I giocatori di lunghissimo corso (per non dire i più anziani Illyoners, che pare brutto…) ricorderanno bene la querelle esplosa negli anni ’80 a proposito del Satanic Panic. Si trattò di un’ondata di bigottismo religioso di matrice ultraortodossa che puntò il dito su varie espressioni artistiche (in modo particolare sulla musica rock), su comportamenti ritenuti riprovevoli (l’ateismo) e su boardgames e tabletop (al tempo chiamati ‘giochi in scatola’) in generale. A farne la spesa, in quest’ultima categoria, furono D&D (ma dai?) e un’altra pietra miliare, Heroquest. Ispirati dalla figura carismatica di Anton LaVey, fondatore della chiesa di Satana, gli ultraortodossi ficcarono un po’ di tutto nel calderone, confondendo fischi per fiaschi e perseguitando – fortunatamente solo a parole – la neonata categoria dei giocatori di ruolo.
Sappiate che se oggi potete giocare serenamente di ruolo lo dovete anche a quei coraggiosi che si opposero al movimento ‘Satanic Panic’. Un minuto di silenzio per i caduti.
Ma la legge del contrappasso è sempre dietro l’angolo. Jim McClure, Jim Merritt ed Emily Reinhart hanno colto la palla al balzo di una combo irresistibile, il Satanic Panic e Stranger Things, tirando fuori un progetto Kickstarter che in soli 12 giorni ha raggiunto il goal dei 10.000$ necessari alla conclusione della campagna, permettendo così la nascita di un nuovo GdR pen-and-paper chiamato, appunto, Satanic Panic.
Il prodotto è ambientato negli anni ’70-’80, e i giocatori vestono i panni di specialisti di un’Agenzia che ha il compito di controllare, contenere e scombinare i piani del cattivo di turno, un’entità dal nome Tabletop. Di questa si sa poco (presumibilmente quanto ne sapevano gli ultraortodossi): si tratterebbe di qualcuno o qualcosa che, con la scusa dei giochi di società, trasforma gli ignari utenti in mostri e altre cose orribili. Il richiamo a Stranger Things è immediato e, infatti, ritroviamo in Satanic Panic il periodo storico, l’atmosfera, i misteri, la suspance e gli orrori che hanno reso grande la recente produzione Netflix.
Le meccaniche del titolo si fondono con elementi di profonda strategia a lungo termine e gestione del budget. I PG vengono equipaggiati con armi iper-futuristiche, alcune delle quali in grado di devastare quartieri, ma devono stare attenti ai danni collaterali. Se qualcuno di voi già vedeva il suo personaggio andare in giro con cannoni giganteschi dispensando morte e disperazione, dovrà rivedere qualcosa nella sua concezione di Agente nemico di Tabletop: i Governi, infatti, non saranno così contenti di dover ricostruire porzioni di città o fornire casse da morto per quelle 50.000 vittime che accidentalmente avete fatto fuori con una granata in grado di mandare Cthulhu a farsi il giro dei 100 inferni. Quindi completare la missione e ridurre al minimo i danni collaterali sono due dei quattro step della meccanica di gameplay. A questi si aggiungono altri due momenti: quello contabile (quanto ho guadagnato? Quanto ho perso? Quanto mi passano i Governi contenti della mia azione?) e l’acquisto di nuovo equipaggiamento. Sembra un po’ di giocare al boardgame di X-COM, vero? Beh, forse, ma tutto sommato non la valuterei come una cosa così orribile.
Insomma, Satanic Panic appare come un prodotto interessante. Resta sulla linea di confine tra il GdT e il GdR senza tracimare né in uno né nell’altro. L’idea di legarlo a un social trend (per certi versi ancora in voga) e ad una produzione di successo (Stranger Things) è stata senza alcun dubbio vincente. Se volete partecipare al crowdfunding (qui), sappiate che la campagna durerà ancora fino al 31 marzo.
Chi si celerà dietro il famigerato Tabletop? Saranno gli ultraortodossi?
–Fabrizio Palmieri–