Se vi butto lì due nomi, promettete di non saltare giù dalla sedia? Batsheba Sherman e Annabelle la bambola. Chi ha visto i film Annabelle e L’Evocazione – The Conjuring sa benissimo di cosa io stia parlando, mentre a tutti gli altri consiglio la visione delle due pellicole che hanno come filo conduttore i coniugi Warren – subito dopo aver letto questo articolo, ovviamente.
Un ripassino veloce e poi balziamo subito alla notizia: Ed e Lorraine Warren sono due famosi demonologi e ricercatori del paranormale, nonché i fondatori della “New England Society for Psychic Research” e di un museo dell’occulto. Hanno lavorato, in passato, a numerosi casi riguardanti tale ambito e si possono considerare, un po’ scherzosamente, i precursori dei fratelli Winchester, dal momento che tra i loro casi vengono annoverate le principali figure del soprannaturale: demoni, spiriti, poltergeist e persino lupi mannari. Solo non si vedono i due liocorni!
Le loro avventure più famose sono sicuramente quelle riguardanti la casa di Amityville, ormai stuprata sul grande schermo, e della famiglia Perron. Su quest’ultimo caso è stato basato il film The Conjuring, un horror soprannaturale del 2013 come pochi se ne sono visti nella storia del cinema. Costato complessivamente 20 milioni di dollari, ne ha incassati 305 in giro per il mondo, ricevendo critiche positive a destra e a manca. E dopo ben tre anni di attesa e uno spin-off (il suddetto Annabelle) nel quale c’era solamente un richiamo alla coppia “indemoniata”, ecco che sta per vedere la luce l’attesissimo sequel, The Conjuring – Il caso Enfield. Atteso per il 23 giugno, ne abbiamo avuto un assaggio in questi giorni con una breve clip, che potete vedere qua sotto:
La pellicola, che vedrà nuovamente Vera Farmiga e Patrick Wilson nei panni dei due coniugi, ripercorrerà la vicenda del caso del poltergeist di Enfield: in una casa popolare al numero 284 di Green Street, a Londra, la vita di Peggy Hodgson e dei suoi quattro figli viene sconvolta da manifestazioni di presenze demoniache, che sembrano prendere particolarmente di mira la piccola Janet di 11 anni. Ed e Lorraine saranno chiamati ancora una volta a risolvere un caso impossibile e porre fine a questa escalation di terrore.
Ciò che eleva il film, così come il suo predecessore, al di sopra delle altre pellicole di questo genere (oltre allo stile di cui vi parlerò dopo), è il fatto che sia basato su avvenimenti storici e documentati. Preferisco non dire “una storia vera”, dal momento che sapete meglio di me come funzionano queste cose; negli anni è stata messa in dubbio più volte la veridicità di questi casi, e ogni volta le accuse sono state rispedite al mittente, senza mai sapere dove fosse la verità. Ma rimane il fatto che è tutto documentato, e per farvi capire di cosa stia parlando, vi consiglio di guardare il seguente video.
Questa featurette, che alterna scene del film a interviste con i protagonisti della vicenda, riesce perfettamente nel suo intento: terrorizzare. Ma non tanto per le riprese, visto che ormai di horror ne abbiamo visti a bizzeffe, semmai per le testimonianze della vera Janet, per le fotografie e le registrazioni audio, tutte rigorosamente autentiche e risalenti al 1977. Queste prove di veridicità, mescolate magistralmente con alcuni spezzoni del film, sono lì per dire “senti questo audio, guarda queste foto, e poi vediamo se riesci ancora a prendere alla leggera questo film”. Hanno lo scopo di calare in un contesto spaventoso, distruggendo gli appigli del cinico pensiero razionale.
A tutto questo discorso va aggiunta una magistrale esecuzione tecnica, sotto la guida del regista James Wan, che do per scontato si manterrà sui livelli del primo capitolo. Lo stile della fotografia e l’alternanza continua tra suspense e quiete sono i due maggiori richiami al cinema horror degli anni ’70, e in particolare alla punta di diamante di questo genere, ovvero L’esorcista. Per il resto, contribuisce tantissimo al risultato finale il bilanciamento tra il potere della suggestione e l’aggressività del puro horror, così come la traccia di plausibilità dell’intera vicenda.
Non ci rimane, dunque, che aspettare il 23 giugno per scoprire se il film soddisferà i nostri palati sopraffini o se dovremo mandare tutto…al diavolo!
– Andrea Camelin –