Se non fosse ancora ben chiaro, Netflix non ha intenzione di dominare soltanto il campo dello streaming in patria, ma aspira a molto di più. Infatti, oltre ad essersi esteso (finalmente) anche in Italia, ha scavalcato la concorrenza presentando in esclusiva il suo primo film originale. Sto parlando di Crouching Tiger, Hidden Dragon: Sword of Destiny, secondo capitolo de La Tigre e il Dragone, lungometraggio che ha vinto quattro premi Oscar, tra cui “miglior film straniero” e “miglior colonna sonora”.
La pellicola, oltre che sulla piattaforma di streaming online, negli USA verrà simultaneamente proiettata anche in alcune sale cinematografiche selezionate del circuito IMAX, segnando nello stesso tempo un cambiamento e un ritorno al passato per quanto riguarda il mondo dell’intrattenimento cinematografico. The Weinstein Company, casa produttrice del film insieme a Netflix, ha intenzione di farci rivivere i tempi in cui uscivano le “direct to video”, quelle pellicole prodotte solo per il mercato home video. Sì, quelle che ci facevano venire anche un po’ l’ansia, perché non sapevi mai se, dopo averle comprate, sarebbero stato talmente oscene da fare un bel volo dalla finestra, oppure no… Ma questa è un’altra storia: andiamo a vedere, nel dettaglio, perché un film così non rischierà di finire in testa alla signora del piano di sotto (…forse).
ARTI MARZIALI, AMORE E SPADE: COMBINAZIONE VINCENTE?
Quando tiriamo in ballo “La Tigre accucciata e il Drago nascosto” (dal titolo originale inglese, che è una locuzione cinese per indicare i talenti nascosti), parliamo di un film che rientra nel genere wuxia, letteralmente dal cinese “eroe”, che tratta le vicende di un personaggio valoroso e si focalizza sui suoi stili di combattimento e sulle scene di lotta con le arti marziali. Ne avevamo avuto un assaggio con i film del maestro Bruce Lee, raggiungendo poi una nuova gloria con lo stile lanciato, appunto, dalla pellicola di Ang Lee. Adesso, con questo secondo capitolo, che sarà un vero e proprio sequel della storia originale, cosa dovremmo attenderci? Innanzitutto, abbiamo tempo di rosolarci per bene, visto che il film sarà disponibile, sia qui che in America, dal 26 febbraio 2016 (ma non metteteci la mano sul fuoco, visto che è già stato rimandato una volta). Stando alla trama, questo sequel recupererà sempre la pentalogia “Crine-Iron” di Wang Dulu, da cui ha tratto ispirazione anche il primo film, e in particolare dovrebbe andare a pescare contenuti dal romanzo “Iron Knight, Silver Vase” (il quinto libro della serie). La storia racconterà di un amore perduto e di un ultimo atto di redenzione, nella cornice di una battaglia epica da cui dipenderanno le sorti del mondo delle arti marziali, soppesate sopra il filo di una spada leggendaria. Raccontata così, ispira anche; se poi ci vogliamo mettere il cast, come il grande ritorno di Michelle Yeoh, che riveste i panni di Yu Shu Lien, e uno scintillante Donnie Yen, meglio conosciuto per la serie Ip Man, che interpreterà un nuovo personaggio di nome Lupo silenzioso… beh…Non mancano, però, dei cambiamenti: a parte la sostituzione di alcuni attori, alla regia non abbiamo più Ang Lee, impegnato altrove per un altro grande film asiatico, ma il suo posto sarà occupato da Yuen Woo-Ping. Chi è? Avete presente Matrix dei Wachowski e Kill Bill di Tarantino? Ecco… lui era il loro coreografo. Per un film come il seguito di La Tigre e il Dragone, direi che sia una scelta piuttosto azzeccata. Il resto del cast include l’attore costaricano Harry Shum Jr. (Step Up 2 e Glee), Jason Scott Lee, che ha interpretato Bruce Lee in Dragon – La storia di Bruce Lee, Roger Yuan (Pallottole cinesi), Eugenia Yuan (Memorie di una geisha) e l’esordiente Natasha Liu Bordizzo. Tra l’altro, nel cast tecnico spiccano nomi come quello del direttore della fotografia Tom Sigel (X-Men – Giorni di un futuro passato), lo scenografo Grant Major e la costumista Ngila Dickson, questi ultimi premiati con un Oscar per Il Signore degli Anelli: Il Ritorno del Re, e il supervisore degli effetti visivi Mark Stetson (Premio Oscar per Il Signore degli Anelli: La Compagnia dell’Anello).
Ma, nonostante questi nomi altisonanti, c’è qualcosa che personalmente non mi quadra. E no, non sto parlando della musica del trailer (che potete vedere qui sotto), e neppure di come è conciato Jason Scott Lee (è dai tempi di Dragon e Mowgli che lo adoro, e vederlo ridotto così per me è un dramma psicologico…). Sto parlando di questa strana, misteriosa, aura che aleggia, tra un volteggio e l’altro in computer grafica. Ecco, sono una grande sostenitrice del fan club “mai giudicare prima di saggiare“, però al primo impatto non è riuscita a convincermi del tutto. Ma per adesso, non possiamo fare altro che attendere.
Voi che ne pensate?
– Elisa Erriu –