Siamo d’accordo: chiunque legga questo titolo potrà, a ragion veduta, supporre che mi sia bevuto il cervello o abbia preso un forte colpo di calore; il che, con il clima estivo, sarebbe anche giustificabile. Ma chi avrà il coraggio di proseguire potrà aprire la propria mente verso i misteri più grandi, quelli che i più ignorano, ossia i punti in comune tra il Wrestling e il Gioco di Ruolo dal Vivo (o, per gli anglofoni, LARP, live action role playing).
Chiariamo un punto fondamentale: il wrestling è uno sport di puro intrattenimento (don’t try this at home!) che, comunque la si veda, è una baracconata bella e buona. È spettacolare, certo, viene spesso caricato con tutta la componente teatrale del caso che precede e segue gli scontri, mostra atleti maschili e femminili al top della forma e, più in generale, muove un giro di milioni di dollari ogni anno, però resta sempre una baracconata (fatta comunque molto bene, per carità). Non che non ci siano stati casi in cui gli atleti si siano fatti male, riportando anche infortuni parecchio gravi, oppure abbiano versato sangue per davvero ma, al di là di incidenti che possono capitare persino ad individui così allenati, il wrestling si svolge secondo incontri predeterminati che, in un caso o nell’altro, esattamente come il copione di un film o di uno spettacolo teatrale, nascono per divertire, intrattenere, sorprendere, coinvolgere e affascinare il pubblico (pagante).
Ora, al di là della predeterminazione degli incontri, le regole nel wrestling ci sono e vengono comunque fatte rispettare da un arbitro che, al di là del canovaccio concordato, non può ignorare eventuali scorrettezze o colpi vietati, il che lo rende, spesso senza che nessuno se ne accorga, la figura più importante in assoluto, anziché quella di contorno: dunque le azioni e le manovre dei wrestler, anche se “finte”, richiedano la collaborazione sia da parte dell’attaccante che del difensore/vittima.
E tutto questo, a ben pensare, non può non accostare il Wrestling al Gioco di Ruolo dal Vivo, visto che le azioni concesse vengono codificate, e l’arbitro vigila gli scontri, anche se buona regola vorrebbe che i combattenti debbano essere anche in grado di autoregolamentarsi (niente colpi proibiti, simulare lo stordimento, il dolore etc), accostando queste due forme di intrattenimento più di quanto si penserebbe.
Ma vediamole, dunque, nel dettaglio, queste similitudini!
1 – I personaggi
Sia che si giochi di ruolo (cartaceo o dal vivo, a ben guardare) sia che si sia dei wrestlers, è importante avere un personaggio bello e piacevole, con un background credibile e che si integri con più persone possibili (altri personaggi giocanti o non). Il motivo? Introdurre figure riconoscibili, affascinanti, in cui identificarsi o che si possano considerare eroi (buoni o cattivi). Nel caso del gioco di ruolo, è importante saper ben interpretare il proprio alter ego, dato che l’immedesimazione, di solito, viene riconosciuta e premiata da parte del Master/Demiurgo/Fato. E per quanto riguarda il wrestling? In questo caso i lottatori e i “personaggi” tendono ad essere un tutt’uno: capita spesso che un face (un atleta “buono”) cambi verso l’heel (ossia diventi cattivo, che ne gergo del wrestling significa compiere scorrettezze e carognate, vantandosene pure) o viceversa; gli atleti SONO i loro personaggi, il che porta ad un vero e proprio processo di immedesimazione (sulla falsariga del Metodo Stanislavskij), e più alta è l’immedesimazione e l’interazione con gli altri wrestler, più il pubblico tende ad apprezzare le storyline costruite.
2 – L’arbitro
Nel gioco di ruolo dal vivo, l’arbitro si dedica a monitorare (principalmente, ma non solo) gli scontri e verificarne la regolarità e correttezza. Nel wrestling, è la figura che è preposta a controllare che l’incontro vada come deve andare: per quanto non possa far finta di non vedere palesi scorrettezze o colpi vietati (salvo nel caso di arbitri speciali), come quelli con il pugno chiuso o i calci di punta, di regola l’arbitro del wrestling verifica che l’esito dello scontro prosegua secondo i binari prestabiliti. Un po’ meno demiurgo, diciamo, e più impiegato del Comune.
3 – Storyline
Come nel gioco di ruolo c’è una trama ben orchestrata, così c’è, sul lungo termine, una fitta serie di storie che si intrecciano nel mondo del wrestling, e che coinvolgono gli atleti. In entrambi i casi, l’obiettivo è di meravigliare, colpire, intrigare e, in una semplice parola, divertire. Se nel GRV, inoltre, le trame vengono concertate con l’ausilio di diverse teste che preparano le giocate, specie gli eventi in grande stile – per l’Italia ci siamo occupati del recente Battle For Vilegis, ma non scordiamoci il simbolo del LARP, che è la Drachen Fest che si svolge in Germania e che ultimamente ha coinvolto ben 5.000 persone –, nel wrestling sono le “alte sfere” a decidere quali storie raccontare e quali atleti ne saranno i protagonisti.
4 – Esito degli scontri
Su questo punto si potrebbe dissentire, in quanto si è accennato alla predeterminazione degli scontri del wrestling contrapposta all’impossibilità di prevedere chi sarà il vincitore in uno scontro di un GRV. Eppure, c’è una sottile costante che accomuna questi due aspetti. Nel wrestling, molto raramente, capita che gli scontri possano non andare come previsto, vuoi per un infortunio, vuoi perché uno degli atleti sbagli incorrendo in una squalifica, vuoi perché ci si mettano di mezzo i sentimenti degli atleti, come quando una storia d’amore reale finita male diventi con ben poco tatto una storyline da sfruttare per portare audience (esemplare fu quella che vide come protagonisti Edge-Lita-Matt Hardy); al contempo, anche nel gioco di ruolo dal vivo il giudice può scegliere che alcuni scontri finiscano in un determinato modo, prevedendo per esempio il successo di un personaggio, o che ci siano delle obbligatorie conseguenze (tipo, un nemico ricorrente che fugge, un ostaggio/parente dei PG che comunque è destinato alla morte e così via).
5 – L’amore
Come sopra accennato, spesso l’elemento amoroso è quello da cui si scatenano le storyline più prevedibili, ma anche le più vivaci e divertenti, nell’ambito del wrestling come nell’ambito del gioco di ruolo, un po’ a tutti i livelli in realtà. Gelosie, tradimenti, amori che sbocciano e che devono lottare per resistere contro tentazioni, o solo persone/personaggi ostili, rappresentano una costante irrinunciabile. Nel wrestling, soprattutto, le Divas, la compagine di atlete femminile, ben si prestano ad integrare il roster maschile e al contempo sono fondamentali per eventuali sottotrame amorose decise, per quanto non manchino anche casi di amori reali che sono sbocciati – ma anche quelli, come detto sopra, sfruttati per esigenze di copione. Nel gioco di ruolo, complice l’esigenza di immedesimazione, la componente amorosa si presta ad ampi sfruttamenti.
6 – La crescita di livello
Alcuni non ne tengono conto, ma anche nel wrestling si “sale di livello”, ossia si compiono imprese straordinarie che si giustificano con un miglioramento o con un ampliamento del parco di mosse a disposizione: si ricordi quando John Cena, il buono per eccellenza, sollevò di peso The Big Show (quasi 200 kg), impresa che, per quanto si possa accettare che gli scontri siano predeterminati, pure merita d’essere annoverata come una prova atletica di immenso peso (ahahahah!). Del pari, molti atleti hanno ampliato le proprie mosse, diventando “più forti” (Rey Mysterio, il compianto Eddie Guerrero, lo stesso John Cena, l’acrobatico Rob Van Dam e tantissimi altri). In un gioco di ruolo dal vivo, crescere e migliorare con le risorse del proprio personaggio è la norma, anche se, per chi combatte live, la maestria con un’arma, ossia l’atto meccanico di colpire un avversario, dipende dall’abilità della persona, al di là di privilegi o skills acquisite.
7 – Il pubblico
Laddove nel wrestling sono, semplicemente, i destinatari del divertimento, nel gioco di ruolo dal vivo gli spettatori non sono così poco presenti come si potrebbe pensare: le gesta di un gruppo di persone che duellano durante un LARP diventano spesso materia di richiamo per tutti i curiosi, cosa che spinge ad assistere, anche se non direttamente a partecipare.
8 – L’affetto verso i personaggi
Perché tutti i personaggi, nel wrestling come nel gioco di ruolo dal vivo, pian piano entrano nel cuore delle persone o di coloro che ne vivono le gesta? Anni trascorsi ad interpretare un certo eroe lasciano un vuoto enorme quando la campagna termina definitivamente o esso muore irreversibilmente, così come accade quando un atleta del wrestling si ritira ad un certo punto della propria carriera o, come purtroppo è accaduto in passato, scompare (Eddie Guerrero, Chris Benoit tanto per citarne alcuni). Sono, semplicemente, emozioni non descrivibili, pari a quelle provate da chi perde un amico di vecchia data che si sente di conoscere da sempre.
9- Le conseguenze impreviste
È l’alea che permea un po’ tutto ciò di cui abbiamo parlato: da un incidente non previsto durante un incontro di wrestling, alla morte stupida di qualche personaggio importante ai fini della missione nel gioco di ruolo dal vivo.
10 – Bikini di maglia contro abitini
Perché se Red Sonja ci ha insegnato che la capacità di protezione di un’armatura è proporzionale alla quantità di pelle che lascia vedere, specie se sul petto e sulle gambe di una donna guerriera, così le Divas, le atlete del wrestling, hanno ben chiaro che costumi succinti e provocanti hanno l’effetto di alzare… l’attenzione del pubblico. Nel gioco di ruolo dal vivo questo non sempre è vero, ma i casi in cui si conferma tale tesi offrono una notevole forma di gradimento per gli occhi.
E voi, amici, che ne pensate? Avete trovato qualche altro elemento in comune?
– Leo d’Amato-