Tutti ne abbiamo uccisi per livellare, ne abbiamo sentito parlare, abbiamo letto di loro, li abbiamo visti al cinema e nei giochi. Si tratta, ovviamente, dei Goblin. Sono le prime bestie che incontriamo sulla nostra strada, i più classici nemici del fantasy, piccoli, verdi e dalle orecchie a punta, girano in gruppi e la loro forza sta nel numero più che nella strategia, ma quando li troviamo davanti a noi e siamo solo a livello 1 o 2, la situazione diventa spinosa. Poi cresciamo, cambiamo, e ci lasciamo alle spalle le scaramucce con i pelleverde: loro non vengono più a cercarci, o forse siamo noi ad allontanarci dai loro covi, che andando avanti smettono di divertirci, dimenticandoci di loro fino al prossimo personaggio di livello basso.
Così va la vita… ma non oggi! Oggi si cambia, oggi dedicheremo un intero articolo ai Goblin, così la prossima volta conosceremo la storia di chi stiamo per uccidere, il che renderà la cosa ancora più divertente. Oppure a qualcuno potrebbe venire voglia di impersonare una di queste creature, giusto per provare.
Ma per cominciare, vediamo cos’è un Goblin: essi sono come gli elfi, ne esistono di molti tipi, di più simpatici e di più pericolosi; alcuni vivono sottoterra, altri nelle case delle persone. In breve, sono ovunque e il termine “Goblin” indica un’intera famiglia di spiriti presente nelle leggende di tutto il mondo, con aspetti e nomi diversi, ma con in comune l’indole non buona, la passione per gli scherzi, l’aspetto non umano e, nella maggior parte dei casi, una malsana avidità. Perché sono così tanti? Perché sono antichi, compaiono per la prima volta in scritti del XII secolo in Francia, ma erano già conosciuti prima di allora.
Parliamo prima di quelli buoni. Come i loro cugini Brownies (non i dolci, i folletti), alcuni Goblin si offrono di aiutare con le faccende di casa in cambio di un posto vicino al fuoco e qualcosa da mangiare. Sono simili agli gnomi per aspetto, bassi e simpatici. Certo, si offendono facilmente, e in quel caso possono decidere di vendicarsi degli abitanti della casa con scherzi più o meno pesanti, che potrebbero portare anche alla morte di qualcuno. Trasferirsi non è una soluzione, perché essi seguiranno le vittime fino al compiersi della vendetta. Queste creature vengono chiamate boggart, bogey, bogeyman e in un’altra valanga di modi. Qualche volta, dopo aver portato a termine la loro missione, vanno a vivere in luoghi lontani dalla civiltà diventando ancora più pericolose e maligne.
Questi sono quelli noiosi, parliamo di qualcosa di più interessante, più simile a ciò che siamo abituati ad uccidere: i kallikantzaros, i goblin greci. Alcuni sono bassi, altri più alti di un uomo, hanno fattezze bestiali, gambe di capra, corna e code, anche se solitamente si tratta di esseri piccoli e deformi. Compaiono in superficie dal 25 dicembre al 6 gennaio, quando le giornate sono più brevi, così da avere più ore di buio per fare danni. Sono creature della notte, rubano nelle case e attaccano i viaggiatori, ma solo per dodici giorni all’anno. Il resto del tempo lo passano nel sottosuolo a segare il tronco dell’albero che sorregge il centro della Terra. Ogni anno, però, quando manca poco alla fine del loro lavoro, si esaltano al pensiero di poter salire a disturbare le persone grazie alle notti lunghe, dimenticandosi del resto. Quando scendono di nuovo il 6 gennaio, l’albero è guarito e devono ricominciare dall’inizio. Abbastanza stupidi, in effetti.
Ci sono altri Goblin che vivono sottoterra, più furbi di questi, chiamati knockers, che girano nelle miniere. Possono decidere di aiutare i minatori – in quel caso bussano con delicatezza su una parete per avvisare della loro presenza –, ma possono anche essere di cattivo umore e far crollare le gallerie sulle teste dei lavoratori.
È possibile ingraziarseli portandogli dei dolci e, secondo alcune leggende, si tratterebbe degli spiriti dei minatori morti. In ogni caso hanno buona compagnia, perché anche una delle tre grandi famiglie di coboldi, che comunque fanno parte dei Goblin, vive nelle miniere. Le altre due passano il tempo in case altrui, oppure sulle navi. Una versione navale semifamosa sono i klabautermann (no, non ho idea di come si pronunci). Questi spiriti sono dei riparatori, come quello che si vede in One Piece (nella saga di Skypiea) quando uno di loro ripara la Going Merry. In quel caso Usopp riesce a vedere lo spirito, quando in realtà tradizione vuole che si renda visibile solo alle ciurme maledette, diventando così un presagio di sfortuna. Nelle leggende più recenti è anche motivo di problemi sulle navi, passando dallo spirito buono ad un classico goblin fastidioso e malvagio.
Bene, abbiamo parlato di Goblin d’acqua, terra e caverne, mancano quelli volanti. Qui viene il problema: in teoria queste creature non volano, ma abbiamo una mezza soluzione. In Giappone esistono i Tengu: questi spiriti per indole somigliano ai nostri mostriciattoli, tanto che spesso vengono considerati quanto di più simile ai Goblin possa esserci nel regno dei manga. Sono esseri alati dalla pelle rossa, verde o nera e con un naso immenso; sanno usare la magia, sono maestri di arti marziali, ottimi armaioli, capaci di cambiare forma, strateghi militari e a volte si interessano anche di politica. Sono decisamente ad un livello superiore rispetto agli stupidi Goblin capaci solo di farsi esplodere, questo è vero, ma condividono con loro la passione per gli scherzi pesanti, come dar fuoco a foreste, creare illusioni, rapire bambini e mangiare qualche viaggiatore. In più sono capricciosi, vendicativi e facili all’ira: basta poco per offenderli, e farsi perdonare è difficile. Con il passare del tempo hanno acquisito dei tratti più gentili, ma nelle leggende antiche erano considerati più pericolosi di quanto non possano sembrare ora. Ah, al contrario dei Goblin, questi sono tutti maschi, anche se depongono le uova… affascinante…
Dopo il Giappone, torniamo a casa a vedere cosa abbiamo in Italia, anche se non è molto. Ci sono tantissime leggende dove folletti fastidiosi rubano oggetti, lanciano verdure e rapiscono bambini, ma nessuna particolarmente degna di nota rispetto alle altre. Ah, sapete chi altri rapiva i bambini? Tremotino, quello della fiaba tedesca. Infatti viene definito sia gnomo sia Goblin, a seconda delle versioni.
Eppure, anche se rapire bambini è parte delle cose da non fare, questi esseri non sembrano troppo simili a ciò che siamo abituati a trovarci davanti. È solo un caso, quindi, che si siano evoluti in quello che conosciamo oggi? No, in realtà c’è un ultimo tipo di Goblin del folklore europeo di cui vorrei parlarvi, molto simile ai suoi parenti moderni. L’ho tenuto per ultimo perché è il mio preferito. È il Redcap. I giocatori di Magic forse lo avranno già sentito nominare, visto che a lui è stata dedicata una carta, il “Murderous Redecap”. In breve, sono creaturine fantastiche, piccole, della misura da Goblin, feroci e pericolose. Vivono principalmente nei castelli abbandonati e nelle rovine sul confine tra Scozia ed Inghilterra. Sono veloci, malgrado indossino stivali di ferro e siano armati di picche appuntite, e hanno grandi denti e un bellissimo cappello che inzuppano nel sangue delle loro vittime ogni volta che uccidono. È interessante sapere che per sopravvivere hanno bisogno di avere sempre il copricapo umido, quindi uccidono piuttosto spesso. Non sono un amore? Uno di loro è perfino famoso, Robin Redcap, assistente di Lord William de Soulis. Se il Lord in questione fosse veramente un adoratore del demonio come vogliono le leggende, non ci è dato saperlo: pare certo, però, che Robin si divertisse a seminare devastazione nei terreni del suo capo, e che alla morte di Lord Soulis sparì nel nulla. Potrebbe essere ancora in giro…
Chissà cosa ne penserebbe Robin dei Goblin moderni? Forse sarebbe più infastidito dall’idea della sua razza che si è fatta la gente, anche perché, a ben guardare, non sono così pessimi. Come passato e varietà non hanno nulla da invidiare a tante altre creature, non credete anche voi?
– Caterina Gastaldi –