“Da remoti tempi siderali. Dagli spazi più remoti dell’universo…arriva la leggenda. La leggenda di Voltron: Il Difensore dell’Universo.”
Questo era l’incipit che la voce narrante raccontava a noi bimbi degli anni ’80 quando iniziava la sigla di uno dei cartoni animati più amati di sempre, Voltron appunto, da noi arrivato come “Voltron, il difensore dell’universo”. L’opera era una produzione che risultava, per così dire, derivativa, combinando due anime giapponesi, ossia Beasts King Golion (o Go-Lion) e Dairugger XV, il primo arrivato per un breve periodo su Canale 5 all’epoca (parliamo del 1982), il secondo per fortuna mai giunto in Italia: si trattava infatti di due serie giapponesi che appartenevano entrambe alla Toei ma che, per qualche motivo imprecisabile, la World Events Production, una società televisiva americana, scelse di acquistare e di fondere in un solo prodotto, “Voltron Defender of the Universe”, appunto. La serie giunse quattro anni più tardi in Italia (nel 1986) e ne furono trasmessi solo una cinquantina di episodi (52 ad essere precisi), e mai la parte in cui si introduceva il Dairugger XV, un robot che sostituiva il ben più noto e bello Golion (o, per tutti, Voltron) e abbastanza orribile a livello di design, a dirla tutta.
Per chi comunque non ricordi di chi stiamo parlando, un breve accenno: la “leggenda” a cui fa riferimento la citazione iniziale riguarda un robot umanoide composto da cinque leoni, anch’essi robotici, e pilotati da un team di altrettanti individui, la Voltron Force. Questo Difensore dell’Universo aveva il compito di mantenere la pace in un mondo minacciato dalla razza aliena dei malvagi e spaventosi abitanti del pianeta Doom, governati da Re Zarkon e da suo figlio Lothar. Va anche detto che i nemici contro cui la Voltron Force doveva scontrarsi erano spesso esseri di aspetto parecchio minaccioso per gli standard dei prodotti destinati ai bambini, fattore che garantì un grande successo alla serie, anche e soprattutto per l’aspetto del Golion/Voltron, che era e resta uno dei robot componibili più belli di sempre.
Nel corso degli anni, Voltron non è mai scomparso dalla memoria e dall’affetto dei suoi estimatori e, per quanto in Giappone sia stata una serie poco apprezzata e che non ha mai raggiunto il successo di altre produzioni del genere “gattai” (termine con cui ci si riferisce ai robot componibili assemblando vari mezzi o, in questo caso, leoni meccanici – ricordiamo il celebre Getter Robot su tutti), è stata periodicamente riproposta: c’è stato uno special televisivo sul finire degli anni ’90, poi un salto di diversi anni fino all’avvento della computer grafica con Voltron The Third Dimension, una serie di cui diversi episodi sono reperibili su YouTube, ma di una qualità abbastanza scadente anche per l’epoca, e poi il più recente (relativamente) Voltron Force del 2005.
Mentre tali serie andavano in onda con alterni successi, c’è stata anche una ben vasta produzione di fumetti sin dalla metà degli anni ottanta e poi per tutti gli anni duemila (2002, 2007, 2008, 2011 e 2015) a segnare che il personaggio, ossia il robot Voltron, non è mai passato di moda.
Ci si potrebbe chiedere, dunque, perché questa lunga premessa su un’icona della generazione degli anni ’80: la risposta è che Netflix è pronto a lanciare, nel corso del 2016, una nuova serie televisiva che riguarda proprio Voltron! Su questo progetto, annunciato lo scorso 5 gennaio, c’è molto riserbo: a quanto si sa dovrebbe trattarsi di un reboot della serie classica, sebbene l’unica notizia certa, che ha alzato notevolmente il livello di attesa degli appassionati, tra nostalgici e nuove leve, è che a partecipare ai lavori c’è anche la DreamWorks. Una simile rivelazione può solo far ben sperare considerando il livello di progresso grafico e tecnologico che la Casa dei Sogni ha saputo raggiungere negli ultimi dieci anni, diventando la principale antagonista della Pixar.
È fuori di dubbio che il fascino del cartone animato dipendesse da molteplici fattori: la storia, tanto per incominciare, perché, sebbene non fosse rivoluzionaria, vedeva i cinque piloti chiamati a difendere la pace sul pianeta e a salvare spesso la Principessa Allura, la quale in seguito sarebbe diventata ella stessa un membro del team; la componente musicale, decisamente migliore nel reimpasto “Voltron” che nell’originale Golion; degli antagonisti puramente malvagi e mai comici; una serietà di fondo che permeava tutta l’opera (compresa la morte di uno dei protagonisti); i disegni quasi sempre all’altezza di buoni standard qualitativi, anche a rivedere l’opera oggi; ed infine il carisma dei piloti che guidavano i cinque leoni – i membri della Voltron Force, appunto – tutti di buon cuore ma di certo non sdolcinati, particolarmente duri all’occorrenza, diretti, poco “cavallereschi” eppure di animo nobile. La stessa principessa, nel momento in cui diviene un membro effettivo del gruppo, si libera dell’archetipo classico di “bella in pericolo da dover salvare sempre”.
Nei vari tentativi di rilancio dell’opera ciò che è mancata, probabilmente, è stata principalmente l’attenzione per la grafica, con realizzazioni in CGI poco curate, ma anche lo stesso aspetto (grafico e morale) dei protagonisti, come nel più recente reboot del 2005: quindi è indubbio che le aspettative adesso siano altissime proprio per questo.
Come sempre, vi terremo aggiornati non appena dovessero venire annunciate notizie più specifiche: nel frattempo, fateci sapere cosa ne pensate e se siete fan di Voltron!
– Leo d’Amato –