Il Lupo mannaro è, da sempre, una figura piena di fascino e mistero. Più e più volte se ne è parlato, e altrettante volte è stato rappresentato su pellicola, sempre legato ad ambienti moderni o epoche medievali. Underworld, Lycantropia, Wolf, sono solo alcuni dei celebri film che trattano di lupi mannari e affini ed hanno ottenuto un ottimo successo. Ma non voglio parlarvi di un film oggi, bensì di un videogioco. Un videogioco che sposta il nostro asse temporale nel futuro, inserendoci anche un bel lupo mannaro a colorare il tutto. Vi parlerò di Infinity Runner.
CORRI CUCCIOLO, CORRI!
Ricorderete, come me, i tempi durante i quali i telefoni cellulari, seppur di marca diversa, avevano tutti una costante: Temple Run. Un gioco che si componeva di poche cose: correre e schivare gli ostacoli, o saltarli. Ebbene, Infinity Runner è simile a Temple Run sotto molti punti di vista, ma si discosta da questo celebre titolo per alcune piccole “caratteristiche”, se così vogliamo chiamarle. Il protagonista del gioco è un uomo che cerca disperatamente di fuggire dalla sua prigione, un vascello alla deriva nello spazio. Perché scappa? Perché è un esperimento, oppure un licantropo naturale, e qualcuno vuole studiarlo, o peggio. Durante la sua corsa troverà, ovviamente, alcune guardie a sbarrargli la strada, nonché campi laser, torrette, baratri, crolli e quant’altro. Sarà al sicuro solo ed esclusivamente una volta raggiunto l’ascensore di fine percorso che, oltre a portarlo ad il livello successivo, gli darà il tempo per riprendere fiato. Il perché nessuno lo fermi durante la sua corsa non ci è dato saperlo, ma questa è solo una delle tante pecche di questo videogioco.
In confronto al Temple Run classico, questo gioco aggiunge un momento slow motion durante il quale dovremo spingere i tasti a tempo per evitare ostacoli o per stordire/uccidere eventuali guardie. Per il resto si tratta del solito: schiva gli ostacoli alti scivolando per terra, salta quelli bassi, schiva di lato e cerca di prendere più gemme possibili (questa volta rappresentati da data-file). Infinity Runner sarà probabilmente un gioco molto emozionante per chiunque apprezzi il genere del Run, ma consiglio vivamente a chiunque non sia appassionato di non farci nemmeno troppi pensieri sopra.
La Grafica, seppur psichedelica e ricca di colori che alternano la cupezza di una nave interstellare, con corridoi stretti e foschi, può risultare un problema per i PC meno performanti, causando cali di frame preziosi oppure rallentamenti fastidiosi nel gioco. L’alternarsi di zone intervallate da porte che si aprono, ovviamente, danno al sistema una buona quantità di dati da elaborare (altro problema per i computer meno pasciuti). I momenti in slow motion aggiungono poco al tutto, rendendo sì più frenetico il gioco (già abbastanza veloce già di suo) ma lasciando, a mio modesto parere, il tempo che trovano. Le zone, difatti, sono sempre uguali e ci fanno intendere che l’Infinity, ovvero la nave sulla quale ci troviamo, sia stata costruita da niente popò di meno che da chi ha creato l’EXPO. La stanza rossa, piena di fiamme, avrà sempre il solito oggetto che cade costringendoci a schivare; la stanza verde sempre due o tre soldati, e così via. La monotonia di questo gioco, oltre che essere sfibrante, è davvero poco sensata: sarebbe bastato complicare un po’ gli script per rendere le stanze meno prevedibili.
La ciliegina sulla torta è un comparto musicale assai scarso e triste, con brani spesso ripetuti allo stremo e privi di qualsivoglia caratteristica che non sia tunz-tunz-tunz. La longevità è ovviamente un’altra pecca: in novanta minuti si riuscirà a completare il gioco, seppure sia possibile continuare a giocare per conseguire il miglior risultato (raccogliere tutti i data-pad). Il resto, ovviamente, è cosa nota: schiva, salta, schiva, rotola e salta. Un po’ come le regole del Dodgeball. Ogni tanto sul nostro percorso troveremo anche delle barriere di color blu che segneranno un checkpoint, di vitale importanza per i giocatori meno esperti.
D’altra parte, c’è da fare una considerazione importante: la maggior parte dei giocatori che hanno giocato a questo titolo l’hanno ritenuto emozionante, creativo e bello. Nonostante la nostra recensione vada un po’ controcorrente, ci siamo detti che, alla fine, la community di giocatori è la stessa che ha valutato Goat Simulator un titolo di qualità e, oramai, non ci si può più affidare a codesta community.
Insomma, Infinity Runner è un gioco accettabile per chi ama il genere “run”, ma per tutti gli altri non è che un prodotto fatto male che, al massimo, vi farà perdere un’oretta. Seppur virtualmente infinito rimane un genere prettamente per mobile e non adatto ad altre tipologie di piattaforme.
– Yari Montorsi –
Infinity Runner: Temple Run coi Mannari!
Yari Montorsi
- Veloce, frenetico, colori psichedelici;
- Ci sono i Lupi Mannari;
- Monotono;
- Musiche orribili e ripetitive;
- Comparto tecnico di 15 anni fa;
- Piacerà solo ad un nicchia di utenti;