A qualcuno sarà probabilmente sfuggita, durante queste fantastiche giornate invernali, l’uscita di Fire Emblem Heroes, prima trasposizione mobile della nota saga di RPG targata Nintendo e Intelligent Systems. Fortunatamente mamma Illyon è qui per voi, e non solo vi ricorda che il titolo è disponibile per iOS e Android, ma l’ha già anche provato e ora vi porta le sue impressioni.
Fire Emblem Heroes non si discosta molto dalla serie originale uscita negli anni per le varie console Nintendo, anzi appare quasi come una versione semplificata dei vari capitoli della saga. Una partita è strutturata in modo pressoché identico: su una griglia di 48 caselle (6×8) il giocatore dispone di una squadra composta da quattro personaggi e, muovendoli su tale griglia, ha l’obiettivo di sconfiggere il team avversario. Ogni guerriero, inoltre, possiede abilità particolari che lo contraddistinguono, e un colore che lo identifica come appartenente a una precisa tipologia di combattente: rosso, blu o verde. Chi ha già giocato conosce l’argomento, mentre i neofiti devono sapere che tali colori rimandano al “triangolo delle armi”, uno schema in stile carta/forbice/sasso che determina debolezze e resistenze di un tipo rispetto a un altro.
Parlavamo di semplificazione, però, e infatti per questo Fire Emblem in versione mobile le magie vengono incluse nel triangolo. Esiste anche un quarto colore, il grigio, esclusivo delle cosiddette “unità strategiche”, ovvero quelle che non possiedono (s)vantaggi particolari nei confronti delle controparti colorate (arcieri, sacerdoti e ladri). Qui, sostanzialmente, inizia e finisce la strategia di questo gioco.
Riassumendo, per uscire vittoriosi da una partita sono fondamentali due cose: la scelta del party, che deve essere sempre effettuata tenendo conto del triangolo colorato, e gli spostamenti sulla griglia in relazione al tipo di mappa. Alcune, infatti, presentano fiumi invalicabili o muri che si possono distruggere, e rimanere imbottigliati o farsi strada in mezzo a ostacoli può fare tutta la differenza del mondo.
A questo punto il gioco arriva a un bivio: dopo le prime partite l’utente deve decidere se proseguire e poweruppare tutto il poweruppabile senza aprire il portafoglio, impegnandosi quindi con costanza per settimane, oppure se mettere mano alla carta di credito. Viene da sé, infatti, che per ottenere risultati migliori siano necessari eroi sempre più forti. Per i primi tempi sarà sufficiente portare a compimento le missioni speciali giornaliere e sbloccare, così, personaggi da 2 stelle al massimo. Quando cominceranno a non essere più sufficienti nemmeno questi ultimi, però, bisognerà ricorrere all’evocazione di guerrieri 3-5 stelle tramite l’utilizzo di sfere che costituiscono la valuta del gioco. Esse, ovviamente, sono a pagamento (da 1,99 a 74,99 euro) e serviranno per… beh, qualsiasi cosa. Niente di diverso rispetto a quasi tutti gli altri mobile games, certo, però andando avanti nel gioco è palese come tutte le strade portino alle microtransazioni. All’inizio si ricorrerà ad esse solo per avere eroi più forti – e non è nemmeno detto che con la ventina di sfere necessarie per cinque evocazioni riusciate a ottenere un personaggio oro –, ma successivamente anche per saltare il cooldown di quattro ore della barra di energia. Poi, quando l’utente medio penserà di avere una bella squadra, si renderà conto che gli eroi si possono fondere per aumentarne il potenziale, a patto di azzerare le statistiche e ricominciare da capo. Altro giro, altra corsa!
Sicuramente in Nintendo hanno capito come si fanno i soldi con un videogame per smartphone, dopo il buco nell’acqua di Super Mario Run. Il cervello umano, invece, si conferma una cosa meravigliosa: a quanto pare è sbagliato spendere 10 euro per un gioco, ma non c’è nessun problema a tirarne fuori il triplo a rate.
In merito alla trama, meglio non parlarne: i riferimenti alla saga sono numerosi e precisi, ma la storia (e come viene spiattellata) è da proiettile in testa. Il comparto grafico è buono, soprattutto negli intermezzi e nei menu, mentre tende a scadere un po’ con le miniature durante le partite. La colonna sonora, invece, è eccezionale: al primo accesso mi è sembrato di giocare a Fire Emblem Heroes durante il concerto di capodanno a Vienna.
Il gioco richiede una connessione costante, perché costante è la sincronizzazione, e consuma parecchia batteria. Sicuramente non una gran cosa, soprattutto fuori casa: si spera che futuri aggiornamenti sistemino un po’ le cose.
Il multiplayer è solo apparente: l’utente gioca contro squadre di altri giocatori, ma è sempre l’IA a controllare il party avversario.
In generale, seppur molto semplificato, rimane un titolo corposo in termini di contenuti e potenzialmente longevo, oltre a mantenere un’apprezzabile fedeltà alla saga originale. Insomma, è facilmente consigliabile a tutti: i pagamenti non sono obbligatori e l’esperienza, anche senza le microtransazioni, rimane positiva.
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Fire Emblem Heroes su Google Play
–Andrea Camelin–
Fire Emblem Heroes: la recensione
Andrea Camelin
- Meccaniche di gioco semplici e adatte a tutti;
- Grafica e colonna sonora di qualità;
- Fedele alla serie originale;
- Batteria e connessione messe a dura prova;
- Manca un vero multiplayer;
- I pagamenti sono una discriminante eccessiva nell’esperienza di gioco;