De L’Attacco dei Giganti non ne abbiamo mai abbastanza, e probabilmente Cryptozoic Entertainment lo sa bene: dopo un gioco di carte rilasciato lo scorso novembre, e forte della collaborazione con Antoine Bauza (7 Wonders, Tokaido) e Ludovic Maublanc (Ca$h’n’Guns), l’azienda ha deciso di pubblicare anche un boardgame basato sulla fortunata opera di Hajime Isayama.
Pensate che l’idea di questo gioco risale addirittura al 2015, quando durante la GenCon il team ne mise a disposizione un primo prototipo. Sara Miguel, Team Manager della Cryptozoic, lo presentò come un gioco da tavolo a sviluppo verticale, dove “bisogna pianificare prima la strategia. Questa, insieme al fattore fortuna, è la chiave del gioco, così che sia i neofiti che i giocatori più smaliziati possano trovarlo intrigante”.
Al tempo il prodotto era ben lungi dall’essere completo, ma conquistò lo stesso molti giocatori, tanto che Cryptozoic ebbe immediatamente buoni feedback. E ora, due anni dopo, eccolo finalmente arrivare in versione retail, col nome di Attack on Titan: The Last Stand.
Il gioco è studiato per 2-5 partecipanti, dove uno di essi veste i panni di un Gigante, e gli altri le forze che devono affrontarlo. La confezione si presenta imponente e il contenuto davvero ricco: schede degli otto personaggi, tra cui i beniamini dell’Armata Ricognitiva (Eren e Mikasa), ben quattro tabelle personalità di Gigante, venti dadi tematici, carte tattiche, e gli immancabili meeples (le pedine a forma di omino stilizzato) che, alternativamente, devono saltare da una torre a un Gigante simulando gli effetti dell’attrezzatura per il movimento tridimensionale.
Le meccaniche sono frenetiche, e una partita dura in media circa 30-40 minuti. Lo scopo dei personaggi è, ovviamente, evitare che il Gigante possa vincere divorando dodici civili, distruggendo i sei cannoni o facendo fuori direttamente i personaggi – e gli estimatori dei boardgames asimmetrici sanno quanto sia piacevole quest’ultima prospettiva. Per evitare la disfatta, l’Armata Ricognitiva deve scatenare l’inferno sul Gigante, saltando dalla torre alla creatura stessa, e utilizzando spade, cannoni e dadi. Dall’altro lato, il colosso ha a disposizione le carte tattiche, delle quali ne può giocare due a fase, una coperta e una scoperta.
L’elemento ‘carta coperta’ rappresenta la spiacevole sorpresa che devono subire i giocatori-umani poco parsimoniosi con i dadi tematici. Questi ultimi, infatti, rappresentano il cuore del gameplay. Vengono lanciati dai giocatori che interpretano gli umani, e come detto servono a compiere le azioni necessarie per inibire gli effetti delle carte tattiche. È possibile ritirarli più volte, ma se malauguratamente una faccia dei dadi dovesse fermarsi sull’icona dei Giganti, i personaggi perderebbero quel dado a favore del nemico, che vedrà dunque il suo dice-pool incrementare. Questo andirivieni di dadi è una meccanica strategica dalle mille sfaccettature: è meglio conservare i lanci per affrontare la carta tattica coperta e subire gli effetti di quella scoperta, oppure usarli per provare a tagliare la testa al gigante con un Neck Slash o un Eradication? Eh sì, perché i Giganti si rigenerano, e solo un taglio netto al punto giusto può farli fuori definitivamente.
Insomma, questo The Last Stand appare interessante: la velocità delle partite, il coinvolgimento dei giocatori nella trama, il piacere di ‘divorare’ i propri amici (almeno virtualmente!), le meccaniche nuove e lo sviluppo verticale ne fanno sicuramente un prodotto da tenere d’occhio. Forse i troppi dadi da lanciare potrebbero far storcere il naso ai giocatori più incalliti, ma d’altronde è anche l’elemento ‘fortuna’ – se ben dosato – a creare la necessaria suspense.
Il boardgame sarà pubblicato in America il 26 luglio, mentre non abbiamo ancora notizie in merito ad un possibile sbarco sui nostri lidi.
–Fabrizio Palmieri–
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