Amici anglofoni e seguaci di Re Artù, cosa fareste se vi venisse data la possibilità di vivere alla corte di Camelot, come se foste Gawain o Artù in persona? “Magari…” starete pensando.
Ebbene, esiste un boardgame che viene incontro proprio a voi. Sto parlando di “Shadows over Camelot”, gioco da tavolo “cooperativo” e gestionale nel quale ogni giocatore dovrà vestire i panni di un cavaliere di Camelot, Artù compreso, alle prese con giostre, assedi e non da ultimo traditori.
Il gioco si compone di più plance, ognuna raffigurante una parte del regno nel quale si svolge la partita. Nella plancia centrale si trova la corte di Camelot. Se notate con attenzione la tavola rotonda, essa è divisa in dodici parti, corrispondenti al numero dei cavalieri. Scopo del gioco è riempirle con le spade che voi otterrete tramite le missioni, ma…è proprio qui che comincia il bello. Le spade possono essere di due tipi: bianche o nere. Vincerete delle spade bianche quando la vostra quest sarà andata a buon fine. Le spade nere invece, stanno a indicare che qualcosa è andato storto, quindi non avete concluso la missione. La partita sarà conclusa quando ci sarà la maggioranza di una delle due parti. Se vincono le spade nere, allora la corte di Camelot cadrà, vittima degli eventi e dei vostri fallimenti. Ma non pensate che il vostro compito sarà per forza quello di preservare il vostro regno: all’inizio del gioco, infatti, dovrete pescare una carta che terrete nascosta agli altri, la quale vi dirà se siete leali al regno o traditori.
Se siete uno di questi ultimi, a voi spetterà sabotare le missioni dei vostri compagni e seminare la discordia affinché non si fidino più gli uni degli altri: non per nulla, arrivati a sei spade sul tabellone potrete accusare uno dei giocatori di essere un traditore. Se avete indovinato, il traditore dovrà scoprirsi e giocare apertamente contro di voi, altrimenti dovrete girare due delle spade da bianche a nere (si, sono bicolor). Ma veniamo alle quest.
Potrete affrontare varie missioni: fronteggiare gli invasori sassoni e pitti, recuperare il Santo Graal o Excalibur oppure destreggiarvi in una giostra. L’importante è avere le carte giuste per potervi garantire la vittoria. In alcuni casi dovrete comporre una scala dalla carta bianca numero uno alla cinque, in altri dovrete comporre delle coppie, in altri ancora serve solo che usiate il maggior numero di carte bianche, indipendentemente dall’ordine.
Ad ogni turno dovrete compiere due azioni. Queste devono essere una malvagia, la prima del turno, e una eroica. Che significa? Gestire un regno è una questione molto delicata, che mette davanti a scelte difficili. Voi sarete costretti a compiere in ogni turno un’azione che indebolisca il vostro potere: farete sì che gli invasori possano assediare con le catapulte il castello, o darete, tramite il mazzo nero, agio ai vostri nemici di influenzare negativamente gli eventi, oppure dovrete sacrificare voi stessi. Si, avrete a disposizione lungo tutto l’arco della partita un numero limitato di punti ferita che potrete riguadagnare solo completando quest o tramite rari eventi positivi. Perdere una quest vi farà perdere in “salute”, così come se decidete di compiere il sacrificio su voi stessi (in quest’ultimo caso rinuncerete ad un punto ferita). Nel momento in cui arriverete a 0, sarete caduti e non potrete più tornare in gioco. Ma attenzione alle vostre azioni malvagie: se chiudete troppo un occhio contro gli invasori, essi assedieranno il vostro castello, e dovrete provare a distruggere le loro catapulte prima che loro distruggeranno voi. Ricordate, è molto facile ritrovarsi con l’acqua alla gola, con troppe missioni da risolvere, troppe catapulte alle porte e poche risorse da usare. Se ci si mettono anche Morgana, Vivien e Mordred potrebbe essere la fine per il vostro regno, quindi attenzione anche agli eventi infausti provocati dal mazzo di carte nero che dovrete usare quasi in ogni turno.
Il gioco, creato da Bruno Cathala e Serge Laget e pubblicato da Days of Wonder, è per 3-7 giocatori. La sua durata è variabile: in genere una partita non dura meno di quaranta minuti e può anche arrivare alle due ore. Non lo considero molto adatto come party game, data la serietà e la concentrazione che richiede, né lo trovo un gioco facile quindi indicato per chi è a digiuno di giochi da tavolo e vorrebbe farsi una partitella per rilassarsi in compagnia.
Altro inconveniente, purtroppo, è la mancanza di un’edizione italiana del gioco. Il linguaggio non è complesso, ma se non siete molto sicuri del vostro inglese vi consiglio di farlo tradurre prima di cominciare la partita. Punto forte invece è il ritmo: mentre le meccaniche sono basilari, la difficoltà più grande sarà nel prendere la decisione giusta in ogni vostro turno, in base ai mutati eventi e alle spade che avrete conquistato. Inoltre, se le quest e gli eventi sono sempre gli stessi, diverso sarà il modo in cui affronterete le situazioni in ogni partita, garantendo così una certa variabilità. Mi auguro che possiate provarlo, se vi ho intrigato, ed esprimere anche voi un vostro parere. Alla prossima partita!
– Viviana Santovito –
Le Ombre della Corte: Shadows over Camelot
Isola Illyon
-E' un gioco non convenzionale
-Presenta meccaniche molto semplici
-Si può sia collaborare che sabotare i propri compagni, inoltre ogni giocatore avrà un personaggio con poteri differenti: questo permette una bella variabilità di gioco tra i vari partecipanti
-Non c'è una edizione italiana del gioco
-Non è adatto ai principianti di boardgames o a chi cerca un gioco semplice per passare la serata in allegria