Lo hanno dato per morto, ma vive ancora. Sepolto sotto le virate action dei vari ‘Final Fantasy’, che tanto acquistano dal punto di vista grafico quanto perdono rispetto allo spirito originale della saga; soffocato dalle burrascose vicende finanziarie delle Square Enix; affogato in un presente nel quale sembra incapace di ritrovare la propria anima, tanto che gli stessi sviluppatori giapponesi tentano di imbastire dei giochi di ruolo dallo stile occidentale.
Eppure il JRPG vive e si prepara a prosperare. Cova come un fuoco sopito sotto le sue stesse ceneri, pronto a ridestarsi come l’araba fenice. Non è un caso che gli sviluppatori del videogioco di cui parliamo oggi abbiano scelto, per la loro iniziativa, il nome di ‘Project Phoenix’. Come spesso accade quando un genere è ancora vitale, ma scartato dalle software house mainstream, questo gruppo di sviluppatori (che ha assunto il nome di CIA: ‘Creative Intelligence Arts’) provenienti dal Giappone e dal resto del mondo ha deciso di rivolgersi direttamente agli acquirenti e di tentare la via di Kickstarter.
Col senno di poi, possiamo dire che è stata la scelta giusta: lanciata nell’agosto 2013, la campagna di crowdfunding ha raggiunto l’obiettivo minimo (fissato a 100.000 dollari) in appena nove ore, superando il milione alla data di chiusura (11 settembre 2013) e garantendo tutta una serie di stretch goal. Merito non solo dell’idea, evidentemente affine al sentire dell’utenza, ma anche delle personalità che compongono il team internazionale di sviluppo: il direttore e produttore Hiroaki Yura, veterano sia di ‘Valkyria Chronicles’ che di ‘Diablo III’; Nobuo Uematsu, celeberrimo per le colonne sonore dei più bei videogiochi della serie ‘Final Fantasy’, insolitamente prestato ad un progetto indie; John Kurlander, sound engineer con esperienze maturate lavorando sulla trilogia cinematografica de ‘Il Signore degli Anelli’, su ‘Assassin’s creed’ e su ‘Skyrim’. Tanto per citarne solo un paio.
L’ambientazione di fondo è – cosa assai curiosa – di stampo fantasy prettamente occidentale: abbiamo i Nani, che vivono rintanati nelle viscere della Terra; gli Elfi, che preferiscono starsene isolati nelle foreste; gli Umani, che si dividono il mondo di gioco, Azuregard; e, immancabili, i clan degli Orchi, che si preparano a portare l’invasione nelle terre dominate dagli altri popoli. In questo quadro – per noi – piuttosto standard, si inserisce una trama dalle tinte ora cupe ora ridanciane, come spesso accade nei JRPG, elaborata dalla scrittrice fantasy Yoko Enoki: un team decisamente composito, costituito dal Templare Marcus Stern, da un angelo smemorato di nome Ruffles, da un’elfa silvana di nome Sylrianah e da un mago da battaglia chiamato Zarum si troverà a vivere tutta una serie di peripezie, nel tentativo di scoprire il proprio posto nel mondo e, con un po’ di fortuna, di salvare Azuregard dalla distruzione.
Il gioco, che promette – soprattutto in considerazione dei numerosi obiettivi sbloccati – decine e decine di ore di divertimento, avrà – oltre alla classica impostazione JRPG – un taglio da strategico in tempo reale (RTS), con approfonditi aspetti gestionali e un sistema di combattimento – basato sul punta-e-clicca – che richiederà un discreto impegno a livello tattico, con la costruzione di solide tattiche che permettano di sfruttare i vantaggi di ciascun membro del party. Sono previsti combattimenti casuali e combattimenti legati alla trama principale del videogioco. Il terreno avrà un’importanza fondamentale: ad esempio, piazzare il proprio arciere su una collina garantirà una maggior precisione nel tiro e un danno amplificato, a scapito dei nemici bloccati a fondovalle dal nostro tank. Attenzione, però, i nemici non saranno sacchi di pixel da pestare a piacimento: al contrario, presenteranno un elevato grado di sfida, tenderanno trappole e, grazie all’IA che gestirà le “minacce”, sapranno identificare il membro del nostro party più pericoloso per la loro sopravvivenza, concentrando su di esso tutti i loro attacchi.
Non può mancare, ovviamente, la componente esplorativa. Il nostro party si muoverà su una vasta mappa, ammantata dall’ormai immancabile nebbia di guerra, che celerà le zone inesplorate e tornerà a coprire quelle già visitate, nascondendo la presenza di eventuali nemici. A spasso per Azuregard, i nostri incontreranno diverse razze e culture, e potranno indossare di volta in volta i vestiti più adatti ad un dato clima e alle usanze di ogni località visitata. Quel che più importa, al di là di queste note estetiche – certo importanti per la verosimiglianza del narrato e per l’immedesimazione del giocatore, è però il fatto che non si sarà costretti a fare grinding per passare da una zona all’altra: quando si sarà pronti, il gioco consentirà di farlo, evitandoci noiose sessioni di sterminio fini a se stesse.
Gli NPC interagiranno con noi, avranno storie da raccontare e quest da assegnare; la curiosità sarà premiata con loot nascosti o con quest ulteriori. Come in ogni RPG che si rispetti, poi, sarà fondamentale la personalizzazione dei protagonisti, ciascuno dei quali avrà una classe ben definita, un proprio equipaggiamento e delle abilità specifiche. Gli sviluppatori, comunque, affermano che le scelte sull’assegnazione dei nuovi oggetti ai diversi personaggi non sarà proprio obbligata, ma quasi – d’altronde le cose non andavano molto diversamente in altri JRPG. Per venire incontro alle esigenze di customizzazione dei giocatori, però, è previsto il reclutamento di membri del party completamente personalizzabili.
Insomma, ‘Project Phoenix’ si annuncia un piccolo gioiello nel panorama dei JRPG, con una storia, un proposito e – agli dèi piacendo – un destino affini a quelli del ‘Project Eternity’ della Obsidian per i giochi di ruolo occidentali old school. L’uscita, inizialmente prevista per il 2015, è già slittata al primo quadrimestre del 2016, mentre già l’anno prossimo dovrebbe essere accessibile la beta per i finanziatori (tra i quali, fortunatamente, c’è chi scrive: cosa che, a suo tempo, ci garantirà una prova su strada in tempo reale!). Gli sviluppatori hanno preannunciato la disponibilità per diverse piattaforme: PC, Linux, Mac, Play Stastion 4 e PS Vita, iOS e Android.
Ad oggi, il finanziamento è ancora in corso attraverso PayPal, quindi le partecipazioni sono ancora aperte… Quanto a noi, non ci resta che vedere se i ragazzi della CIA sapranno mantenere tutte le premesse e resuscitare il genere dei videogiochi di ruolo giapponesi. Le premesse – ottime e grandiose – ci sono tutte.
– Stefano Marras –