (forse anche a causa della colonna sonora, che comunque ho trovato molto bella). Non mancano diverse scene divertenti (Re Fergus è proprio una brutta persona, poi vedrete), qualcuna pure inaspettata, ma nulla di geniale. Bello anche il corto iniziale, La Luna, tra l’altro diretto dall’italiano Enrico Casarosa.
Insomma, ‘sto film vale i soldi spesi? Nonostante tutto, vi dico di sì. Non è una visione “fondamentale” come un Ratatouille, o un Up, ma sono certo che riuscirete a chiudere un occhio. Tutti e due non ve lo consiglio, che poi non vedete un cazzo (vabbè fa schifo questa, scusate).
Radda, smanettone dell’isola
–Mario Ferrentino–