Dopo aver raccontato quella che è la storia di uno dei personaggi storici di Magic the Gathering, il golem d’argento Karn, ho voluto soffermarmi su uno dei planes tra quelli più recentemente inseriti, almeno dal punto di vista narrativo: Gideon Jura.
In questo periodo di crisi, non solo economica (ma diciamoci la verità, noi giocatori di Magic ‘sta situazione non la sentiamo per niente, visto che è la nostra condizione di base!) ma anche di news provenienti dal mondo ideato da quel ghiro di Richard Garfield, ho voluto riprendere l’aspetto narrativo del gioco, per parlarvi di uno dei nuovi personaggi apparsi tra i piani dell’esistenza, Gideon Jura.
Dall’aspetto si capisce quasi immediatamente che si tratta di un “cavaliere della luce”, forse un po’ trascurato dal punto di vista estetico (ma glielo perdoniamo, dai, d’altronde gli conferisce il fascino dell’uomo vissuto), ma pur sempre un servitore della verità e della giustizia. Gideon Jura appare per la prima volta ufficialmente sul piano di Zendikar, quando ormai i mostruosi Eldrazi si erano già liberati e stavano cibandosi allegramente degli esseri viventi del piano. Un po’ come quello che fanno i Compagni alla festa dell’Unità, per intenderci. Ma come ha fatto ad arrivare lì il nostro cavaliere senza macchia? E soprattutto, perché?
Partiamo dall’inizio: il ragazzo non ha mai avuto una vita facile. Abbandonato dal padre quando ancora era un infante, fu allevato dalla madre, che però morì poco dopo. Ormai solo e privo di alcun sostegno, Gideon decise di unirsi ad una banda di ladri, di cui ben presto divenne il leader indiscusso: ma non fatevi ingannare, il nostro duro dal cuore d’oro non aveva lasciato la retta via. Infatti, spinto dai suoi ideali, imponeva ai membri della sua banda di derubare solo nei palazzi dei nobili e dei ricchi possidenti, e solo lo stretto necessario per sopravvivere. Il resto doveva essere donato ai poveri. Ben presto, però, fu catturato dalle guardie regali che in un primo momento, non sapendo cosa farne di lui, lo rinchiusero nelle segrete di una prigione, finché poi lo lasciarono nella mani di un mago il quale, riconoscendo in lui delle grandi potenzialità, decise di prenderlo come allievo e di insegnargli l’arte della ieromanzia (per chi non lo sapesse è l’arte di leggere nel futuro usando oggetti o viscere di animali). In un primo momento il ragazzo fu riluttante e tentò più volte di scappare, ma poi, affascinato da questo tipo di magia, decise di accettare gli insegnamenti del mago e di allenarsi con lena e disciplina. Oltre alle arti magiche, il maestro insegnò a Gideon l’arte del combattimento con il sural, un’arma a tre lame simile ad una frusta, e incominciò ad istruirlo anche riguardo all’esistenza dei Planeswalker e sui loro poteri, mettendo in guardia Gideon soprattutto dai piromanti, visto che il suo ex-maestro Planeswalker fu ucciso da uno di loro.
La scintilla si accese quando Gideon uccise un suo rivale. Lo shock fu talmente forte che l’uomo si trovò in una condizione momentanea di armonia totale con l’universo: aveva raggiunto il suo nirvana e grazie a ciò, viaggiò su un altro piano. Tornò quindi dal suo maestro che per tutta risposta rivelò a Gideon che aveva sempre sospettato che in lui ci fosse qualcosa che lo rendeva diverso da tutti gli altri suoi simili. Così, dopo aver fatto dono a Gideon del sural, diede la sua benedizione al viandante, che partì alla ricerca della perfetta illuminazione.
Nei suoi viaggi Gideon udì alcune leggende, tutte che narravano di un’enorme fonte di mana bianco, chiamato “Fuoco Purificatore” e custodito dal culto di Heliud sul piano di Regatha. Si diresse immediatamente lì, nella speranza che l’ordine gli concedesse il permesso di studiare quella fonte di mana, ma il capo dell’ordine Walbert inizialmente gli negò la possibilità anche solo di vederla. Successivamente, però, cambiò idea e propose un patto al viandante: lui avrebbe potuto studiare il Fuoco Purificatore solo se avesse catturato e consegnato loro una persona: Chandra Naalar.
Inizia così la caccia alla donna: il primo incontro lo ebbe sul piano di Kephalia, dove la piromante era riuscita a mettere le mani su una pergamena che parlava del potente Occhio di Ugin. Il piano sembrò avere successo, ma Gideon, pur non riuscendo a catturarla, riuscì almeno a riportare la pergamena ai suoi legittimi proprietari.
La caccia non era terminata, e i due si rincontrarono sul piano di Diradan, dominato dal mana nero. Questi, che nel frattempo avevano stipulato un armistizio proprio per cercare di fuggire dal piano, in cui era presente una barriera che impediva ai viandanti di utilizzare i loro poteri per scappare, furono attaccati da alcuni cavalieri ombra per ordine di una maga malvagia, Falia, che inebriata dalla bellezza di Gideon cercò di separarlo da Chandra. L’uomo si accorse dell’inganno e andò a salvare la sua donzella. Sconfitti diversi nemici, furono successivamente catturati da un lord vampiro del piano, Velrav. Dopo aver simpaticamente torturato Gideon, Velrav tentò tramite un rituale del sangue di impossessarsi dell’essenza del viandante per ottenere i suoi poteri da Planes, ma fu altrettanto simpaticamente decapitato da Chandra. Ucciso il cattivone, scomparve anche il blocco sul piano, così i due poterono spostarsi in un luogo più tranquillo.
La strana coppia decise quindi di ritornare su Regatha: rifugiatisi nel monastero dell’ordine di Heliud, dove risiedeva un amico di entrambi, l’elfo Samir, si trovarono ben presto accerchiati ed assediati dall’esercito dell’ordine.
Walbert voleva a tutti i costi Chandra, e in caso contrario avrebbe fatto una strage. Così la piromante decise di arrendersi, ma solo a condizione che fosse Gideon stesso ad accompagnarla da Walbert. Giunti di fronte al suo cospetto, il capo dell’ordine rivelò il suo vero intento: punire colei che aveva osato sfidare l’ordine gettandola nelle fiamme del Fuoco Purificatore, in modo che diventasse un monito per chiunque altro volesse andare contro la legge dell’Ordine. Scoperto l’intento malvagio di Walbert, Gideon decise di aiutare Chandra, rivelandole che il fuoco non avrebbe toccato una persona priva di rimpianti, e che quindi se la caliente viandante aveva qualche questione in sospeso, doveva risolverla in fretta. E in effetti qualcosa c’era. Chandra si sentiva in colpa per aver contribuito alla distruzione del suo villaggio. Una volta accettata la situazione, fu facile per lei sopravvivere alle fiamme, ed essendo una ragazza calma e ragionevole, sprigionò il suo potere e distrusse il tempio dell’ordine, carbonizzando Walbert e le sue guardie. Anche se inorridito dal gesto di Chandra, Gideon decise di aiutarla lo stesso, essendo lei svenuta per lo sforzo. Una volta risvegliatasi, Chandra rivelò a Gideon che coloro che avevano distrutto il suo villaggio avevano proclamato gli stessi ideali dell’ordine, e che quindi chiunque li seguisse sarebbe stato inevitabilmente un suo nemico, proprio come lui. L’uomo le rispose che si sarebbero incontrati nuovamente, e Chandra lasciò Regatha.
Dopo una lunga riflessione, Gideon decise di seguirla su Zendikar per aiutarla in quel mondo così pericoloso (eeehh il potere d’o pilu!): ,ercò di raggiungerla all’Occhio di Ugin, ma lei se ne era già andata, così decise di riposarsi nella vicina città di Fort Keff. Il riposo, però, fu breve visto che fu svegliato dal grido disumano di un surrakar catturato e ferito nelle vicinanze (per chi se lo stesse chiedendo, questo qua sotto è un surrakar).
Gideon parlò con lui e questi gli disse che le sue divinità stavano arrivando da oltre il vuoto, da un mondo senza colore, per consumare ogni forma di vita sul loro cammino. Poco dopo il villaggio fu attaccato dalla progenie degli Eldrazi, ma l’intervento del Planes riuscì a fermare l’assedio. Urla di festa e gioia si levarono verso di lui, felicità che durò anch’essa ben poco: infatti in lontananza Gideon cominciò a scorgere la sagoma di un pericolo ancora più potente e inarrestabile: Emrakul.
Capendo che da solo non avrebbe mai potuto fermare la potente divinità, Gideon fece evacuare l’intera popolazione, che una volta allontanatasi dal pericolo imminente non poté fare altro che guardare il proprio villaggio andare in rovina. Gideon sapeva che a quel punto era rimasta una sola possibilità, ovvero rivolgersi ad altri Planes per chiedere il loro aiuto e il loro intervento, così si diresse su Ravnica, dove aveva sentito parlare della presenza di una sorta di gilda o organizzazione di Planeswalker. Guidato da questa fievole speranza, si trasportò sul piano in cerca di aiuto e di sostegno (ed ecco spiegata anche la sua presenza sul piano Ravnichiano).
Un cavaliere senza macchia il nostro Gideon. A chi si rivolgerà il nostro per sconfiggere la minaccia zendakariana? Dovremmo aspettare almeno Gatecrash per scoprirlo, quindi state tranquilli e godetevi questo super riassunto della sua storia.
“I buoni non stanno seduti ad aspettare che il male agisca. Si preparano a difendersi. Si preparano a punire.” Gideon Jura
Kardar, Conoscitore di piani
–Vincenzo Mirra–