Ero scettico sulla capacità della Disney di trattare temi come il futuro e la famiglia, considerando che ha spesso focalizzato la sua attenzione (almeno nella mia testa) su temi bambineschi e infantili. Ammetto, però, di essermi sbagliato, e che in questo caso, ha sfornato davvero un bel film. Un film che fa ragionare e del quale condivido sia la morale che il fine. Andiamo a vedere insieme di cosa si tratta.
TRAMA [No spoiler]
Se vi dicessi che il mondo di domani è già qui, solo che voi non potete vederlo, cosa mi direste? Probabilmente mi dareste del pazzo. Ed io vi direi che non siete abbastanza sognatori. Casey, giovane ragazza di periferia, ama sapere e capire le cose. Ogni notte viaggia, a bordo della sua moto, alla postazione di lancio della Nasa per ritardarne lo smantellamento, così da permettere a suo padre (ingegnere addetto a questa mansione) di lavorare ancora un mese in più. Purtroppo le cose non gli vanno troppo bene e, dopo una notte passata in carcere, compare una strana spilla. Una spilla che le permette di vedere un mondo ben diverso dal suo, un mondo fantastico. Cos’è quel mondo? Perché lo vede solo lei? Perché una strana bambina la sta cercando?
IL FILM E IL CAST
La pellicola comincia nell’America degli anni ’50 dove Frank Walker, un ragazzino intelligente e creativo (interpretato da Thomas Robinson) partecipa ad un convegno/contest sulle invenzioni (esattamente come il nostro Tenebrae). Nonostante la sua creazione fosse effettivamente una figata tremenda, rischia di non vincere il concorso a causa dell’inutilizzabilità della stessa. A quel punto, una ragazza di nome Athena gli si avvicina (Raffey Cassidy) donandogli una spilla dai poteri straordinari, e il piccolo Frank capisce che la sua vita sta per cambiare.
Questa parte, seppur fondamentale per comprendere lo spirito del film, avrebbe reso molto di più, se posta più in avanti nella trattazione. Non è realizzata male, ma svela sin da subito alcune cose che sarebbe stato bene mascherare maggiormente, almeno all’inizio. Onde evitare di prolungarmi (e farvi qualsivoglia tipo di spoiler) buttiamoci sugli attori e autori.
George Clooney non è il solito. Seppur lo ritenga un bravo attore, sono sempre rimasto un po’ paralizzato dalla piattezza di alcuni suoi ruoli (che si ripetevano in alcuni suoi film) mentre in Tomorrowland sembra aver cambiato un po’ stile. Certo, è sempre il Georgetto che conosciamo, occhi che ti uccidono sul posto, bel faccino, brizzolato come noi a cinquant’anni non saremo mai, ma sembra aver raggiunto (con successo) una buona interpretazione con un personaggio saccente e infantile nello stesso tempo.
Britt Roberson sta bene nella parte. Una ragazzina cresciuta che ama la sua famiglia e che combatte per quello che ama, ottimista, ben equilibrata. La sua recitazione è simpatica e mai pesante, riesce a strappare anche qualche risata. Il suo ruolo, nonostante tutta la fatica per centralizzarlo, appare un po’ in secondo piano con le vicende degli altri attori.
Raffey Cassidy l’ho trovata…ecco…stramba. Alcune sue espressioni facciali, seppur in linea con l’estremismo tipico di quelli come lei, risultano davvero fuori luogo, troppo accentuate. Essendo un’attrice emergente, trovo che sia stata caratterizzata troppo, in maniera eccessiva. Menzione speciale va invece a Hugh Laurie, splendido governatore Nix che (non so bene se a causa del fatto che ormai lo veda come Dottor House, anziché come Hugh) riveste la parte di cinico egoista in modo perfetto. Pierce Gnanon riesce a fare la sua figura pur interpretando un personaggio di sfondo, ovvero Nate Newton, il fratello di Casey.
Gli effetti speciali sono roba da urlo. Per rappresentare il mondo di domani c’era bisogno di un buon motore grafico e quelli della Disney sono riusciti a stupire chiunque con paesaggi degni del nostro futuro. Enormi grattacieli, jetpack, treni che volano, giardini e strade bianche come il marmo. Vedere Tomorrowland, per la bellezza con la quale è stato curato, fa venire voglia di viverci. E trovo che questo sia un fattore fondamentale per “entrare nel film”. Alcune scene, particolarmente concitate, riescono ad essere rese bene pur avendo “troppi effetti speciali”. La morale del film è qualcosa in linea con lo stereotipo Disney, seppur tutto il film in generale tratti tematiche abbastanza profonde e “mature”. Il tema della morte ha un ruolo importante, ad esempio. Alcuni discorsi e scene, però, riportano l’età minima intorno ai dieci anni, riandando ad equilibrare il tutto. Non capisco bene il senso di tutto ciò, ma l’ho trovata una scelta calzante perché non rende il film pesante anzi, lo rende semplice ma allo stesso tempo “importante”.
Sono rimasto davvero stupito da questa pellicola che, come in tutti i classici Disney, ha sempre qualcosa da insegnare (diversamente dal correre dietro al bel ragazzo sul cavallo bianco). Bisogna saper guardare con gli occhi del futuro per diventare un sognatore. Avete sognato ad occhi aperti durante il film, o vi siete appisolati? Fatecelo sapere qui sotto!
– Yari Montorsi –
Tomorrowland, il mondo di domani – Recensione
Yari Montorsi
+ La morale è nuova, unica
+ Ottimi effetti speciali
+ Buon connubio tra recitazione e ruoli
+ C'è Georgetto!
- Alcune scene avrebbero meritato più attenzione, altre meno
- Il film alterna maturità e infantilismo troppo spesso