Quella di Final Fantasy è una saga storica, con miliardi di fan e un sacco di assidui sostenitori, una serie che ha saputo dominare per lunghissimi anni il panorama videoludico, sfoggiando piccole perle che tutti ricordano, come Final Fantasy VII, VIII, IX e X.
La migrazione della Square Enix verso universi MMORPG si è fatta sentire dapprima con Final Fantasy XI, poi seguito dal XIV: nonostante questo tipo di prodotti abbia avuto un discreto successo, la variante single player (affidata a Final Fantasy XII e XIII) non fu particolarmente apprezzata dallo zoccolo duro degli appassionati, la maggior parte dei quali, rimasta affezionata agli episodi storici, schifò completamente i bronci continui elaborati ad ore e ore di computer grafica di Lightning. Lentamente, e innegabilmente, Final Fantasy ha perso la sua “potenza” – un po’ come la quarta edizione di Dungeons & Dragons, o come i Maestri Capitolari in confronto ai Primarchi.
L’E3 di quest’anno ha portato molte rivelazioni importanti: cominciando con The Last Guardian, titolo che aspettavo da anni, arrivando fino a Fallout 4 e la sua Collector’s Edition munita di Pip-Boy. Ma la pillola blu è stata sicuramente l’annuncio del remake di Final Fantasy VII. I capelli biondi di Cloud, la sua spada, la città: un insieme di immagini in alta definizione che hanno ucciso chiunque parlasse male della serie. Da una parte, questo ha mosso le acque. Dall’altra, però, ha scatenato tantissime domande: sarà un remake in tutto e per tutto, lasciando inalterata la storia, oppure Square Enix apporterà delle modifiche al sistema di combattimento per renderlo più adatto ai tempi attuali? Vedremo Tifa nuda? Come mai proprio ora l’azienda ha deciso di venire incontro alle tantissime richieste dei fan in merito a questo titolo?
Sì, i dubbi sono veramente tanti. D’altronde, Final Fantasy XV, che si preannuncia essere un vero titolo di nuova generazione con caccia al mostro in stile The Wicther ed elementi di base della saga originale, ha una grande incognita per quanto riguarda la storia e i personaggi. Dopotutto penso (e con me saranno d’accordo in molti) che Final Fantasy XIII si sia rivelato un fallimento anche perché ha tentato di rappresentare una storia con personaggi piatti, stereotipati e molto poco apprezzati dalla critica. La realizzazione tecnica era davvero spettacolare ma, per una volta, il motto “la grafica non fa il gioco” si è rivelato quanto mai veritiero: purtroppo i protagonisti non erano stati approfonditi nel modo ideale, la trama era troppo lineare e la storia, in generale, non era sentita. Non parliamo poi del gameplay, a mio avviso troppo votato al grinding estremo.
L’evoluzione delle armi qui era data da un farming continuo di diversi mostri per più e più livelli, mentre negli altri titoli (il primo che mi viene in mente è Final Fantasy VIII) era richiesta la ricerca di oggetti specifici, o l’utilizzo di un’abilità, o ancora tanta esplorazione (Armi Mese, ad esempio, e le riviste specializzate – che ricordi!). Anche l’acquisizione degli Eoni nel decimo episodio, ad esempio, era una conseguenza di enigmi o esplorazione e capacità logiche. FF XIII rappresentò la morte di tutto ciò, lasciandoci Eoni che si trasformavano alla Gundam. Non parliamo, poi, dei due sequel: giochi basati su di un titolo già scadente di suo con l’obiettivo di dare spessore ad un personaggio (Lightning) nato male e cresciuto peggio.
Lasciando libertà di azione e trama (forse) non lineare, la Square Enix ha voluto rincorrere la tendenza degli ultimi anni (i titoli precedenti al XIII erano nonostante tutto, comunque molto inquadrati). Il ritorno alle origini (così voglio chiamarlo) potrebbe essere una svolta, perché trama e personaggi esistono già, basterebbe solo ri-crearli utilizzando i nuovi engine grafici, e probabilmente ciò basterebbe a metterci di fronte al Final Fantasy definitivo. Ma siamo sicuri, poi, che questo gioco piacerà davvero? In molti, ultimamente, si stanno sollevando contro lo stile adottato oggi dalle aziende videoludiche, adulando il retrogaming. Ora che quest’ultimo sta per unirsi con la nuova generazione, cosa ne rimarrà di questa casta di “rivoltosi”? Torneranno a lamentarsi comunque, oppure si arrenderanno a questo “colpo di scena”? Ma tanto non dimentichiamo che c’è anche il remoto caso che Square Enix butti tutto all’aria, producendo un titolo orribile (attualmente il mio hype è così alto che non riesco ad immaginarmelo), e che quindi la situazioni non si sblocchi.
In ogni caso, l’attesa per i nuovi “vecchi” titoli si sta facendo snervante. Sicuramente noi di Illyon ci butteremo tutti a capofitto nel remake di Final Fantasy VII, in quanto tutti ansiosi di rigiocarci e di immergerci nuovamente nei ricordi della nostra infanzia, ma potrebbe capitare il peggio: avete mai provato a riguardare una vecchia serie animata che amavate da bambini? Io l’ho fatto, e ammetto di non aver riprovato le emozioni che provavo da piccolo. Giocare un remake di un videogioco della mia infanzia mi ridarà quei sentimenti che ho percepito nel giocarci la prima volta?
Poco è certo. Di una cosa sono sicuro, però, e di una sola: il remake di Final Fantasy VII sarà sul mio scaffale dei videogiochi. Non sarà uguale all’originale, ma sarà pur sempre un Final Fantasy, ovvero un gran bel titolo.
– Yari Montorsi –