Se c’è una cosa di cui i fan degli jRPG possono essere certi, è che Bandai Namco ha sempre un capitolo della saga di Tales of pronto per soddisfare chi di questo genere non ne hai mai abbastanza. Dopo Zestiria, approdato nell’ottobre del 2015 su PS4 e PS3, l’azienda nipponica saluta definitivamente la scorsa generazione col primo Tales of prodotto esclusivamente per l’attuale console da salotto di Sony, Tales of Berseria, disponibile proprio da oggi 27 gennaio nei negozi e in digitale.
In realtà non possiamo parlare proprio di titolo al 100% progettato per PlayStation 4: come è facile notare, tecnicamente Berseria è fin troppo simile al suo predecessore. In effetti, il titolo era stato progettato inizialmente per PS3, tanto che condivide una versione raffinata e perfezionata del motore grafico di Xillia, ma di questo ne parleremo dopo.
Partiamo dalla trama: Berseria è ambientato nello stesso mondo di Zestiria, l’Impero di Midgand, ma molti anni prima. I giocatori vestono i panni di Velvet Crowe, una ragazza che vive in un piccolo villaggio insieme al fratello Laphicet e al cognato Artorius. Quando un giorno si scatena di nuovo una terribile malattia chiamata “demonite”, che appunto tramuta gli esseri umani in demoni (e che in passato ha già mietuto molte vittime, tra le quali Celica, la sorella maggiore della protagonista), Velvet viene colpita dal morbo, e nello stesso tempo subisce un nuovo lutto e un tradimento. È dunque la vendetta il sentimento portante di questa nuova avventura, in effetti un tema inedito per la saga.
Come sempre, cuore pulsante della produzione è il sistema di combattimento, ribattezzato qui come Liberation Linear Motion Battle System. Liberation perché una volta ingaggiata una lotta, è possibile spostarsi liberamente per il campo di battaglia, così come muovere senza restrizioni la telecamera, pur mantenendo lockato un determinato avversario. Come in ogni nuovo Tales of che si rispetti, anche in questo caso il combat system presenta delle modifiche rispetto al passato: Berseria ci introduce la Barra Anima, dei rombi presenti vicino ai PV dei personaggi che stanno a indicare la quantità di punti a disposizione per effettuare determinate azioni, come gli attacchi magici. Questi sono tre a inizio scontro, ma possono aumentare o diminuire a seconda del nostro stile di combattimento (i colpi critici o lo sfruttamento delle debolezze elementali dei nemici, ad esempio, fanno aumentare la Barra Anima, e di contro subire alterazioni di status la fa ridurre). Questo elemento fa sì che l’utente non si lanci nelle battaglie a rotta di collo, donando quindi un pizzico di tattica in più al gioco. Oltre a questo, R2 ed L2 danno la possibilità di sferrare degli attacchi speciali che non solo aumentano il quantitativo di combo effettuabili, ma permettono di sfruttare i poteri demoniaci della protagonista per infliggere una grande quantità di danni ai nemici, potendo godere nello stesso momento di bonus alla salute. Durante gli scontri, come sempre, è possibile anche cambiare personaggio, attivando abilità che forniscono al compagno subentrato ulteriori effetti bonus.
Possiamo dire che il sistema di combattimento, in effetti, sia l’unica vera novità del titolo. Per il resto il gameplay resta il classico della serie, con l’esplorazione di dungeon e città intervallata da semplici enigmi. Non che i fan si aspettino altro, a essere sinceri, ma rinfrescare un po’ la formula di gioco di certo non farebbe male. È probabile che non si sia voluto osare troppo anche per via del fatto che, come dicevo prima, il titolo è stato originariamente pensato per PS3. Questo si nota facilmente dopo pochi minuti di gioco: se i protagonisti possono contare su ottime animazioni e una buona modellazione poligonale, i PNG spesso risultano anonimi e limitati, e gli ambienti a volte spogli e non sempre ispirati, con i dungeon addirittura più piccoli e lineari che in passato. Nonostante ciò, va comunque segnalato che il frame rate, che regge tranquillamente i 60fps, si comporta molto meglio rispetto al passato, anche nelle situazioni più concitate, e i rallentamenti da segnalare sono davvero pochissimi. Come sempre, poi, c’è ben poco da lamentarsi per quanto riguarda l’ottima colonna sonora e la longevità generale, che supera abbondantemente le 60 ore se considerate tutte le quest secondarie e le attività aggiuntive offerte.
Insomma, Berseria è ancora una volta un ottimo capitolo della saga, consigliato senza remore a tutti gli appassionati, che ne apprezzeranno le rifiniture al combat system e la storia più matura. Detto questo, comunque, il titolo non farà cambiare idea a chi non ha amato i precedenti episodi.
–Mario Ferrentino–
Tales of Berseria – Recensione
Mario Ferrentino
- Formula di gioco rodata e apprezzata dai fan;
- La storia è più matura;
- Il sistema di combattimento funziona sempre egregiamente;
- Ottima fluidità e stabilità del frame rate;
- Tecnicamente non all'altezza delle produzioni odierne;
- Non ci sono sostanziali novità che possano far cambiare idea a chi non ha mai amato la saga;