In America è appena finita la seconda stagione e in Italia la sua trasmissione doveva iniziare il 24 aprile su Premium Action (la prima è passata l’anno scorso sullo stesso canale), ma è stata posticipata a data da definirsi. E da metà gennaio 2015 sappiamo anche che è stata confermata una terza stagione, segno che nonostante i notevoli problemi (notevoli davvero), gli ascolti per CW (l’emittente e la produttrice americana) non sono stati così pessimi da giustificare la chiusura dello show.
“The 100” è stata una specie di serie-rivelazione della stagione 2013-2014, anche se la critica si è rapidamente spaccata nei soliti due fronti. Questa volta, però, non si è trattato di “critica ufficiale” vs. “appassionati”, ma di “appassionati di fantascienza” vs. “spettatori occasionali di fantascienza”.
L’idea alla base di “The 100” è apprezzabile: nel 2052 la Terra viene devastata da un olocausto nucleare, e le nazioni sopravvissute si trasferiscono in orbita, assemblano le stazioni in un unico agglomerato che chiamano “Arca”, e cercano di sopravvivere. Una novantina di anni dopo, decidono di mandare sulla Terra 100 adolescenti perché appurino le condizioni del pianeta e preparino il necessario per il ritorno degli abitanti della stazione orbitante.
Ricordo che nel 2013, spulciando fra le serie in arrivo, avevo beccato anche il teaser trailer di “The 100” e, se da un lato restai piacevolmente sorpresa dall’idea, dall’altra rabbrividii: cosa poteva essere una serie incentrata su un centinaio di adolescenti ribelli? Quanto poteva essere cestinabile uno show in cui i drammi di questo centinaio di ragazzini anarchici si anteponevano alle esigenze di un mondo post-apocalittico? Mi dissi che era solo il teaser trailer, che magari poi la serie avrebbe ingranato, che dovevo almeno avere un po’ di fede nel potere della fantascienza e nella CW (che a fianco di prodotti davvero dimenticabili, ha prodotto e trasmesso “robetta” del calibro di Supernatural!). Dare fiducia. Certo, all’istinto: perché ora come ora potrei stilare una lista di 100 e 1 motivi per cui non guardare questa serie tv.
E il primo motivo vale 101: 101 maledetti ragazzini decerebrati. Io odio i ragazzini. Io non sono stata ragazzina, io sono nata lich e continuerò la mia felice esistenza come non-morto.
Per fortuna ci sono anche gli adulti… perché ci sono gli adulti, vero? Certo che ci sono, ma ho detto “per fortuna”? Beh, non ho ancora ben capito se il peggio succede sulla Terra o in orbita, e non ho ancora ben deciso chi mi fa più schifo, fra i suddetti ragazzini e i presunti adulti.
Certo, c’è chi obietta che i mocciosi si comportano come adolescenti. Corretto, ma in un XXI secolo come lo stiamo vivendo ora, fra comodità, giovani attenti alle mode del momento, bambagia e una condizione sociale generalmente tranquilla. L’unico problema che hanno è che è troppo tempo libero, e quindi fanno i cazzoni. Va benissimo: in questa ottica, i giovani di “The 100” sono il perfetto riflesso della società americana moderna. Ma in un mondo post-apocalittico, fatto di sopravvissuti, privazioni, regole, di un tenore di vita regolato, regolare, rigido e severo… come fanno a saltar fuori 100 (e più) ragazzini che non sanno stare al loro posto, su una popolazione di circa 3000 individui? Statistica? Che, che, che?
Nell’Arca le scorte alimentari e la riserva di ossigeno si stanno esaurendo: è arrivato il momento di trovare una soluzione. Il contenimento delle nascite è già stato messo in atto, infatti ogni famiglia può avere al massimo un figlio, una fortuna visto che sembra che su quella stazione ogni ragazzino sia un piccolo criminale. Piccoli criminali lo sono davvero, perché i crimini che vengono puniti sono davvero esigui e la pena è sempre e comunque la morte… ma solo al raggiungimento della maggiore età. Questo è un punto a favore anche se, vista la situazione, io li avrei ammazzati anche da minorenni, ma in America sarebbe stato politically scorrect e non ci sarebbe stata l’idea di base che ha dato vita alla trama del libro.
Ops, mi ero dimenticata di dire che “The 100″ è tratto da un omonimo libro! Che novità. Fu pubblicato a settembre 2013, firmato da Kass Morgan ed etichettato “young adult science fiction”. I responsabili della CW lo trovarono interessante e decisero per la trasposizione televisiva, la cui messa in onda iniziò a marzo 2014: davvero tempi flash, che però ci hanno reso un prodotto per tanti versi approssimativo. Comunque, se la prima stagione della serie tv è abbastanza (vagamente) fedele al libro della Morgan, dalla seconda la divergenza è ancora peggio che fra la quarta stagione di Game of Thrones e i libri di G.R.R. Martin. Livelli inqualificabili e differenze ingiustificate che a mio parere hanno abbassato sia il target che la godibilità del prodotto – sul libro della Morgan le speranze sono tutt’altro che spente o esigue, a partire dal fatto che, furbescamente, inizia la narrazione 300 anni dopo l’olocausto nucleare, non una novantina scarsa. In 90 anni la radioattività non si disperde abbastanza, e giustificare la resistenza del popolo dell’Arca con il fatto che si sono “abituati alle radiazioni solari” è imbarazzante, considerato che la radiazione solare e quella nucleare sono due cose diverse. Il mio background da perito chimico si accartoccia al pensiero di un paragone di quel livello.
Quindi, allora… 101 motivi per non guardare “The 100”, ma ne ho elencati giusto un paio.
Nel pilot della prima stagione hanno dato il meglio in fatto di inverosimilità: una navicella che precipita, due persone con le cinture slacciate, una che si sfracella e l’altra manco un graffio; una tizia, la povera Octavia, che vede un lago e la prima cosa a cui pensa è spogliarsi e buttarcisi, senza controllare la presenza di pericoli, il livello delle radiazioni, e finendo fra i denti di una sanguisuga gigante mutante (nuova carta di Munchkin, +5 contro le ragazze ma solo dopo un olocausto nucleare) che… non le fa niente, perché non perde neanche un arto, il mostro viene distratto con un sasso e lei prosegue nelle stagioni (svegliandosi, per fortuna). A fare da contrappunto ad Octavia c’è Clarke: figa, bionda, brava, intelligente, coraggiosa, carismatica, buona, con un enooorme senso della giustizia, ma anche simpatica, dolcina, emotiva e l’unica accusata per un crimine che non ha commesso, cara lei, stellina… la voglio morta. No, veramente: il classico personaggio perfetto che ti fa saltare i nervi dopo quattro minuti. Non un secondo di più.
Però quelli che vorresti ammazzare veramente sono tutti gli altri. D’accordo che Clarke è un po’ troppo luminosa, ma se suggerisce di dirigersi verso un luogo che si presume contenga provviste… perché non seguirla? Perché restare vicino alla navetta distrutta a bisbocciare come se non ci fosse un domani? Perché ora siete sulla Terra, “liberi” e… e cosa? Liberi di farvi ammazzare dagli animali mutanti, dai Terrestri, dai Mietitori, dal Popolo della Montagna e, quando arriveranno, anche dagli adulti? Mi sembra una buona strategia per morire.
Due stagioni hanno mandato in onda, e hanno aperto tipo sei fronti. Are you fukin’ kidding me?! Raramente parlo in modo così scocciato di un prodotto, ma “The 100” me le sta tirando fuori tutte. Applausi, grandi applausi per aver partorito sei fronti, ma se il filo conduttore è “vado a cercare questo, poi mi faccio rapire, poi mi alleo con uno di quelli che mi hanno rapito per andare a cercare qualcun altro, poi trovo quello che volevo cercare, ma devo salvare il mio amico, che poi dovrò uccidere”… cioè, no! Basta qualche puntata perché questa dinamica, ormai consolidata, distrugga completamente la credibilità della trama. Uno show da guardare a occhi chiusi e cervello spento, godendosi un’ottima CGI e un alto dinamismo. Niente più. Il resto aveva un’incredibile potenzialità (ed è per questo che sono un po’ una biscia nei confronti della serie), che è stata buttata al vento nel deserto che un gruppo di disperati nella seconda stagione attraverserà fino alla Città della Luce, che sarà punto cardine della terza serie.
Per quanto riguarda la seconda, è davvero difficile dare qualche informazione. A parte essere ripetitiva quanto la prima, sarà basata sul Popolo della Montagna, il quale cercherà di utilizzare i 48 ragazzi sopravvissuti per fare degli esperimenti e rendersi immune alle radiazioni. Infatti, a differenza dei Terresti (nemici nella prima stagione, quasi alleati nella seconda), il Popolo dispone di una tecnologia più avanzata, ma rinchiusosi sotto la Montagna non si è adattato alle radiazioni nucleari.
È proprio in questa seconda stagione che molti personaggi cambieranno, evolveranno o involveranno (e questo è davvero un pregio), e prenderanno finalmente delle decisioni che li costringeranno a schierarsi e diventare adulti in un mondo post-apocalittico. La seconda serie nei dettagli e in alcuni particolari delle storyline è migliore della prima, ma nel complesso si abbassa di qualità – come testimoniato dal calo di ascolti americano.
La speranza è che, dopo 29 episodi per ingranare, la terza stagione concluda lo show prima di un disastro irreparabile. Già l’idea che dovrebbe essere alla base della stagione in fase di produzione, quella di una IA villain in possesso di un ordigno nucleare (dafuq?) e che presumibilmente ha le risposte alle domande lasciate in sospeso (prima fra tutti cosa è successo nel 2052), minaccia di essere troppo. Un di troppo che si aggiunge al resto, e che potrebbe portare molti spettatori a non riconfermare la propria fiducia nella serie e preferire, invece, altre produzioni in arrivo, come Killjoys.
Voi avete visto “The 100”? Cosa ne pensate al riguardo?
– Lucrezia S. Franzon –