Il progredire della tecnologia degli ultimi anni ha portato notevoli cambiamenti nella vita di tutti i giorni, semplificandola e rendendola più piacevole. Essa si è piano piano introdotta in tutti gli ambiti possibili ed immaginabili: come ben sapete, si va infatti dai sistemi di parcheggio automatico a sistemi di domotica automatizzati, che programmano le pulizie e le svolgono al posto nostro, gestiscono la dispensa indicando i prodotti prossimi alla data di scadenza e così via. Nemmeno i giochi di ruolo ed i boargames sono riusciti a tenersi alla larga dalla tecnologia, tant’è che sempre più spesso possiamo trovare titoli che sfruttano applicazioni o supporti digitali per migliorare l’esperienza di gioco o introdurre meccaniche innovative. Primo esempio di intromissione della tecnologia è legato all’utilizzo di una colonna sonora, elemento di estrema rilevanza per quanto riguarda i GdR, dato che permette ai giocatori di entrare con più facilità nell’atmosfera del mondo di gioco, che diventa però elemento fondante quando andiamo a parlare di alcuni titoli da tavolo come “Escape: The Curse of the Temple” o “Zombie 15′”, dove la colonna sonora è parte integrante delle meccaniche di gioco, scandendo il tempo ed i turni, portando una discreta innovazione nel modo dei boardgames.
Dalle colonne sonore si è poi passati alle Companion Apps, ovvero applicazioni per tablet e smartphone che possono comportarsi come compendio delle regole o sostituire le mappe e le miniature nei GdR, ma anche diventare parti indispensabili nei giochi da tavolo, come in “XCOM”, dove mediante un’app siamo in grado di gestire le azioni degli alieni senza poter prevedere quale sarà il loro comportamento (e senza dover utilizzare un sacco di carte in più), o come nel recente “Alchimisti”, che sfrutta l’applicazione per determinare l’effetto delle pozioni da noi create, effetto che ad ogni partita cambierà, conferendo una notevole longevità al titolo, oltre che sopperendo ad una meccanica che, senza un’app, difficilmente sarebbe riproducibile.
Discorso a parte forse può essere fatto per tutte quelle piattaforme digitali che permettono di portare l’esperienza classica di un boardgame o di un GdR sul monitor di un PC, in modo tale da permettere ad utenti di giocare le proprie campagne e le proprie partite anche se si trovano impossibilitati ad incontrarsi; questo tipo di supporto, a parer mio, snatura notevolmente le sessioni, poiché manca quella vera e propria presenza fisica che, spesso e volentieri, rende le partite più interessanti, ma al contempo è uno strumento essenziale per poter continuare a giocare anche quando la distanza non lo premette.
L’intromissione della tecnologia nel nostro mondo, comunque, non si è limitata agli esempi sopraelencati, ma anzi, ha compiuto passi da gigante, portando alla creazione di prodotti sempre più tecnologici e sempre meno cartacei. “Golem Arcana” è un gioco di miniature che sfrutta una speciale penna in grado di leggere statistiche ed informazioni delle statuette e trasportarle in un’app, coordinando per i giocatori il sistema di gestione delle miniature nella loro interezza, effettuando i tiri armatura, calcolando le ferite subìte ed inflitte, e così via. Questo titolo non rappresenta però ancora l’avanguardia tecnologica nel mondo dei boardgames, dato che progetti sempre più ambiziosi si stanno facendo rapidamente strada: ne è un esempio ePawn Arena, uno schermo touch screen in grado di riconoscere elementi scenici, mappe e miniature posizionate su di esso, che può esser facilmente collegato con altri dispositivi multimediali come PC, telefoni o tablet, per rendere unica l’esperienza di gioco dei giocatori. Da PC il DM potrà ad esempio andare a gestire il movimento dei vari nemici ed NPC sulla mappa senza che i giocatori lo vedano, mentre dal canto loro gli avventurieri potranno utilizzare i cellulari per visualizzare il loro equipaggiamento e le loro statistiche.
Il sistema è in grado di riconoscere anche alcuni dadi speciali, permettendo quindi di effettuare digitalmente il calcolo delle prove di abilità o dei danni. Gli utenti potranno, inoltre, lanciare abilità o cambiare equipaggiamento mediante lo schermo touch screen, bersagliando direttamente alleati o nemici semplicemente rimuovendo temporaneamente la loro miniatura e riposizionandola in seguito sullo schermo. Logicamente uno strumento con queste caratteristiche potrà essere utilizzato ampiamente anche in ambito boardgames, permettendo ai giocatori di togliere di mezzo segnalini e mazzi di carte, agevolando quindi il set-up e aumentando sensibilmente gli spazi liberi sul tavolo. Inoltre, la vita dei boardgamers verrà semplificata anche grazie al fatto che, se questo progetto dovesse prendere piede, i regolamenti dei vari titoli proposti potranno essere implementati mediante opportuni tutorial, che ci permetteranno di imparare in maniera più attiva e sicuramente più chiara le regole di un gioco.
Se ciò non dovesse bastarv,i tenete comunque in considerazione che ePawn non è che uno dei numerosi progetti di questo tipo in cantiere: per i più pretenziosi, infatti, potremmo parlare di Play, un concept che prevede l’utilizzo di un tabellone digitale collegato al altri dispositivi touch screen che, oltre a svolgere funzioni analoghe a quelle di ePawn, permette ai giocatori di tenere segreta la propria mano di carte o le proprie risorse grazie alla presenza di questi device staccati dal monitor base, su cui i giocatori potranno, tra l’altro, scrivere note, utilizzare per lanciare dadi digitali, e avere un’idea del punteggio degli altri giocatori.
Insomma, con l’avvento di prodotti quali ePawn e Play, il mondo dei GdR e dei Boardgames si avvia sempre di più nella direzione dell’universo videoludico, sostituendo carta e cartone con plastica, vetro, e vari polimeri ed incrementando, al tempo stesso, in maniera esponenziale le possibilità per i giocatori. Ma così facendo non ci stiamo avviando in un percorso che snaturerà questa tipologia di prodotti? Le nuove possibilità introdotte da sistemi di questo tipo saranno davvero efficaci, o porteranno questi due passatempi, basati principalmente sulla fantasia, a cambiare radicalmente la propria essenza? Ai posteri l’ardua sentenza.
– Luca Mugnaini –