Nel corso della storia ci sono stati due uomini illustri che hanno portato il nome “Dante”. Uno è stato un genio della creatività, un maestro di stile, un’icona dei suoi anni e di quelli a venire, un combattente che ha, con giustizia e imparzialità, precipitato nelle profondità infernali i demoni che avevano infestato il suo mondo. L’altro è un insigne poeta italiano. Indovinate un po’ di chi parliamo oggi?
Eh sì, proprio del protagonista della saga di Devil May Cry, il figlio di Sparda e di Eva, proprietario di Alastor, Force Edge, Ifrit, Ebony, Ivory, Nightmare, Rebellion, Vendetta, Merciless, Cerberus, Agni, Rudra, Nevon, Beowulf, Doppietta, Artemis, Spiral, Kalina Ann, Gilgamesh, Coyote-A, Pandora, Lucifer, e Yamato, nonché di svariati capispalla rosso scarlatto e munito di un morbido caschetto bianco – praticamente un Babbo Natale in perfetta forma fisica e leggermente più tamarro del consueto, cosa che lo rende perfetto per il clima di festività in cui è saltata fuori la notizia di un suo ritorno. Da pochi giorni, infatti, in rete si parla di un nuovo Devil May Cry in uscita su iOS e Android esclusivamente per il pubblico cinese, nel corso del prossimo anno: il gioco, sottotitolato Pinnacles of Combat, sarà un RPG giocabile online in modalità cooperativa o player vs. player. Dalle immagini che stanno circolando online (che potete vedere qui) sembra che, almeno nel design, il titolo porterà a un ritorno ai primi episodi della serie, con Dante e Vergil nelle classiche vesti rossa e blu e l’ambientazione goticheggiante delle origini.
Ma voglio credere che non sia affatto finita qui: fin dallo scorso marzo, infatti, girano voci insistenti (che Capcom non ha smentito) sul ritorno della saga regolare su console da salotto. È probabile che per saperne di più dovremo attendere il prossimo E3, che si terrà a giugno 2018, ma pare ormai certo che se questo episodio dovesse essere prodotto, sarà un Devil May Cry 5 e non un DmC 2 – e la cosa non può che farmi felice.
Siete confusi da questi due nomi? Forse allora è il caso di ripassare brevemente la storia del franchise.
Tanto tempo fa, in un mondo videoludico lontano lontano (si parla del 2001), Capcom sviluppava per la cara vecchia Playstation 2 Debiru Mei Kurai, meglio conosciuto dalle nostre parti come Devil May Cry. Si trattava fondamentalmente di un action hack&slash, con alcune meccaniche che però lo rendevano anche esplorativo e avventuroso, con quel tocco di splatter che non guasta mai. La trama è molto semplice: un demone cattivo cattivo torna dopo duemila anni nel mondo degli umani per farci fuori tutti quanti. A cercare di mettere una pezza a questa spiacevole situazione c’è il protagonista, Dante, mezzo demone e mezzo umano, carismatico e armato fino ai denti, che si deve far strada in un mondo dalle tinte fortemente gotiche, in uno stile che ricorda molto Castelvania, accompagnato da ragazze belle e agguerrite (a volte anche giocabili) e contrastato da nemici appartenenti al mondo demoniaco. Tra l’altro il gioco fu pubblicato in Giappone in un periodo in cui “gotico” era ancora sinonimo di tamarro, e si accordava sorprendentemente bene con una martellante colonna sonora metal.
La storia, come facilmente immaginabile, è piena zeppa di riferimenti danteschi – solo nominali, niente di più di un pretesto per permettere al protagonista di ammazzare un sacco di demoni in modo molto, ma molto creativo e soddisfacente: abbiamo Dante, che non ha bisogno di spiegazioni, Vergil, il fratello gemello del suddetto, la cricca delle belle fanciulle del gioco, tratta dai personaggi femminili che compaiono nel Paradiso dantesco (Trish, Lucy, Lady…), e dulcis in fundo Mundus, in riferimento al re degli inferi, l’”immundus”.
Il gioco ha avuto fin da subito un successo enorme, tanto che sono seguiti altri tre episodi appartenenti alla stessa saga: il secondo capitolo, che ha ottenuto un discreto apprezzamento (anche se i fan di solito gli preferiscono di gran lunga il primo); il terzo, un prequel dei primi due, che invece è molto piaciuto; e il quarto, in cui Dante cede il ruolo di protagonista a Nero, un personaggio più giovane ma misteriosamente somigliante a lui.
E poi è arrivato DmC: lasciate ogni speranza voi ch’entrate! Il gioco è stato pubblicato nel 2013 su PC, PS3 e Xbox 360 (e nel 2015 con una versione remastered su PS4 e Xbox One), e ha fatto piangere come bambini molti fan della serie. Gli sviluppatori (Ninja Theory) hanno pensato che lo stile originale fosse un po’ troppo anni ’80, e hanno provato a rinnovarlo per renderlo un po’ più teen-friendly. Sebbene le meccaniche di gioco fossero effettivamente più scorrevoli e avvincenti, e gli scenari degli scontri fossero molto evocativi, la trasformazione del protagonista da guerriero leggendario e carismatico a belloccio amorale e privo di spessore (e, diciamocelo, francamente un po’ troppo emo) ha rovinato buona parte dell’atmosfera del gioco. Non si può negare che gran parte del suo fascino fosse legato alla figura del protagonista: privare Dante del suo stile inconfondibile, per quanto un po’ tamarro e stagionato, non è stata una bella mossa.
Dunque, per tornare a quanto dicevo sopra, sembra che l’esperimento DmC si sia concluso, visto che il titolo in arrivo dovrebbe essere una diretta continuazione del filone originario della serie, sperando che a cambiare, stavolta, siano dinamiche di gioco e trama, e non il nostro beneamato protagonista.
Nemici di Sparda, temete.
–Francesca Canapa–
[amazon_link asins=’B00SINHT5U,B005X50LFQ,B00123WC4Q’ template=’ProductCarousel’ store=’isolilly-21′ marketplace=’IT’ link_id=’bbd8457e-ebf4-11e7-bbc5-cf30fad25bf8′]