«Forse non sarò il ragazzo più onesto della galassia, ma un patto è un patto».
Un giovane contrabbandiere di nome Han è in missione per salvare il suo compagno Chewbacca. Ma, tra giocatori d’azzardo incalliti e trafficanti senza scrupoli, lungo la strada non tutto fila liscio… Potrebbe sembrare la trama di un classico film western, no? E invece, come avrete capito, stiamo parlando di Star Wars, del più affascinante rubacuori e mascalzone corelliano, e della sua pelosa e suscettibile controparte.
Lanciato sulla piattaforma di crowdfunding Indiegogo e ottenuti in breve in fondi necessari per la produzione, Han Solo: A Smuggler’s Trade è il nuovo fan film ambientato nella Galassia lontana lontana che dallo scorso dicembre sta spopolando su YouTube. Esagererei se dicessi che forse è la cosa migliore che vedrete dopo lo strepitoso Rogue One? Credo proprio di no e anche se, in effetti, non sento alcun bisogno di uno spin-off su Han Solo – ma che cavolo, un po’ di mistero! – devo dire che questo cortometraggio di 14 minuti scarsi è davvero entusiasmante.
L’opera segue Han in una delle sue scorribande qualche anno prima degli eventi di Una nuova speranza, mentre trucca le carte, si fa strada a colpi di blaster e sfrutta la sua astuzia per svoltare le contrattazioni a suo vantaggio. Devo dire che si respira in parte anche l’atmosfera post-bellica che abbiamo tanto apprezzato nella recente pellicola di Gareth Edwards, fatta di canaglie che si ingegnano per sopravvivere e feticisti delle reliquie Jedi (in questo fan movie ce n’è uno che quasi ruba la scena ad Han). Dimenticatevi i video di gente incappucciata che combatte nel bosco con le spade laser comprate al Disney Store e guardate qui:
Ho apprezzato molto il fatto che sia stato ricreato alla perfezione l’equilibrio tra azione, sci-fi, fantasy, fiaba e western che ha reso Star Wars tanto amato. È un viaggio attraverso una natura selvaggia ma bellissima, fatto di incontri-scontri e prove da superare, fino a che si raggiunge un tizio con i tratti del mago cattivo per consegnargli l’oggetto magico e salvare l’amico in pericolo. Una classica quest da videogioco anni ’90, insomma.
È la quintessenza dell’Han Solo Style, con un mix di battute arroganti, spiritose e drammatiche, e c’è tutto: una regia pregevole (Keith Allen) e di qualità, soprattutto rispettosa dei canoni a cui Star Wars ci ha abituato; una colonna sonora azzeccatissima (Andrew Gerlicher), che ha interpretato al meglio la lezione del maestro Williams; effetti speciali davvero credibili e curati nel dettaglio, che non sfigurano assolutamente al confronto con quelli dei film originali (quanto sono fichi lo speeder e la mappa olografica?); e un’ambientazione meravigliosa, sia per quanto riguarda le scene interne (sono state ricreate le atmosfere delle peggiori bettole della Galassia), che per quelle esterne (girate tra la California e lo Utah).
E poi c’è lui, il protagonista. L’Han Solo interpretato da Jamie Costa è davvero sorprendente, non solo per la somiglianza con Harrison Ford, ma anche per le movenze del corpo e la mimica facciale, tanto che mi viene da chiedere perché la Disney non abbia scritturato lui per lo spin-off che uscirà nel 2018… Comunque, complimenti a Costa per la sua interpretazione convincente!
Devo dire che per me è stato il più bel quarto d’ora di Star Wars dopo Rogue One, di gran lunga meglio – e il che è tutto dire, viste le premesse agli antipodi – di Episodio VII. Questa per me è la conferma del fatto che molto spesso la passione dei fan riesce dove i grossi investimenti falliscono, e che le produzioni inserite nella storyline esistente (come appunto Rogue One e le serie animate) funzionano, mentre la trilogia sequel per il momento no. Staremo a vedere, ma intanto faccio il bambino capriccioso e dico che J.J. Abrams non si è comportato da fan: George Lucas era, invece, un appassionato della sua stessa creatura, e lo si è visto. Bravo Allen, bravo Costa! Fine polemica. E niente, fine articolo.
–Michele Martinelli–
Han Solo: A Smuggler’s Trade – Recensione fan movie
Michele Martinelli
- Sprizza stile Star Wars da tutti i pori;
- Perfetto equilibrio tra azione, sci-fi, fantasy, fiaba e western;
- Ottima interpretazione del protagonista;
- Dialoghi, musiche, ambientazione, effetti speciali... tutto contribuisce a rendere azzeccatissimo questo corto;
- Un quarto d'ora per una produzione del genere è troppo poco!