Buon giorno, Andrea! Sono lieto di darti il benvenuto sulla nostra assolata Isola Illyon, dove crescono rigogliose le piante del fantasy. I nostri lettori sicuramente ti conoscono per aver recensito il tuo romanzo, Il Nuovo Quarto (che i più pigri trovano comodamente QUI) e perché nel panorama della letteratura hai già mosso diversi passi: c’è qualcosa di te che vorresti condividere con loro, presentandoti e rivelando delle curiosità che ti riguardano?
Buon giorno anche a te, Leo, e grazie di avermi accolto! Considerando che vivo a Bolzano in mezzo ai monti ma adoro il mare e la spiaggia, direi che posto migliore dell’assolata Isola Illyon non potrebbe esserci.Vorrei condividere con i vostri lettori quelli che ritengo essere gli autori che maggiormente mi hanno colpito, quelli che considero dei veri maestri da cui trarre continui insegnamenti. E mi farebbe altrettanto piacere conoscere i loro. Una rapida carrellata, senza perder troppo tempo che tanto tutti li conoscono: in primis Steven Erikson per la sua fantasia sfrenata e l’abilità di trasportare in Mondi dal fascino e dall’epicità impareggiabili, Robert Erwin Howard, vero capostipite della letteratura fantasy, Frank Herbert per il ciclo di Dune, capace di avvicinarmi alla fantascienza “facendomi sentire a casa”, e l’italianissimo Valerio Evangelisti, non solo per il suo blasonato Inquisitore, ma anche e soprattutto per i cicli minori, nonché King, con la sua Torre Nera, in grado di intessere trame che vanno oltre la singola saga e Martin per l’innovazione che ha portato nel genere fantasy.
Oltre ad essere un giovane scrittore, hai anche fondato InfinitiMondi (www.scrittorindipendenti.com), un sito che si preoccupa di scovare e dare la giusta visibilità agli scrittori in erba, autoprodotti o pubblicati da piccole case editrici, scrittori che affiliandosi ad esso potranno, se ritenuti davvero meritevoli, ottenere anche il “marchio di qualità” che il sito si pre-occupa di fornire, in modo da far emergere dal pantano di migliaia di opere, colme di sogni, speranze e tanta volontà, ma a volte carenti sotto altri profili, quelle che davvero si meritano “un posto al sole” (i Valar mi perdonino per l’uso sconsiderato di quest’ultima frase). Puoi chiarire meglio la portata e l’impegno di InfinitiMondi, considerando quanto i giovani scrittori che ci seguono saranno sensibili all’argomento?
Ho iniziato a scrivere tardi, a 30 anni suonati e per puro caso. Se da una parte rimpiango di aver perso gli anni migliori, quelli con più tempo libero a disposizione per intenderci, posso affermare di essermi affacciato al mondo dell’editoria con una certa esperienza di “come gira il mondo”. Il campo dell’editoria non è un’eccezione e si trovano diversi squali pronti a sfruttare sogni, speranze e quant’altro dei tanti aspiranti scrittori. Ecco, www.scrittorindipendenti.com nasce da una duplice necessità: trovare “alleanze” genuine e promuovere i testi meritevoli.
Siamo un gruppo di autori che si apprezza a vicenda (questo è presupposto fondamentale), che si aiuta in fase di editing, per la creazione/impaginazione di file fatti a regola d’arte, e che si promuove con riferimenti incrociati nei propri ebook. Può sembrar poca cosa, ma nella realtà dei fatti è tutto ciò che serve a un autore indipendente per arrivare a presentare un buon prodotto ai propri lettori. Certo, ci serverebbe un artista per la realizzazione delle cover, poi avremo chiuso il cerchio. L’autopubblicazione, o la scrittura indipendente come preferisco definirla io, da infinite possibilità a lettori e autori, ma come hai giustamente detto tu ci sono anche molti rischi. Ogni giorno escono decine se non centinaia di nuove pubblicazioni, alcune delle quali oggettivamente impresentabili. Nasce quindi la necessità di aiutare i lettori con un’opera di scrematura che non può che essere soggettiva, ma come in tutto sarà poi la fiducia che ci si conquista sul campo a fare la differenza. E’ quello che cerchiamo di fare con www.scrittorindipendent.com .
Inoltre grazie al sito ho avuto modo di confrontarmi con numerosi “colleghi” traendone grande giovamento.
Venendo finalmente alla tua opera, iniziamo col dire che l’idea di un Multiverso in cui ambientare le varie storie cui hai già dato vita o che contribuirai a plasmare è da una parte assai interessante, visto che questa tematica di solito appartiene più ai giochi di ruolo ed ai fumetti che non alla narrativa; dall’altra è anche liberatorio, suppongo, dato che permette un’ ampia libertà sul cosa scrivere e come trattare la materia, potendo ampliare in modo pressoché infinito le storie ed i collegamenti tra le varie vicende. Sei d’accordo? E pensi possa, alla lunga, rischiare confondere, ove entrino in scena altre realtà, altre vicende, altri personaggi da narrare?
Quando ho scoperto quanto bello fosse scrivere e inventar storie ho subito compreso che non mi sarei limitato a un romanzo. Allora ho iniziato a riflettere su come procedere, con l’obbiettivo di poter mantenere un filo conduttore che legasse i romanzi che avrei voluto scrivere. Sono un appassionato di storia delle religioni, di mitologia e leggende, per cui il passo successivo è stato quasi obbligatorio. Costruire una realtà non-ordinaria composta da un Pantheon politeista aperto, ma comune a tutti i Mondi, mi è parsa una soluzione efficace e capace di garantirmi al contempo una buona autonomia a livello di singolo Mondo. Nulla mi impedirebbe di descrivere in futuro un Mondo in cui siano presenti elfi, goblin e quant’altro se mi venisse voglia, senza con ciò intaccare la “credibilità” dei Mondi precedenti. Un Dio della Guerra sarà per forza di cose presente anche nelle tribù goblin, no?
Questa scelta però comporta uno sforzo maggiore in sede di “pianificazione” dei romanzi perché giocoforza la fantasia va ad un certo punto imbrigliata, perché il valore aggiunto potenziale di questo costrutto è poter offrire al lettore che segue la Saga sin dall’inizio dei collegamenti che vadano oltre il mero Pantheon di divinità e il mio obbiettivo è questo. E’ una sfida. Speriamo di essere in grado di vincerla!
Premettendo che non sono un grande appassionato di G.R.R. Martin, più che altro per lo scempio che è stato fatto nel tradurre le sue opere nella nostra lingua, c’è comunque da dire che una certa impronta “dell’ammazzapersonaggi” sopravvive anche in questo tuo racconto: è un tuo tratto distintivo la predilezione per la crudezza delle scene, assieme al linguaggio prescelto molto duro e diretto? Ho inoltre notato che i tuoi personaggi non indugiano in mologhi forzati ed assolutamente privi di coerenza che, nella realtà, nessuno mai si sognerebbe di pronunciare: alle volte “il botta e risposta” in un dialogo deve essere celere ed incisivo, o le frasi sferzanti e veloci. Cosa puoi dirci al riguardo?
Sin da piccolo ho sempre fatto il tifo per i cattivi. Non perché fossero cattivi in sé, ma perché perdevano sempre e mi facevano pena. Da questo puoi ben capire quanto io abbia sempre trovato stucchevole che i vari eroi dei fantasy classici, oltre ad essere bellocci, puri di cuore e a trionfare sempre, uscissero immancabilmente indenni da ogni avventura. A mio parere da questo punto di vista Martin è da ammirare. Non è per nulla facile per un autore “far fuori” una propria creatura, soprattutto se in essa si rivede gran parte dei lettori! Diciamo che Martin se lo può permettere… io rischio un po’ di più, ma sono convinto che trasporre una realtà più credibile, pericolosa, e cruda possa rendere la lettura più frizzante. Sapere che ogni personaggio rischia sul serio accresce il patos. Nelle miei intenzioni le storie che descrivo vogliono essere il più realistiche possibili. Gli elementi fantastici servono ad aggiungere “meraviglia” ma devono rimanere “credibili”, meglio ancora se assumono le sembianze di eventi scaturiti delle forze della natura, mascherati magari da interventi divini. Una tempesta marina che spazza via un’intera flotta proprio mentre si accinge a dare l’assedio a una città costiera è un evento naturale o l’intervento di un Dio evocato dai difensori? Un terremoto, un’eruzione vulcanica, una tromba d’aria ecc. sono elementi ambivalenti, papabili di differenti interpretazioni. La storia umana è piena di tali eventi, magari poco conosciuti.
Di conseguenza cerco di trasporre nella mia prosa tale desiderio di concretezza e realismo. All’interno di un gruppo di mercenari mi attenderò un certo tipo di linguaggio, mentre quando descrivo spezzoni delle Cerchie Celesti cercherò di adottare un timbro differente.
Cosa pensi della letteratura attualmente nelle mani di giovani e meno giovani che “ci provano” nel settore, alle volte senza avere un reale intento narrativo o le qualità necessarie per cimentarcisi, ma solo la speranza di essere la carta giusta pescata da un editore intenzionato ad investire su di essi in un dato momento? Ritieni questo impoverisca la materia (con un eccesso di offerta, quanti pur meritevoli non riescono ad emergere?) o può essere comunque uno stimolo per essa, dato che la presenza e la dedizione di tanti novelli scrittori la rinverdiscono investendovi il proprio tempo, il proprio impegno, il proprio essere? Del resto, sappiamo anche che c’è chi “ce l’ha fatta” pur senza meriti particolari….
Personalmente io non sopporto le mode in generale, figuriamoci nella letteratura. Le case editrici hanno quest’usanza per i loro ovvi interessi. A mio avviso tutto sta nella maturità e consapevolezza dei lettori. Finché ci si lascia attrarre da nastrini sui libri che riportano informazioni irrazionali del tipo “10.000.000 di copie vendute il primo giorno”, siamo messi male. Tutto ciò che è di nicchia tende a scomparire, ad essere relegato negli angoli più bui delle librerie (a loro volta a forte rischio estinzione, per lo meno quelle indipendenti). Insomma, anche in questo caso, viva le autopubblicazioni che danno spazio a generi e contaminazioni di ogni tipo, concedendo al lettore consapevole e curioso di trovare ciò di cui ha bisogno. Certo l’impegno richiesto è magari maggiore di quello di scendere sotto casa e comprare il primo libro nello scaffale dei best-seller, ma alle volte la soddisfazione è anche maggiore. Internet ci viene in soccorso. Io credo molto nelle recensioni on line, nei voti dei lettori e nei commenti degli appassionati. Di sicuro mi fido più dei 100 commenti positivi di lettori che delle varie frasette standard che trovo in quarta di copertina sull’ultimo best-seller e che inneggiano di volta in volta al tal autore come l’ennesimo degno erede di Tolkien, King ecc.…
Alcune figure da te descritte appaiono potenti ed al contempo familiari: il Bianco ed il Nero, l’Araldo e la stessa Qilana su tutti; al contrario, i membri della Centuria soprattutto sembrano solo sulle prime incanalati in un dato ruolo e stereotipati, andando poi a dare corpo e spessore via via maggiori ai personaggi ed al loro carattere. Cosa puoi dirci di loro? E quanto possiamo aspettarci crescano o vengano approfonditi?
Nei romanzi che ho scritto sin ora non c’è mai un unico protagonista, ma diversi personaggi che si dividono questo ruolo. Una moltitudine di personaggi in realtà, quindi almeno nelle prime fasi preferisco dare loro un’immagine semplificata/stereotipata che aiuti il lettore a farsi una prima idea, per poterli poi sviluppare (tradendo o meno le aspettative dello stesso), nel corso della vicenda. Detto così sembra un processo programmato e razionale, in realtà la cosa viene molto spontanea e i personaggi tendono a stupire me per primo, stravolgendo le mie stesse convinzioni di base e richiedendo maggiore o minore attenzione. Questo è anche l’aspetto che maggiormente apprezzo della scrittura. Quando ho scoperto che effettivamente i personaggi possono assumere una propria personalità/forza capace di piegare la trama programmata della storia ho capito la vera meraviglia della scrittura, un mondo veramente incantato. Tornando ai personaggi della centuria, quelli che sopravvivranno, regaleranno ancora molte sorprese, almeno in “Qilana la Pura” (che è già disponibile), mentre non posso sbilanciarmi per quanto concerne “Lo Sterminatore di Mondi” perché io stesso non ho idea di come reagiranno agli eventi finali… Mi fa molto piacere che tu abbia rilevato le figure che hai definito “potenti e familiari”, perché esse altro non sono che archetipi che incarnano valori universali e sulle quali punto a costruire la trama che legherà tutti i Mondi.
I Nuovi Dei richiamano ovviamente divinità della natura tribale, in larga parte venerati presso certe società anche nella realtà: è peraltro interessante notare anche la contrapposizione esistente tra il “vecchio” ed il “nuovo”, mostrando un pantheon vario e strutturato efficacemente che permette incursioni nel fantasy più puro senza scrollarsi di dosso quel senso di realismo che pure perdura: un po’ come se la concezione di G.R.R. Martin si fosse fusa con il mondo del D&D, o delle sue sfaccettate ambientazioni (Dragonlance, su tutte). Ritieni sia corretto?
Lo spero, il mio scopo è proprio quello: donare credibilità al soprannaturale, al mitico, al divino. Sfruttare il meglio che il fantastico possa offrire permanendo in un’ottica di razionalità e concretezza. Spero di esserci riuscito. Nella trilogia Mondo Uno ho calcato poco la mano sulla “magia”, legandola più a eventi naturali/divini. Nel Mondo Due, del quale il Nuovo Quarto è il primo tassello, ho introdotto Evocatori ed Invocatori che sfruttano gli elementi. Quindi la parte legata alla “magia” è decisamente più rilevante. Mi conforta sapere che il senso del realismo sia rimasto ugualmente presente.
Applicando una concezione lovecraftiana, anche nel tuo fantasy “[…] persino la Morte può morire”? Nello specifico, il divino ha un ruolo di immanenza e costante presenza oppure si può assistere alla caduta ed alla rinascita di altri esseri divini, oltre a quelli già da te presentati?
Anche la realtà non-ordinaria, ossia il Pantheon proposto, è una realtà dinamica, in perenne mutamento. La Torre Bianca e quella Nera e il Tartaro che ospita Demoni e Divinità detronizzate avranno un ruolo fondamentale per rendere le Cerchie Celesti un luogo tutt’altro che statico, ma alla fine sarà sempre l’uomo l’ago della bilancia. Nei miei progetti c’è un approfondimento proprio sulla realtà non-ordinaria, ma non ho ancora deciso se presentarlo sotto forma di raccolta di racconti o come romanzo a se stante.
E’ interessante l’introduzione del culto elementale che porta alla “venerazione” degli Elementi (Terra, Fuoco, Aria, Acqua) di cui ci si serve attraverso le concezioni diametralmente opposte di Evocatori e di Invocatori, culto che quindi va ad aggiungersi a quello degli dei già menzionati più in alto ed ai Domatori di Demoni. Com’è nata questa idea e cosa puoi dirci in più su come potrà essere sviluppato questo tema?
Il culto degli elementi non è certo una mia invenzione. Tutto nasce dalle menti degli uomini e dai loro convincimenti ancestrali. I vari Mondi andranno ad arricchire di volta in volta la realtà non-ordinaria, fino al momento in cui Ulnar, Padre degli Antichi e vertice del Triade legato al mantenimento dello status quo e fautore del ritorno di Perfezione, non riterrà che ci si sia spinti troppo in là e che sia necessaria una “resa dei conti”. Di più non posso svelare…
Ci sono diverse idee ne “Il Nuovo Quarto”, mescolate molto bene, va detto: si richiama alla storia delle Americhe in un periodo non particolarmente felice, si mostra il disagio nell’abbandonare le vecchie tradizioni e la/le divinità venerata/e fino a quel momento, c’è la componente personale di un soldato di ventura, c’è quel misto di eros e vita di tutti i giorni per nulla calcato, c’è forse anche la voce di denuncia dell’autore verso certi temi mai obsoleti. Tutto questo lo troveremo anche nel seguito, “Qilana la Pura”?
Spero di essere riuscito a mantenere i temi da te individuati e averne aggiunti degli altri. Ritengo che un buon testo di letteratura d’evasione debba possedere diversi “livelli di lettura”. Nei miei romanzi cerco di inserire tematiche che mi stanno a cuore, pur mascherandole e lasciandole in secondo piano rispetto alle vicende che coinvolgono i personaggi. L’amore per la natura in tutte le sue forme, l’ipocrisia di certe forme di civilizzazione imposta, l’impossibilità di definire univocamente ciò che è bene e ciò che è male, insomma offrire punti di vista differenti e spunti di riflessione, possibilmente senza annoiare il lettore, intendiamoci!
In perfetto stile Marzullo, “fatti una domanda e dacci una risposta”: nello specifico, c’è qualcosa che vorresti aggiungere alla nostra chiacchierata su Il Nuovo Quarto che potrebbe e dovrebbe invogliare i lettori a cimentarsi con questa opera e con le altre a cui hai dato vita?
Beh, anzitutto vorrei rimarcare che è gratis, così come tutti i primi volumi dei vari Mondi. Non ritengo corretto da parte di un indipendente come me chiedere ai lettori un atto di fede sull’acquisto diretto dei miei romanzi. Preferisco possano valutare bene il mio stile e la tipologia delle mie opere, dopodiché scegliere se comprare le altre parti della trilogia. Un appello ai lettori che mi sento di lanciare prima di salutarci è quello di lasciare traccia dell’esito della lettura. In caso sia positivo, è il miglior modo per consentirmi di scrivere altri Mondi, in caso sia negativo sarà lo sprone e spunto per possibili miglioramenti! Se siete in cerca di una saga tosta, cruda ma realistica, e se avete il coraggio di dare fiducia a un autore italico che prima di tutto è un appassionato di letteratura d’evasione come tutti voi, allora imbarcatevi per “Il Nuovo Quarto”!
Ringraziamo Andrea Zanotti per il tempo concessoci!
– Leo d’Amato –