Cari Gimli figli di Glòin che non siete altro, vi state tenendo ben informati sulle ultime novità videoludiche? Come dite? Lo fate tramite noi? Siete proprio dei bravi ragazzi. Pensavo che fino a un anno fa il problema più grande di un’azienda che sviluppa videogiochi era cercare di lanciare un titolo sul mercato senza che dopo due giorni ci fosse necessita di rilasciare una patch per correggerne i bug. Oggi, invece, ad occupare le prime pagine di tutte le testate del settore è l’avvento, ormai sempre più prossimo, di quella che pare sia la prossima milestone in campo tecnologico, ovvero la realtà virtuale.
Chi l’avrebbe mai detto, eh? Quello che dieci anni fa sembrava fantascienza, oggi si sta per avverare. Tutto è iniziato nel 2012, quando Oculus VR ha presentato il primo prototipo dell’Oculus Rift, una sorta di casco munito di display che, indossato, permetteva di osservare di fronte ai propri occhi degli ambienti costruiti digitalmente, in grado di modificarsi in base ai movimenti della testa, proprio come se si stesse guardando una stanza intorno a noi. I più informati di voi potranno obiettare dicendo che questa tecnologia in realtà esisteva già, e vi do anche ragione, ma è stato in questo periodo che ha compiuto i primi, veri progressi che hanno portato gli sviluppatori a pensare di poter rendere la realtà virtuale un prodotto di intrattenimento per tutti, vendibile a prezzi abbordabili al grande pubblico. Nel corso di questi tre anni il dispositivo ha ricevuto diversi miglioramenti, grazie anche agli ingenti investimenti e all’acquisto della società da parte di Facebook, avvenuto circa un anno fa, e dovrebbe debuttare ufficialmente sul mercato già nel corso del 2015. Secondo voi le altre aziende potevano rimanere con le mani in mano? Con un’occasione così succosa? Sony si è fatta avanti per seconda, annunciando Project Morpheus (nome in codice, ovviamente), il suo visore per la realtà virtuale che funzionerà con PlayStation 4 e PlayStation Vita, in uscita nel corso del 2016. Ma i possessori di Xbox One possono stare tranquilli, perché ce n’è anche per loro: la realtà virtuale di Microsoft si chiama Hololens, e probabilmente la vedremo sugli scaffali dei negozi nello stesso periodo di quella concorrente. L’ultimo annuncio in ordine cronologico è quello di Vive, il visore prodotto dall’inedita collaborazione tra Valve e HTC, e destinato, come intuibile, a funzionare con Steam (che sia l’occasione per vedere – è proprio il caso di dirlo – finalmente Half-Life 3?). Nintendo, come sempre, non dà per il momento l’impressione di voler seguire i colleghi, ma chissà che l’E3 non ci riservi qualche gradita sorpresa, sempre che la “ferita” del Virtual Boy si sia del tutto risanata.
La situazione è chiara, quindi: possiamo essere certi che continueremo a sentire molto parlare di realtà virtuale, e che probabilmente si tratta davvero del prossimo passo nell’evoluzione tecnologica dell’intrattenimento. Parlo di intrattenimento in generale – e non solo di videogiochi – perché mi sono ritrovato a pensare quali potrebbero essere i vantaggi che questi dispositivi porterebbero agli appassionati di fantasy, e nello specifico di GdR. Partiamo da una premessa: giocare Dungeons & Dragons, Star Wars GdR, Numenera o qualsiasi altro prodotto del genere utilizzando solo manuali, dadi, carta e penna sarà sempre possibile, ed è un sistema che a mio avviso non morirà mai, perché sempre immediato nonostante il passare del tempo. È però innegabile che, specialmente per il Game Master, le attuali possibilità tecnologiche offrano aiuti che semplificano non poco la vita: anche solo avere un laptop sul quale poter tenere ben organizzati appunti, schede e statistiche, rende più snello il lavoro, figurarsi poi se si decide di affidarsi, ad esempio, ad un tablet da usare per disegnare le mappe. E che figata sarebbe poter piazzare su un tavolo il gigantesco touch screen che i giornalisti di Sky utilizzano per la rassegna stampa, così da ricreare griglie dinamiche per le battaglie (i francesi di ePawn hanno già spianato la strada)? Se oggi siamo in grado di tirare lo sciacquone con un’app, non vedo perché D&D non possa diventare 2.0.
Provate ora a immaginare le possibilità offerte da un Oculus Rift ai giocatori di ruolo cartacei. Affiancato ad un software di creazione di ambientazione, sarebbe uno strumento dalle infinite potenzialità in mano ad un bravo Master, che avrebbe la possibilità di ricreare digitalmente foreste, locande e labirinti esattamente come li ha immaginati, dando al party la possibilità di esplorare il mondo in prima persona – credetemi, non stiamo affatto parlando di fantascienza. Non c’è bisogno di complesse animazioni o chissà che grande dettaglio di modellazione poligonale: anche solo poter guardare le pedine dei nemici muoversi in un ambiente nel quale si è completamente immersi, può rendere molto più memorabile uno scontro. Col tempo poi ci sarà la possibilità di migliorare il sistema, aggiungendo elementi come ad esempio il calcolo automatico delle distanze, utile per indicare ai giocatori e al Master quali azioni sia possibile compiere in una determinata situazione, risparmiando così le consultazioni del manuale che, ne converrete, rallentano il ritmo di gioco. Addirittura si potrebbero creare intere campagne da rendere disponibili in rete per tutti, senza considerare che le stesse aziende che distribuiscono Giochi di Ruolo potrebbero decidere di inserirsi in questa fetta di mercato vendendo le proprie avventure o permettendo agli utenti di acquistare moduli per comporre le proprie città o i propri dungeon, espandendo così il possibile bacino di utenza e proponendo lo stesso sistema di sempre sotto una nuova ottica.
Insomma, per quanto affezionato al sistema cartaceo classico, personalmente sono sempre pronto ad abbracciare qualsiasi novità che possa rendere meno macchinose e più coinvolgenti sia le sessioni da Master che da giocatore, anche a patto di dover “sacrificare” carta e penna. PC e tablet sono stati il primo step, e la realtà virtuale, da quelle che sono le attuali premesse, sembra poter permettere il passo successivo. Voi che ne pensate? GdR cartaceo e tecnologia possono coesistere, o non adottereste mai un sistema come Oculus Rift per le vostre giocate?
– Mario Ferrentino –