Quando guardo il trailer di “Star Wars VII: Il risveglio della Forza”, io piango. Ve lo giuro. Troppe sensazioni ed emozioni legate alla mia infanzia che mi passano davanti agli occhi tutte insieme nel breve lasso di tempo di due minuti. La musica, soprattutto la musica, quella incredibile colonna sonora, evocativa come poche altre nella storia del cinema e senza la quale la saga non sarebbe la stessa, che colpisce come se ogni singola nota sapesse quale interruttore accenderti dentro per scuotere emotivamente ogni tuo neurone. E poi le voci dei protagonisti, profonde e malinconiche, il suono della spada laser che si accende, il rumore provocato dalla scia del Falcon. Lacrime. E poi ci sono i droidi, elemento chiave di tutta la serie, non solo perché parte integrante di un’ambientazione space-fantasy che anche grazie a loro è diventata credibile, originale e iconica, ma soprattutto perché protagonisti veri e attivi nella storia dal principio alla fine. R2-D2 e C-3PO sono i droidi del destino, coloro che portano all’eroe un messaggio che giunge in maniera inaspettata, come una sorta di annunciazione – tema mitologico costante in tutte le grandi storie della civiltà. Il destino di Luke è segnato dall’apparizione improvvisa e quasi casuale di questi due droidi nella sua vita: inizialmente a causa del messaggio olografico della principessa Leia che lo spinge a cercare Obi-Wan e in seguito perché, grazie ai piani di costruzione della Morte Nera celati dentro R2, il giovane Jedi può distruggere la terrificante stazione spaziale dell’Impero.
Non c’è niente di lasciato al caso o di non pensato con attenzione nella storia creata da George Lucas: tutto ha un significato, tutto richiama le grandi simbologie che l’uomo ha costruito nei secoli per raccontare se stesso, tutto si compie come, dove e quando era previsto si compisse. Quindi, neppure personaggi apparentemente secondari come i droidi – di cui si potrebbe pensare siano solo simpatiche macchiette – sono lì senza un motivo profondo. Sarà così anche nel settimo episodio della saga? Di sicuro sono bastate poche immagini nei teaser per far entrare nei cuori dei fan il nuovo droide sferico BB-8. Un droide che, novità assoluta, è un vero droide! Niente effetti speciali, niente attori inscatolati e niente criceti a far girare una ruota. BB-8 è stato progettato e costruito appositamente per il film, e quando lo scorso aprile ha fatto la sua comparsa sul palco del panel principale dello Star Wars Celebration Day di Anaheim, in California, beh, il pubblico è andato comprensibilmente in visibilio, poiché tutti, guardando il primo trailer del settimo episodio, hanno pensato che questo co-protagonista robotico fosse il frutto di sofisticati effetti speciali. E invece no! Proprio il regista J.J. Abrams ha fortemente voluto la realizzazione di un vero droide, sia affinché le sensazioni sul set fossero veramente tattili oltre che visive, e sia per dare alla saga, qualora ce ne fosse bisogno, un tocco ancora più futuristico e, allo stesso tempo, realistico.
Oltre ad essere una novità in tutti i sensi, BB-8 rappresenta anche un esempio di alta tecnologia, in quanto frutto di un’intuizione davvero geniale. Come fa un robottino composto essenzialmente da due sfere sovrapposte a funzionare veramente senza alcun effetto speciale? Esteticamente, infatti, questo droide si presenta come una sfida vinta contro le leggi della stabilità. Possiede un corpo sferico che roteando permette il movimento, mentre la testa – che giustamente ricorda molto quella di R2-D2 – è costituita da una semisfera collocata sopra al corpo che appare totalmente indipendente nei movimenti rispetto al corpo stesso. Alla fisionomia finale del droide, si sa che molto ha influito la collaborazione di Neal Scanlan – esperto di animatronics vincitore del Premio Oscar nel 1996 per gli effetti speciali in “Babe” –, che lo ha anche manovrato sul set. Ma l’idea per creare BB-8 arriva direttamente dalle più moderne soluzioni tecnologiche: sostanzialmente un giroscopio e un altro sofisticato sistema di rotazione interno – progetto già ampiamente testato e sviluppato dalla ricerca robotica – permette al simpatico droide di muoversi liberamente in maniera molto fluida, e un sistema di magneti, il cui brevetto a quanto pare appartiene proprio alla Disney, consente di ruotare la testa in maniera svincolata dal corpo.
Le dimensioni ridotte rispetto al suo predecessore e i movimenti goffi e quasi teneri hanno attirato fin da subito su di lui le simpatie di tutti e ne hanno fatto l’oggetto del desiderio di molti. Il calore dei fan è stato tale che la Disney ha deciso di realizzare una versione ridotta del droide da poter commercializzare, ed è così che la Sphero (start-up appartenente alla Disney che ha inventato il giocattolo Sphero Ball da cui deriva BB-8) ha prodotto un modellino, che chiamare giocattolo è decisamente riduttivo, funzionante alla perfezione e controllabile via bluetooth tramite un’app rilasciata appositamente. Oltre a poterlo manovrare con lo smartphone, è possibile interagire facendo replicare al vostro BB-8 rumori e suoni del film, registrando un proprio messaggio stile ologramma per vederlo proiettato sul proprio schermo, oppure pronunciando dei comandi vocali nel telefono: per esempio, potete urlare “è una trappola” e vedere il vostro robot correre in aiuto. C’è poi la modalità “pattuglia” che rende il robot autonomo nei movimenti e libero di girare a piacimento, evitando qualsiasi ostacolo grazie alla sua telecamera. Ci pensate? Un vero droide della saga di Star Wars che viaggia sul pavimento del salotto di casa tra cani, gatti e bambini curiosi.
L’unica cosa che rimane da capire è se nel doppiaggio italiano il nome del droide rimarrà invariato o se l’adattamento prevederà un cambio per garantire una miglior assonanza al pubblico nostrano, come accadde con la trilogia originale per R2-D2 e C-3PO, che diventarono rispettivamente C1-P8 e D-3BO. L’idea di Lucas era di caratterizzare i drodi anche attraverso il nome. In effetti, l’abbreviazione di R2 in inglese suona come “Artoo”, che ricordando il nome “Arthur/Artù” sottolinea l’importanza del personaggio all’interno della saga per i motivi che tutti sappiamo; mentre la cantilena pronunciata della controparte dorata per presentarsi, “I am See-Threepio, Human Cyborg Relations!”, semplicemente suonava insipida e distaccata proprio come in realtà appare C-3PO, meno avvezzo del compagno all’empatia con gli umani. Nella trasposizione italiana, per evidenziare l’aura di simpatia di R2 si è optato per utilizzare il nome di C-3PO cambiandolo in C1-P8, che pronunciato “Ciuno Piotto” aveva un suono più vicino al modo di sentire del pubblico italiano degli anni ’70, poco abituato ai termini anglofoni, forse evocando anche i nomi “Gianni e Pinotto”. Insomma, Lucas eleva R2 al livello di Artù e noi italiani mandiamo tutto in vacca. A questo punto C-3PO suonava troppo simile e semplicemente si è optato per cambiare delle lettere.
Tornando a BB-8, il modellino prodotto per i fan, fino a questo momento acquistabile tramite le principali catene di commercializzazione, oltre che sul sito dell’azienda, dovrebbe arrivare nei negozi di tutto il mondo entro dicembre ad un prezzo che si aggirerà intorno ai 150 euro. È proprio il caso di dire “è questo il droide che state cercando”!
– Michele Martinelli –