Dopo anni passati ad ammazzare bestiacce varie a Dungeons & Dragons, non vi siete un po’ annoiati di fare la parte degli eroi? Non sarebbe bello, per una volta, interpretare il Dragon? O magari il Dungeon?
In risposta a queste domande giunge “Vast: The Crystal Cave”, gioco da tavolo sviluppato da Patrick Leber a seguito di una trionfale campagna Kickstarer, che si pone l’obiettivo di reinventare il concetto di dungeon crawl mettendo a confronto ciascun utente con specifiche meccaniche di gioco (al punto che ha quasi più senso parlare di cinque mini-giochi che casualmente convivono nella stessa scatola) e con una serie di ruoli più o meno usuali.
A seconda del numero di partecipanti (da due a cinque), giocando a “Vast” ci si ritrova calati in un’intricata lotta senza quartiere dove ogni alleanza è temporanea e ciascuna fazione, oltre a perseguire il proprio obiettivo, fa di tutto per mettere i bastoni tra le ruote alle altre, impedendo loro di arrivare per prime alla vittoria.
La trama ruota attorno a un Cavaliere che, in linea con i classici del genere, deve esplorare la misteriosa Caverna, combattendo orde di Goblin, raccogliendo tesori, ultimando quest e raccogliendo abbastanza oggetti ed esperienza per poter uccidere il Drago (peraltro, addormentato).
Lo sputafuoco rettiliano, sorpreso da tale omicida effrazione, vorrebbe solamente andarsene da qualche altra parte: peccato per lui che all’inizio della partita si ritrovi a gironzolare nell’oscurità in un torpore sonnolento, divorando l’occasionale Goblin, cercando di scuotersi quanto basta per scappare.
Ai Goblin, intanto, del benessere del Drago interessa relativamente poco: loro vogliono il sangue del Cavaliere, ma per ottenerlo devono vedersela con una gestione interna non troppo semplice (il giocatore deve raccogliere le truppe delle proprie tribù, facendo attenzione a non sovrappopolare), e con la loro stessa codardia. Fortuna che la tattica preferita prevede starsene nell’ombra, organizzando imboscate, tiri mancini, e qualche incontro ravvicinato con un mostro errante o due…
Su questo triangolo non troppo amoroso incombe l’oscura ombra della Caverna, la quale ha sviluppato col tempo un’adeguata autoconsapevolezza omicida. Piuttosto intraprendente (per essere una formazione geologica), essa deve trovare il modo di mantenere in stallo le tre fazioni attive al suo interno, impedendo a chiunque di soddisfare i suoi obiettivi, fino al momento decisivo in cui potrà collassare su tutte le loro stupide teste.
Come quinto incomodo, visto il successo della raccolta fondi iniziale, alla festa si può anche aggiungere un Ladro a random, cui interessa solamente arraffare il bottino, e generalmente rendersi odioso a tutti gli altri: peccato che, trattandosi dell’equivalente di uno stupido NPC, ogni volta che lo si uccida questo respawni…
Comprensibilmente, un simile delirante amalgama di meccaniche, per quanto sorprendentemente bilanciato e appassionante, risulta particolarmente incomprensibile per i novizi, e richiede un approccio quantomeno cauto prima di potersi sperimentare in una partita a quattro-cinque. Se questo non basta a scoraggiarvi, e siete stanchi di provare a convincere il vostro master a farvi ruolare un elemento scenico, probabilmente avete trovato il gioco che fa per voi, quindi fiondatevi qui.
– Federico Brajda –